03.03.2024 Testo della Predica - Predigttext


Dove e quando?


Domenica 3 marzo 2024

ore 11:00

Chiesa San Francesco d'Assisi Via San Francesco d'Assisi 11 Torino


Domenica di Oculi

Predica su 1 Pietro 1:13-21

Graphik Grafica: Pfeffer
Graphik Grafica: Pfeffer

Wo und Wann?


Sonntag,  3. März 2024

11:00 Uhr

Chiesa San Francesco d'Assisi Via San Francesco d'Assisi 11 Torino


Sonntag Okuli

Predigt über 

1. Petrus 1,13-21 



Predica


13 Perciò, dopo aver preparato la vostra mente all'azione, siate vigilanti, fissate ogni speranza in quella grazia che vi sarà data quando Gesù Cristo si rivelerà. 14 Come figli obbedienti, non conformatevi ai desideri d'un tempo, quando eravate nell'ignoranza, 15 ma ad immagine del Santo che vi ha chiamati, diventate santi anche voi in tutta la vostra condotta; 16 poiché sta scritto: Voi sarete santi, perché io sono santo. 17 E se pregando chiamate Padre colui che senza riguardi personali giudica ciascuno secondo le sue opere, comportatevi con timore nel tempo del vostro pellegrinaggio. 18 Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l'argento e l'oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri, 19 ma con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia. 20 Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma si è manifestato negli ultimi tempi per voi. 21 E voi per opera sua credete in Dio, che l'ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria e così la vostra fede e la vostra speranza sono fisse in Dio. (Traduzione di C.E.I.)

Cara comunità, care sorelle e cari fratelli!

Il modo in cui viviamo e ci comportiamo dipende molto dall'ambiente in cui viviamo. Se un alunno, nella prima ora di lezione di una giornata scolastica, ha un insegnante valido, entrerà in classe con molto più entusiasmo e voglia di fare rispetto a quando si aspetta una lezione poco interessante e incomprensibile da parte di un insegnante non all’altezza della situazione.  

 

Se una persona lavora in un'azienda con colleghi poco disponibili, troverà il suo lavoro stressante. Tuttavia, se ha un capo donna che lo elogia per il suo lavoro e ha sempre un orecchio aperto per lui, indipendentemente da ciò che propone, questo lo motiverà a fare bene il suo lavoro, anche se può aspettarsi poco aiuto dai suoi colleghi.

 

Se una donna torna a casa dopo una lunga giornata di lavoro e suo marito la accoglie con un bacio, un abbraccio e magari anche con il suo piatto preferito, lei e suo marito passeranno una serata felice. Se invece il marito la degna appena di uno sguardo quando entra in casa, non solo non passerà una bella serata, ma si sentirà non apprezzata e non amata.

 

Le relazioni in cui siamo coinvolti nella nostra vita determinano in larga misura il modo in cui viviamo, i nostri sentimenti e comportamenti. Il nostro rapporto con Dio può avere un effetto molto simile sulla nostra vita. Fa differenza se crediamo che Dio ci conosca e ci ami personalmente o se crediamo che Dio non abbia alcun interesse per noi e gli siamo indifferenti. La convinzione dell'amore di Dio per noi ci solleva, ci rende felici e speranzosi e facciamo la volontà di Dio con dedizione. Se invece pensiamo che Dio non sia interessato a noi, potremmo forse essere arrabbiati con Dio o non avere interesse per lui o non essere motivati ad obbedire a Dio e a vivere secondo la sua volontà.

 

Nel testo della predica di oggi, tratto dalla prima lettera di Pietro, vediamo come l'apostolo Pietro implori con passione i cristiani a cui sta scrivendo, di convincersi dell'amore di Dio, di rimanere ancorati all'amore di Dio e di continuare a trarne forza. Pietro scrive ai cristiani dell'Asia Minore, l'odierna Turchia, che devono affrontare le ostilità da parte dei loro concittadini proprio perché sono cristiani. La cristianità costa molto a questi cristiani. Per questo motivo devono essere ancora più sicuri di essere amati da Dio. Solo in questo modo possono rimanere sul difficile cammino della fede.

 

Quali sono gli argomenti di Pietro? Dove si manifesta per lui l'amore di Dio che è sostegno della fede? Tra noi esseri umani, l'amore si manifesta nell’intensità e nella dedizione. Quando ci salutiamo nella vita quotidiana, questa è già una forma di attenzione e dedizione. Quando dedichiamo del tempo l’un l’altro, beviamo un caffè insieme (come facciamo oggi al caffè della chiesa dopo questo culto) e ci ascoltiamo con attenzione, questa è già una forma di apprezzamento maggiore. Se poi qualcuno promette di essere presente per noi o addirittura di condividere la sua vita con noi, si tratta di un amore straordinario pieno di dedizione. Ma quando qualcuno è pronto a mettere in gioco la propria vita per noi, allora questa è la forma più alta ed estrema di amore. Ed è esattamente ciò che Dio ha fatto inviando e donandoci quanto più prezioso per Lui, suo Figlio Gesù Cristo. E Gesù stesso lo ha dimostrato mettendo a disposizione e sacrificando la propria vita per noi.

 

Pietro riassume questo concetto con le parole: " Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l'argento e l'oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia.". L'argento e l'oro sono tra i materiali più preziosi di questo mondo. Ma per Dio questi tesori non hanno valore sufficiente per noi e per la nostra vita. Per mostrarci la grandezza del suo amore per noi, ci dà quanto più alto e prezioso: suo Figlio - e questo Figlio dà la sua vita per noi.

 

L'amore deve essere riconoscibile e rivelato attraverso le parole, l'affetto e il comportamento. La misura dell'amore si evidenzia nell'intensità del comportamento e delle azioni d'amore. Il massimo dell'amore diventa riconoscibile quando una persona dà la propria vita per un'altra persona. E questo è esattamente ciò che Dio ha fatto per noi in Cristo.

 

Anche a noi umani capita a volte di dare un’estrema prova d’amore in situazioni particolari, sacrificando la propria vita. Se un bambino piccolo dovesse cadere nel fiume da un ponte, sua madre probabilmente si tufferebbe per salvarlo senza pensarci due volte e senza valutare il pericolo. Se ama davvero il suo bambino, allora non esiterà a lungo a dare la vita per il "sangue del suo sangue" per salvarlo.

 

L'aspetto eccezionale dell'amore di Dio è, ovviamente, che Dio ce l'ha mostrato in un momento in cui noi non mostravamo alcun interesse per lui, non volevamo avere nulla a che fare con lui e vivevamo semplicemente senza di lui. Pietro si riferisce a questo comportamento ostile a Dio quando scrive "dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri" o del vivere nei "desideri d'un tempo, quando eravate nell'ignoranza". È proprio in quel periodo, quando vivevamo senza di Lui, Dio ci ha dato suo Figlio e questo Figlio ha dato la sua vita per noi. Questo dimostra l'enorme portata dell'amore incondizionato e sconfinato di Dio.

 

Pietro ricorda ai cristiani del suo tempo questo amore di Dio. Voi sapete, scrive a loro, di questo amore di Dio dal momento in cui lo avete riconosciuto. Voi sapete di aver ricevuto l'amore di Dio con gioia, di esservi rivolti a Dio e di aver cambiato la vostra vita dalle fondamenta. Voi sapete che felicità significa vivere di questo amore di Dio e per questo amore di Dio. Rimanete dunque in questo amore e non lasciatevi distogliere da esso, anche se coloro che vi circondano vi tormentano per questo!

 

Quando ascolti queste parole sull'amore di Dio, potresti pensare che l'amore di Dio abbia toccato anche il tuo cuore in qualche momento della tua vita. Forse l'amore di Dio ha cambiato radicalmente anche la tua vita o ti ha influenzato così tanto da abbandonarti sempre di più ad esso. Quindi la predica di oggi dovrebbe incoraggiarti e dirti: resta in questo amore di Dio e non lasciarlo andare! Non puoi avere un tesoro più grande di questo al mondo! 

 

Perché vedi, chi vive di questo amore di Dio è libero e pieno di speranza. È libero perché non deve più misurare il proprio valore in base ai beni di questo mondo. Non è più il successo nel lavoro, la dimensione del tuo conto in banca o il tuo bel aspetto a definire il tuo valore. È invece l'amore di Dio a darti il tuo valore, indipendentemente da ciò che hai o non hai, da ciò che riesci a compiere o meno. Dio ti dà il tuo valore incondizionatamente. Il Suo amore ti rende libero!

 

E l'amore di Dio ti dà speranza. Grazie all'amore di Dio, nessuna situazione della nostra vita è senza speranza. Perché una volta che Dio ha preso la tua mano nel suo amore, non la lascerà più. Quindi possiamo persino guardare alla nostra morte con speranza. Dopo tutto, come potrebbe Dio non portarti a sé attraverso la morte se ti ha dato il suo dono più grande, suo Figlio Gesù Cristo? Grazie all'amore di Dio, abbiamo speranza nella vita e oltre la vita.

"E la pace di Dio, che supera di gran lunga ogni comprensione umana, mantenga la vostra mente e la vostra volontà nella bontà, sicuri nella comunione di Gesù Cristo". (Filippesi 4:7)

Pastore Tobias Brendel

Grafica - Graphik: Hillbricht
Grafica - Graphik: Hillbricht

Predigt


13 Umgürtet eure Lenden und stärkt euren Verstand, seid nüchtern und setzt eure Hoffnung ganz auf die Gnade, die euch dargeboten wird in der Offenbarung Jesu Christi. 14 Als gehorsame Kinder gebt euch nicht den Begierden hin, in denen ihr früher in eurer Unwissenheit lebtet; 15 sondern wie der, der euch berufen hat, heilig ist, sollt auch ihr heilig sein in eurem ganzen Wandel. 16 Denn es steht geschrieben: »Ihr sollt heilig sein, denn ich bin heilig.« 17 Und da ihr den als Vater anruft, der ohne Ansehen der Person einen jeden richtet nach seinem Werk, so führt euer Leben in Gottesfurcht, solange ihr hier in der Fremde weilt; 18 denn ihr wisst, dass ihr nicht mit vergänglichem Silber oder Gold erlöst seid von eurem nichtigen Wandel nach der Väter Weise, 19 sondern mit dem teuren Blut Christi als eines unschuldigen und unbefleckten Lammes. 20 Er ist zwar zuvor ausersehen, ehe der Welt Grund gelegt war, aber offenbart am Ende der Zeiten um euretwillen, 21 die ihr durch ihn glaubt an Gott, der ihn von den Toten auferweckt und ihm die Herrlichkeit gegeben hat, sodass ihr Glauben und Hoffnung zu Gott habt. 

Liebe Gemeinde, liebe Schwestern und Brüder!

Wie wir leben und uns verhalten, hängt sehr stark von unserer Umwelt ab. Wenn ein Schüler in der ersten Stunde eines Schultages eine Lehrerin hat, die einen guten Unterricht macht, wird er mit viel mehr Lust und Leistungsbereitschaft das Klassenzimmer betreten, als wenn er dort einen Lehrer erwartet, dessen Unterricht uninteressant und unverständlich ist.

Wenn jemand in einem Unternehmen mit Kollegen arbeitet, die nicht hilfsbereit sind, wird er seinen Job als anstrengend empfinden. Wenn er allerdings eine Chefin hat, die ihn für seine Arbeit lobt und immer ein offenes Ohr für ihn hat, egal mit was er kommt, wird ihn das motivieren, seine Aufgaben gut zu erledigen, auch wenn er von seinen Kollegen wenig Hilfe erwarten kann.

 

Wenn eine Frau nach einem langen Arbeitstag nach Hause kommt und ihr Mann empfängt sie mit einem Kuss und einer Umarmung und vielleicht sogar mit ihrem Lieblingsessen, wird sie zusammen mit ihrem Mann einen glücklichen Abend haben. Wenn ihr Mann sie hingegen kaum eines Blickes würdigt, wenn sie das Haus betritt, wird sie nicht nur keinen schönen Abend haben, sondern sich grundsätzlich nicht geschätzt und geliebt fühlen.

 

Die Beziehungen, in die wir in unserem Leben eingebunden sind, bestimmen zu einem großen Teil, wie wir leben, uns fühlen und uns verhalten. Ganz ähnlich kann sich unsere Beziehung zu Gott auf unser Leben auswirken. Es macht einen Unterschied aus, ob wir glauben, dass Gott uns persönlich kennt und liebt, oder ob wir meinen, dass Gott kein Interesse an uns hat und wir ihm gleichgültig sind. Sind wir von Gottes Liebe zu uns überzeugt, richtet uns das auf, macht es uns glücklich und hoffnungsvoll und wir tun gerne und mit Hingabe den Willen Gottes. Gehen wir hingegen von Gottes Desinteresse an uns aus, sind wir vielleicht ärgerlich auf Gott oder haben selbst kein Interesse an ihm oder interessieren uns nicht dafür, Gott folgsam zu sein und nach seinem Willen zu leben.

 

In unserem heutigen Predigttext aus dem 1. Petrusbrief sehen wir, wie der Apostel Petrus leidenschaftlich darum wirbt, dass die Christen, an die er schreibt, von der Liebe Gottes überzeugt sind und dass sie in der Liebe Gottes verankert bleiben und weiter aus ihr Kraft schöpfen. Petrus schreibt an Christen in Kleinasien, der heutigen Türkei, die von Seiten ihrer Umwelt Anfeindungen ausgesetzt sind, eben gerade weil sie Christen sind. Diese Christen kostet ihr Christsein viel. Darum müssen sie umso gewisser sein, dass sie von Gott geliebt werden. Nur so können sie auf dem herausfordernden Weg des Glaubens bleiben.

 

Wie argumentiert Petrus? Wo wird für ihn die Liebe Gottes sichtbar, an der sich der Glaube festhält? Zwischen uns Menschen wird Liebe an der Intensität und Hingabebereitschaft deutlich. Wenn wir uns im Alltag grüßen, ist das schon eine Form von Aufmerksamkeit und Zuwendung. Wenn wir einander Zeit schenken, miteinander Kaffee trinken (wie heute beim Kirchenkaffee im Anschluss an diesen Gottesdienst) und einander aufmerksam zuhören, ist das durchaus schon eine größere Form der Wertschätzung. Wenn uns jemand sogar das Versprechen gibt, für uns da zu sein oder sogar sein Leben mit uns zu teilen, dann ist das eine außergewöhnliche und hingebende Liebe. Aber wenn jemand bereit ist, sein Leben für uns aufs Spiel zu setzen, dann ist das die größte und äußerste Form der Liebe. Und genau das hat Gott getan, indem er das ihm Wertvollste, seinen Sohn Jesus Christus, zu uns sandte und ihn uns gab. Und das hat auch Jesus selbst bewiesen, indem er sein eigenes Leben für uns einsetzte und opferte.

 

Petrus fasst das in die Worte: „Ihr wisst, dass ihr nicht mit vergänglichem Silber oder Gold erlöst seid von eurem nichtigen Wandel nach der Väter Weise, sondern mit dem teuren Blut Christi als eines unschuldigen und unbefleckten Lammes.“ Silber und Gold gehören zu den wertvollsten Materialien dieser Welt. Aber selbst diese Kostbarkeiten sind Gott zu wenig für uns und unser Leben. Um uns die Größe seiner Liebe zu uns zu zeigen, gibt er uns sein Höchstes, sein Wertvollstes: seinen Sohn – und dieser Sohn gibt für uns sein Leben.

 

Liebe muss für uns erkennbar sein und uns offenbart werden – durch Worte, durch Zuwendung und durch Verhalten. Und das Ausmaß der Liebe wird offensichtlich an der Intensität des Verhaltens und der Taten der Liebe. Die äußerste Liebe wird da erkennbar, wo ein Mensch sein eigenes Leben für einen anderen einsetzt und hingibt. Und genau das hat Gott in Christus für uns getan.

 

Auch unter uns Menschen kommt es in besonderen Situationen vereinzelt zu einem solchen äußersten Beweis der Liebe durch den Einsatz des eigenen Lebens. Wenn ein kleines Kind von einer Brücke in den Fluss fallen würde, mag eine Mutter ohne langes Überlegen und Abwägen der Gefahr ihrem Kind nachspringen. Wenn sie ihr Kind wirklich liebt, dann wird sie nicht lange zögern, ihr eigenes Leben für ihr „eigenes Fleisch und Blut“ einzusetzen, um es zu retten.

 

Das Herausragende bei der Liebe Gottes ist natürlich, dass Gott sie uns erwiesen hat, in einem Moment, in dem wir überhaupt kein Interesse an ihm zeigten, nichts von ihm wissen wollten und einfach ohne ihn lebten. Dieses gottfeindliche Verhalten meint Petrus, wenn er „von eurem nichtigen Wandel nach der Väter Weise“ schreibt bzw. vom Leben in den „Begierden […], in denen ihr früher in eurer Unwissenheit lebtet“. Genau in eben dieser Zeit, als wir so ohne Gott lebten, schenkte Gott uns seinen Sohn und gab dieser Sohn für uns sein Leben. Darin zeigt sich das überwältigende Ausmaß der bedingungslosen und grenzenlosen Liebe Gottes.

 

Diese Liebe Gottes ruft Petrus den Christen seiner Zeit in Erinnerung. Ihr wisst, schreibt er ihnen, um diese Liebe Gottes, seit dem Moment, in dem ihr diese Liebe erkannt habt. Ihr wisst, dass ihr damals die Liebe Gottes mit Freuden aufgenommen habt, euch Gott zugewandt und euer Leben von Grund auf geändert habt. Ihr wisst, welches Glück es bedeutet, aus dieser Liebe Gottes und für diese Liebe Gottes zu leben. Und so bleibt nun in dieser Liebe und lasst euch nicht von ihr abbringen, auch wenn euch eure Umwelt deswegen schikaniert!

 

Wenn du diese Worte über die Liebe Gottes hörst, dann könnte dir einfallen, dass die Liebe Gottes an einem Punkt deines Lebens auch dein Herz einmal berührt hat. Vielleicht hat die Liebe Gottes auch Dein Leben einmal radikal umgekehrt oder Dich so beständig beeinflusst, dass du ihr dein Leben immer mehr hingegeben hast. So soll dich diese Predigt heute ermutigen und zu dir sagen: Bleib in dieser Liebe Gottes und lass sie nicht los! Du kannst doch keinen größeren Schatz in dieser Welt bekommen als sie! 

 

Denn sieh doch, wer aus dieser Liebe Gottes lebt, der ist frei und der ist voller Hoffnung. Er ist frei, weil er seinen Wert nicht mehr über die Güter dieser Welt definieren muss. Nicht mehr dein Erfolg im Beruf oder die Dicke deines Bankkontos oder die Attraktivität deines Aussehens geben dir deinen Wert. Sondern die Liebe Gottes gibt dir deinen Wert, unabhängig davon, was du hast oder nicht hast, leistest oder nicht leistest. Gott spricht dir deinen Wert bedingungslos zu. So setzt dich seine Liebe in eine wunderbare Freiheit!

 

Und die Liebe Gottes gibt dir Hoffnung. Durch die Liebe Gottes ist keine Situation unseres Lebens hoffnungslos. Denn wenn Gott in seiner Liebe deine Hand einmal ergriffen hat, wird er sie nie mehr loslassen. So können wir selbst unserem Sterben in Hoffnung entgegenblicken. Denn wie sollte Gott dich nicht durch den Tod hindurchtragen und dich zu sich bringen, wenn er dir doch sein Allerhöchstes, seinen Sohn Jesus Christus, geschenkt hat? Durch die Liebe Gottes haben wir Hoffnung im Leben und über das Leben hinaus.

„Und der Friede Gottes, der alles menschliche Begreifen weit übersteigt, bewahre euer Denken und Wollen im Guten, geborgen in der Gemeinschaft mit Jesus Christus.“ (Philipper 4,7)

Pfarrer Tobias Brendel