04.02.2024 Testo della Predica - Predigttext


Dove e quando?


Domenica 4 febbraio 2024

ore 11:00

Culto - Liturgia a cura di Roberto Antonio Attanasi, predicatore CELI in formazione

Chiesa San Francesco d'Assisi Via San Francesco d'Assisi 11 Torino


Domenica di Sexagesimae

Predica su Marco 4:26-29

Foto: Wodicka
Foto: Wodicka

Wo und Wann?


Sonntag,  4. Februar 2024

11:00 Uhr

Gottesdienst - Liturgie vorbereitet von Roberto Antonio Attanasi, ELKI-Prädikant in Ausbildung

Chiesa San Francesco d'Assisi Via San Francesco d'Assisi 11 Torino


Sonntag Sexagesimae

Predigt über 

Markus 4,26-29 



Predica


26 Diceva: «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; 27 dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. 28 Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. 29 Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura».

Cara comunità, care sorelle e cari fratelli!

Mi piace il contadino di cui Gesù ci parla oggi! Mi colpisce. Sparge il seme nel campo e poi lo lascia andare. Quando il lavoro è finito, va a letto, dorme e si alza, notte e giorno. Il contadino non si preoccupa se il seme che ha sparso crescerà o meno, né si fa prendere dalla frenesia di agire per aiutare il seme a prosperare. No, il contadino è calmo e rilassato, anche se non sa come il suo seme crescerà e fiorirà. Tuttavia, ha fiducia nel fatto che il seme che ha seminato darà i suoi frutti.

 

Il contadino mi colpisce perché è così diverso dalla maggior parte delle persone di oggi. Come studenti, per esempio, studiamo per un esame di matematica e seminiamo le conoscenze matematiche nella nostra mente. Ma spesso non lo facciamo con calma e serenità, anzi, mentre studiamo ci preoccupiamo che il compito di matematica non sia troppo difficile.  Dovremmo invece fare come il contadino. Dovremmo studiare con calma e concentrazione e confidare che i semi delle conoscenze matematiche che abbiamo piantato nella nostra mente saranno sufficienti per superare l'esame di matematica. A volte gli studenti non sono rilassati come il contadino.

 

Nel ruolo di genitori, noi cresciamo i nostri figli cercando di piantare in loro i migliori semi possibili in modo che possano affrontare la vita al meglio. Ma quando crescono, diventano più indipendenti e forse lasciano anche la nostra casa, ma noi non vogliamo fidarci del seme che abbiamo piantato in loro. Dubitiamo che possa sviluppare la sua forza. Ci preoccupiamo che i nostri figli vadano per la loro strada e che abbiano la forza sufficiente per superare i momenti di crisi. Invece, dovremmo fare come il contadino. Dovremmo ad un certo punto considerare concluso il nostro lavoro di piantare semi nei nostri figli per lasciarli andare sulla loro strada in piena fiducia. A volte i genitori non sono rilassati come il contadino.

 

Gli imprenditori a volte cercano di vendere i loro prodotti in modo frenetico e con ogni mezzo possibile. Parlano con i clienti e decantano i pregi dei loro prodotti. Ma quando scende la sera a fine giornata non riescono a riposare. Si chiedono continuamente se i semi che hanno piantato con i loro clienti germoglieranno e daranno frutti. Si rigirano nel letto senza pace. Invece, dovrebbero fare come il contadino. Dovrebbero convincersi di aver fatto un buon lavoro, dormire e alzarsi, notte e giorno. Dovrebbero avere fiducia nel fatto che i semi che seminano con i loro clienti faranno il loro lavoro. Gli uomini d'affari a volte non sono rilassati come il contadino.

 

Perché, vi chiedo, il contadino di cui ci parla Gesù è molto più rilassato di molti di noi? Qual è il suo segreto? Il contadino ha capito che le sue possibilità sono limitate. Si limita a spargere il suo seme. Sa di essere un essere umano e, in quanto tale, non può disporre di tutto. Non può decidere che il suo seme debba portare frutto, per quanto se ne preoccupi. Il contadino ha capito che il successo del suo lavoro non risiede in lui, ma altrove, cioè nella terra. Solo la terra può trasformare il suo seme in frutto. Quindi Il contadino ha affidato il suo seme alla terra e confida che la terra porterà a compimento il suo lavoro a modo suo. "La terra porta frutto da sé", dice Gesù. Questo solleva il contadino. Non è responsabile del successo. Affida il suo seme alla terra ed è tranquillo e rilassato fino all'arrivo del raccolto.

 

Perché non possiamo essere rilassati come il contadino al giorno d'oggi? Ma sì che potremmo! Vedete, Gesù non racconta la storia del contadino per fare un discorso sull'agricoltura, ma per parlare di Dio e della sua opera nel nostro mondo. Gesù inizia con le parole: "Il regno di Dio è come se...". Gesù dice: come la terra lavora il seme che il contadino vi ha seminato, così noi uomini e le nostre azioni sono circondati dal regno di Dio, dall'opera di Dio in questo mondo. Forse possiamo immaginarlo in questo modo: Così come noi siamo seduti in questa grande chiesa torinese di San Francesco d'Assisi e ci muoviamo al suo interno, in questa casa di Dio che è permeata dall'opera di Dio, anche nel mondo non siamo abbandonati a noi stessi, ma siamo invisibilmente circondati dall'opera di Dio.

 

Che sollievo! Non siamo soli in tutto ciò che facciamo, né siamo gli unici responsabili del nostro successo. Ci è concesso di essere persone con i nostri limiti e di affidare le nostre azioni a Dio affinché le conduca al successo a modo suo. In altre parole, fa’ il tuo lavoro quotidiano e la sera unisci le mani in preghiera e affida il tuo lavoro a Dio perché ne tragga il meglio. Fa’ quindi come il contadino che dorme e si alza, notte e giorno. Vivi come il contadino, nella fiducia che il tuo seme porti frutto nell'ora e nel momento stabiliti da Dio.

 

Vi faccio un esempio personale. In questo momento sono davanti a Voi e sto predicando questo sermone. Come il contadino, anch'io sto seminando in senso figurato. Spero che le mie parole raggiungano i vostri cuori e portino frutto in voi. Ma non posso garantire che questo accada. Questo è compito esclusivo di Dio. Posso solo spargere il seme ed è questo il mio compito. Poi, però, dovrei lasciar andare e pregare che Dio faccia fruttificare il mio sermone. 

 

Tuttavia, non posso verificare se Dio effettivamente poi fa proprio questo. Non posso guardare dentro di Voi. A volte non ho una buona impressione del mio sermone e dubito di aver raggiunto anche una sola persona con esso. Ma poi mi consolo e mi dico: ho cercato di fare del mio meglio e confido nelle parole di Gesù secondo le quali Dio può fare qualcosa con il mio seme - per quanto scarso esso sia - e può farlo fruttificare a modo suo, come e quando vuole. Quando mi ricordo di questo, mi tranquillizzo e riesco a dormire bene come il contadino.

 

Lasciate che vi incoraggi a essere calmi come il contadino, a fidarvi di Dio, ad attivare la vostra fiducia in Dio e a volte a metterci una pietra sopra perché andrà bene così davvero. Perché Dio farà in modo che il seme che avete seminato cresca e fiorisca e porti un raccolto completo. Quindi siate fiduciosi e mantenete la vostra serenità nella vita.

 

Personalmente, mi aiuta ad essere più rilassato quando prego, quando affido i semi che ho seminato a Dio in preghiera e li consegno. Vi invito ora, alla fine di questa predica, a portare questi semi che abbiamo seminato nella nostra vita davanti a Dio in preghiera. Se lo desiderate, pregate in silenzio con le mie parole. "Dio, Padre celeste, come ci dice Gesù, tuo Figlio, tu ci circondi e agisci nel nostro mondo. Per amore, vieni al nostro fianco e liberi noi, le tue creature. Aiutaci a consegnarti tutto ciò che ci affligge. Tocca a Te e porterai a compimento i semi che abbiamo seminato. Lascia che ci affidiamo a te e che attraverso di te possiamo essere sereni e liberi. Amen".

"E la pace di Dio, che supera di gran lunga ogni comprensione umana, mantenga la vostra mente e la vostra volontà nella bontà, sicuri nella comunione di Gesù Cristo". (Filippesi 4:7)

Pastore Tobias Brendel

Foto: Wodicka
Foto: Wodicka

Predigt


26 Jesus sprach: Mit dem Reich Gottes ist es so, wie wenn ein Mensch Samen aufs Land wirft 27 und schläft und steht auf, Nacht und Tag; und der Same geht auf und wächst – er weiß nicht wie. 28 Von selbst bringt die Erde Frucht, zuerst den Halm, danach die Ähre, danach den vollen Weizen in der Ähre. 29 Wenn aber die Frucht reif ist, so schickt er alsbald die Sichel hin; denn die Ernte ist da. 

Liebe Gemeinde, liebe Schwestern und Brüder!

Den Bauer, von dem Jesus uns heute erzählt, finde ich gut! Er beeindruckt mich. Er streut seinen Samen aufs Feld – und dann lässt er es einfach gut sein. Nach getaner Arbeit geht er zu Bett, schläft er und steht auf, Nacht und Tag. Der Bauer macht sich weder Sorgen, ob aus seinem ausgestreuten Samen etwas wird, noch verfällt er in hektischen Aktionismus, um dem Samen zum Erfolg zu verhelfen. Nein, der Bauer ist ruhig und gelassen, obwohl er gar nicht weiß, wie sein Samen eigentlich wächst und gedeiht. Dennoch hat er das Vertrauen, dass sein ausgestreuter Samen Frucht bringen wird. 

 

Mich beeindruckt der Bauer, weil er so ganz anders ist als die meisten von uns Menschen in der heutigen Zeit. Als Schüler zum Beispiel lernen wir für eine Mathe-Arbeit und säen Mathe-Wissen in unseren Verstand. Aber oft tun wir das nicht ruhig und gelassen, sondern wir machen uns bereits beim Lernen Sorgen, ob die Mathe-Arbeit nicht zu schwer werden wird. Stattdessen sollten wir es wie der Bauer machen. Wir sollten ruhig und konzentriert lernen und darauf vertrauen, dass die Samen des Mathe-Wissens, die wir in unseren Verstand gestreut haben, ausreichen werden, die Mathe-Arbeit zu bestehen. Da sind Schüler manches Mal nicht so gelassen wie der Bauer.

 

Als Eltern erziehen wir unsere Kinder und versuchen, den bestmöglichen Samen in sie zu legen, damit unsere Kinder das Leben gut bestehen. Wenn sie dann aber größer und selbständiger werden und womöglich auch unser Haus verlassen, wollen wir nicht auf den Samen vertrauen, den wir in sie gelegt haben. Wir zweifeln daran, dass er seine Kraft entfalten wird. Wir sorgen uns, ob unsere Kinder ihren Weg gehen werden und ob sie Kraft genug haben, Krisenzeiten zu bestehen. Stattdessen sollten wir es wie der Bauer machen. Wir sollten unsere Arbeit, Samen in unsere Kinder zu legen, zu bestimmter Zeit als abgeschlossen betrachten und daraufhin unsere Kinder vertrauensvoll ihren Weg gehen lassen. Da sind Eltern manches Mal nicht so gelassen wie der Bauer.

 

Geschäftsleute versuchen ihre Produkte manchmal krampfhaft und mit allen Methoden zu verkaufen. Sie sind mit Kunden im Gespräch und preisen die Vorteile ihrer Ware an. Doch am Abend eines Tages kommen sie nicht zur Ruhe. Sie fragen sich unentwegt, ob denn die Samen, die sie bei ihren Kunden ausgestreut haben, wirklich aufgehen und Frucht bringen werden. Sie wälzen sich unruhig im Bett. Stattdessen sollten sie es wie der Bauer machen. Sie sollten nach getanem Tagwerk die Arbeit gut sein lassen und schlafen und aufstehen, Nacht und Tag. Sie sollten darauf vertrauen, dass ihre Samen bei den Kunden schon ihr Werk ausrichten werden. Da sind Geschäftsleute manches Mal nicht so gelassen wie der Bauer.

 

Warum, frage ich Euch, ist der Bauer, von dem Jesus erzählt, so viel gelassener als viele von uns? Was ist sein Geheimnis? Der Bauer hat verstanden, dass seine Möglichkeiten begrenzt sind. Er streut lediglich seinen Samen aus. Er weiß, dass er ein Mensch ist, und als ein Mensch kann er nicht über alles verfügen. Er kann nicht darüber verfügen, dass sein Samen Frucht bringen wird, wie sehr er sich auch darum sorgen mag. Der Bauer hat verstanden, dass der Erfolg seiner Arbeit nicht bei ihm liegt, sondern woanders, nämlich in der Erde. Nur die Erde kann seinen Samen zur Frucht verwandeln. So hat der Bauer der Erde seinen Samen anvertraut, und der Bauer vertraut darauf, dass die Erde auf ihre Weise sein Werk zum Ziel führen wird. „Von selbst bringt die Erde Frucht“, sagt Jesus. Das entlastet den Bauern. Er ist nicht für den Erfolg zuständig. Er vertraut seinen Samen der Erde an und ist ruhig und gelassen, bis die Ernte da ist.

 

Warum können wir heutzutage nicht auch so gelassen sein wie der Bauer? Aber das könnten wir doch! Seht, Jesus erzählt die Geschichte vom Bauern nicht, um etwas über die Landwirtschaft auszusagen, sondern um über Gott und sein Wirken in unserer Welt zu reden. Jesus fängt mit den Worten an: „Mit dem Reich Gottes ist es so, wie wenn…“ Jesus sagt: Wie die Erde an dem Samen wirkt, den der Bauer in sie ausgestreut hat, so sind auch wir Menschen und unser Tun von Gottes Reich umgeben, von Gottes Wirken in dieser Welt. Vielleicht können wir es uns bildlich so vorstellen: Wie wir hier in dieser großen Turiner Kirche San Francesco d‘Assisi sitzen und uns in ihr bewegen, in diesem Haus Gottes, das von Gottes Wirken durchdrungen ist, so sind wir auch in der Welt nicht auf uns allein gestellt, sondern von Gottes Wirken unsichtbar umgeben.

 

Wie kann uns das entlasten! Wir sind bei allem, was wir tun, nicht allein, wir sind auch nicht allein für den Erfolg zuständig. Wir dürfen Menschen sein, die begrenzt sind, und dürfen Gott unser Tun anvertrauen, dass er es auf seine Weise zum Erfolg führt. Das heißt, tue dein Tagwerk und am Abend falte deine Hände und schließe deine Arbeit ein in dein Gebet, mit dem du es Gott anvertraust, damit er das Beste daraus tun soll. Dann tue es wie der Bauer, der schläft und steht auf, Nacht und Tag. Lebe wie der Bauer in dem Vertrauen, dass dein Samen Frucht bringen wird, zu Gottes Zeit und Stunde.

 

Lasst mich dazu Euch noch ein persönliches Beispiel geben. Ich stehe gerade vor Euch und halte diese Predigt. Wie der Bauer so streue auch ich im übertragenen Sinne Samen aus. Ich erhoffe mir dabei, dass meine Worte Eure Herzen erreichen und sie in Euch Früchte tragen. Dass das passiert, kann ich aber nicht garantieren. Das ist allein Gottes Sache. Ich kann nur den Samen ausstreuen und das soll ich auch tun. Dann aber soll ich’s gut sein lassen und meine Predigt nur noch in mein Gebet einschließen, dass Gott sie zum Wirken bringt. 

 

Ob Gott das tut, kann ich allerdings nicht beobachten. Ich kann ja nicht in Euch hineinschauen. Manchmal habe ich auch keinen guten Eindruck von meiner Predigt und zweifle, ob ich damit auch nur einen Menschen erreicht habe. Aber dann tröste ich mich und sage mir: Ich habe mein Bestes versucht und ich will den Worten Jesu vertrauen, dass Gott mit meinem Samen – und sei er noch so kümmerlich – etwas anfangen und ihn zur Frucht führen kann, auf seine Weise, wie und wann er will. Wenn ich mir das in Erinnerung rufe, dann werde ich ruhig – und dann kann ich auch gut schlafen wie der Bauer.

 

Lasst mich Euch ermuntern, dass Ihr auch mal gelassen wie der Bauer seid, dass Ihr Gott vertraut, dass Ihr Euer Gottvertrauen aktiviert und es manchmal auch dann gut sein lasst, denn es wird dann auch gut werden. Denn Gott wird dafür sorgen, dass der Samen, den Ihr gesät habt, wachsen und gedeihen und eine volle Ernte bringen wird. Also seid zuversichtlich und bewahrt Euch Eure Gelassenheit im Leben.

 

Mir persönlich hilft es, gelassener zu sein, wenn ich bete, wenn ich die Samen, die ich ausgestreut habe, Gott im Gebet anvertraue und abgebe. Ich lade Euch nun ein, dass wir zum Ende dieser Predigt eben diese Samen, die wir in unserem Leben ausstreuen, im Gebet vor Gott bringen. Wenn Ihr möchtet, betet im Stillen mit meinen Worten mit. „Gott, himmlischer Vater, wie Jesus, dein Sohn, uns sagt, umgibst du uns und handelst du in unserer Welt. Aus Liebe trittst du an unsere Seite und entlastest uns, deine Geschöpfe. Hilf uns, dass wir an dich abgeben, womit wir uns beschweren. Du sollst und wirst zum Ziel führen, was wir an Samen ausgestreut haben. Auf dich wollen wir vertrauen und durch dich gelassen und frei werden. Amen.“

„Und der Friede Gottes, der alles menschliche Begreifen weit übersteigt, bewahre euer Denken und Wollen im Guten, geborgen in der Gemeinschaft mit Jesus Christus.“ (Philipper 4,7)

Pfarrer Tobias Brendel



Foto scattate durante il Culto: Sabine Wolters

Pastore Tobias Brendel durante la Predica, predicatore in formazione Roberto Antonio Attanasi prima della Benedizione.  

Fotos vom Gottesdienst: Sabine Wolters

Pfarrer Tobias Brendel während der Predigt, Prädikant in Ausbildung Roberto Antonio Attanasi vor dem Segen.