Meditazione Giornata Mondiale di Preghiera 2023 Taiiwan


Giornata Mondiale di Preghiera

Weltgebetstag


Motto 2023: Ho udito della vostra fede

preparato da un gruppo interconfessionale di donne di Taiwan


Quando e dove?



In lingua italiana, come per tutte le iniziative ecumeniche locali. 

 

Wie alle ökumenischen Initiativen in italienischer Sprache


Qui di seguito, vi riportiamo il "copione" della nostra meditazione dialogata sul brano biblico scelto da un gruppo interconfessionale di donne di Taiwan per la Giornata Mondiale di Preghiera nel 2023 (Efesini 1, 15-19).

Col frontespizio la giovane artista Hui-Wen Hsiao esprime la propria fede cristiana. 

Davanti allo sfondo scuro di un futuro incerto, dominano le orchidee farfalla rosse, l’orgoglio di Taiwan. Il fagiano mikado e la spatola dalla faccia nera, due specie tipicamente taiwanesi ma in via di estinzione, simboleggiano la fiducia e la perseveranza in tempi difficili. Le donne nell’immagine pregano in silenzio o guardano la luce brillante che irrompe dal buio, promettendo la salvezza attraverso Cristo.

Fonte: https://wgt.ch/it/feiern/2023-taiwan



MICROFONO 1 = Silke – Sabine - Annalisa

MICROFONO 2 = Giusy – Mariuccia – Marina - Daniela


SILKE: Quest’anno, quale brano biblico hanno scelto le donne per la Giornata Mondiale di Preghiera? 

 

GIUSY: Sono alcuni versetti dalla Lettera di Paolo agli Efesini. 

 

SILKE: Gli Efesini? Chi sono o chi erano? 


MARIUCCIA: Gli abitanti della città di Efeso, all’epoca di Paolo una città greca, grande per i tempi, che oggi è un importante centro Archeologico in Turchia. 

Efeso, secondo gli studiosi, contava circa 250.000 abitanti, situata sul Mare, disponeva di un importante porto, mentre ora si trova a circa otto chilometri all’interno.

Resti dell’Artemision ci ricordano ancora oggi la radicata religione dominante di un tempo, con riti e feste molto ricche per la dea madre Artemide. 

 

Anche grazie agli scambi attraverso il porto, era una società più libera delle altre greche, verso le donne ad esempio.


SILKE: Ah, ho capito. Allora ascoltiamo il brano. 


GIUSY: Dalla lettera di Paolo agli Efesini, versetti 15 – 19. 

Per le notizie sulla vostra fede nel Signor Gesù e sul vostro amore verso tutti i fratelli, io ringrazio continuamente Dio per voi. 


SABINE: Stop! Quale versione della Bibbia stanno usando qui? 

 

SILKE: Da quello che so, la Bibbia interconfessionale. Perché ti interessa?

 

SABINE: Mi ricordo che Lutero in questo contesto parlava di “Heilige” e anche nella Bibbia Nuova Riveduta in italiano si parla dell’amore verso tutti i Santi, non verso tutti i Fratelli. C’è una bella differenza tra le due parole, non vi pare? 


MARIUCCIA: Fermiamoci un attimo su questo. Sono andata a cercare il significato e l’etimologia della parola “santi” e ho capito che i santi non erano quelli in cielo, ma i separati dagli altri, i resi sacri dalla conoscenza di Cristo. Insomma, quelli che fan parte della comunità dei Cristiani che dimostravano di amarsi tra loro.  


SABINE: E anche i fratelli vengono definiti in senso più ampio. Altrimenti, io che sono figlia unica, non potrei mai considerarvi come sorelle. 

 

MARIUCCIA: Io faccio parte di una comunità di chiesa, ma prima ancora di una comunità di esseri umani e per restringere al pratico, oggi, di donne, di donne che come a Taiwan vengono dai quattro angoli della terra, vivono e lavorano con noi, arrivano per strade difficili fino a qua.


ANNALISA: La fede in Gesù e l'amore verso tutti i fratelli sono inseparabili. 

Credere nel messaggio d'amore di Gesù ci porta inevitabilmente a spendere 

la nostra vita per i nostri fratelli, cioè per tutti gli esseri umani figli dello stesso Padre, 

gratuitamente senza calcoli o aspettative di ricompensa.


MARIUCCIA: Paolo era di cultura Greca e parla a dei non Ebrei, ma non posso far a meno di pensare all´Ebreo Gesù che veniva chiamato Rabbi, maestro che avrà conosciuto la Torà dove l’amore verso l’altro è incastonato in una lunga serie di raccomandazioni etiche, 

fra cui quella di astenersi da ogni maldicenza, la proibizione di serbare rancore senza esprimerlo, l’obbligo di pensare a chi ha meno e molti altri che comprendono anche il mondo vegetale e animale. 

Forse dovrei ricordare come l’amore, parola usata ed abusata, non è mai solo un sentimento, ma è sempre un modo di agire nel mondo.

Chi non agisce amorevolmente semplicemente non ama.

(pausa)

GIUSY: Posso continuare?  

 

TUTTE: Certo! 


GIUSY: 16 non smetto mai di rendere grazie per voi, ricordandovi nelle mie preghiere,…


SILKE: STOP! Ma a cosa serve che lui li ricordi nelle sue preghiere dal carcere dove forse si trovava?

 

MARIUCCIA: A me fa piacere che qualcuno pensi a me e preghi per me. È bello che il suo sguardo non mi passi attraverso come fossi un vetro e ancora di più che preghi per me, per noi perché siamo illuminati dallo Spirito Santo di sapienza…  


GIUSY: Infatti, 17 affinché il Dio del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione perché possiate conoscerlo pienamente;


SILKE: Come posso conoscere Dio? Sono parole impegnative queste!

 

ANNALISA: Per capire la volontà di Dio abbiamo bisogno della sapienza che ci viene da Lui, ma per scoprirla dobbiamo essere semplici di cuore e di mente e quindi convertirci continuamente, allontanando l'egoismo e la superbia. 

La testimonianza di una vita vissuta nel servizio potrà incuriosire fino a domandarci la ragione della nostra speranza. 

MARINA:  Di tutte le parole, molto belle e positive e cariche di speranza, quella su cui gli occhi sono tornati più volte è la sapienza. 

Dio vi faccia il dono della sapienza che viene dallo Spirito”. 

Mi è tornato in mente Salomone, che chiede questo dono per poter svolgere il suo ruolo. E mi vengono anche in mente la Sapienza di Qoelet o il libro della Sapienza, con il continuo invito a cercare la giustizia e ad operare rettamente perché il Signore si cura di tutti, malvagi o giusti.

La Sapienza ci permette di conoscere meglio Dio e capire quale è il suo progetto per noi (traguardo di speranza lo chiama). 

E ancora mi viene in mente che in italiano ”sapere” vuol anche dire “avere il sapore” (sapere di sale…). È bello pensare al dono della sapienza come il dono di poter avere il gusto di Dio e di poterlo fare gustare a chi ci sta vicino: è un augurio bellissimo, senza confini di capacità o limiti umani, spazi e tempi definiti, occasioni perse o salti sull’ultima carrozza del treno della vita. 



GIUSY: 18 egli illumini gli occhi della vostra mente, affinché sappiate a quale speranza vi ha chiamati, qual è la ricchezza della gloria della sua eredità che vi riserva tra i santi, 

 

19 e qual è verso di noi che crediamo l'immensità della sua potenza.


SILKE: Aspetta, la mente ha gli occhi? Un’immagine molto particolare, cosa significa?

 

SABINE: Un’altra volta, la Nuova Riveduta usa una parola diversa, con Paolo che parla di Dio che “illuminando gli occhi del [vostro] cuore…”.  

Mi pare palese che Paolo non si riferisce agli occhi come a uno dei cinque sensi.

Paolo invita a una visione insolita, incaricando, a seconda della traduzione, appunto, il cuore o la mente a vedere con i propri occhi, anzi, di più, a illuminare gli occhi della mente / del cuore.       


Dove c’è una luce, si riesce a vedere e a capire bene, non si brancola nel buio, si vede chiaramente tutto. Dato che gli occhi citati da Paolo, in ogni caso rimangono collocati in un contesto diverso e insolito per aiutare un altro organo a “vedere”, forse anche in questo caso la differenza tra la mente pensante in modo ragionevole e il cuore che prova emozioni si stringe. 

Chi l’avrebbe mai detto!

DANIELA Da sempre l’Umanità ha bisogno di occhi per vedere il mondo, per conoscere le persone che ci vengono poste accanto nella vita, per comprendere cosa siamo chiamati a fare per rendere migliore la nostra società.

Vedere il mondo con gli occhi di Dio, o almeno provarci, significa accogliere le situazioni in cui ci imbattiamo con disponibilità, camminare a fianco di chi fa più fatica, schierarsi per la giustizia e ricercare la verità.

Auspichiamo che l’occasione che abbiamo avuto di preparare insieme questa riflessione e questa preghiera ci aiuti ad essere sempre più aperte verso le necessità delle persone che incontriamo nel nostro cammino.

 

E accanto agli occhi della mente, che devono farci percepire la speranza a cui siamo chiamati, indicherei il sorriso come strumento per tessere relazioni profonde e durature.


SILKE: Scusa, visto ti abbiamo interrotto tante volte, ti dispiace leggere di nuovo tutto il brano? 

 

[La Lettrice Giusy rilegge lentamente il brano]



Efesini 1,15-19

15 Perciò anch'io, avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell'amore che avete verso tutti i santi, 

16 non cesso di render grazie per voi, ricordandovi nelle mie preghiere, 

17 perché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una più profonda conoscenza di lui. 

18 Possa egli davvero illuminare gli occhi della vostra mente per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi 

19 e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi credenti secondo l'efficacia della sua forza. 


Silenzio per la riflessione


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Foto: Sabine Wolters
Foto: Sabine Wolters

Foto e Video di Maurizio Feroggio

La meditazione dialogata l'abbiamo sviluppata durante i nostri incontri di preparazione presso la Comunità Evangelica Luterana di Torino. 

Hanno participato alla celebrazione del 4 marzo 2023 alla Chiesa San Francesco d'Assisi: 

Annalisa, Daniela, Giusy, Grazia, Isabella, Marina, Mariuccia, Sabine, Silke (letture), Sara al violino. 

La liturgia stessa per la Giornata Mondiale di Preghiera è stata preparata da un gruppo interconfessionale di donne di Taiwan.