24.09.2023 Testo della Predica - Predigttext


Dove e quando?


Domenica 24 settembre 2023

ore 11:00

Culto 

Chiesa San Francesco d'Assisi Via San Francesco d'Assisi 11 Torino


16a domenica dopo la  Trinità

Predica su Giovanni 8:31-36

Graphik Grafica: Pfeffer
Graphik Grafica: Pfeffer

Wo und Wann?


Sonntag,  24. September 2023

11:00 Uhr

Gottesdienst

Chiesa San Francesco d'Assisi Via San Francesco d'Assisi 11 Torino


16. Sonntag nach Trinitatis 

Predigt über Johannes 8,31-36 



Predica


 31 Gesù disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; 32 conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». 33 Essi gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abraamo, e non siamo mai stati schiavi di nessuno; come puoi tu dire: "Voi diverrete liberi"?» 34 Gesù rispose loro: «In verità, in verità vi dico che chi commette il peccato è schiavo del peccato. 35 Ora lo schiavo non dimora per sempre nella casa: il figlio vi dimora per sempre. 36 Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi.

I

Cara comunità, care sorelle e cari fratelli!

Purtroppo, ai nostri giorni, la verità è spesso oggetto di controversia. Possiamo fidarci di ciò che dicono i media? Esiste un cambiamento climatico causato dall'uomo o questa affermazione è una menzogna? La pandemia di Corona è dovuta a cause naturali o a una cospirazione segreta con Bill Gates al centro? Donald Trump non ha perso le elezioni presidenziali negli Stati Uniti a causa di brogli elettorali da parte dei Democratici? Oppure Trump è ora giustamente accusato di sospetta interferenza elettorale?

 

Qual è la verità? Chi ha ragione? Non sapere quale sia la verità rende le persone incerte e disorientate. Oggi vorrei parlarvi di una persona che ha trovato per se stessa una verità che l’ha liberata per tutta la vita e le ha dato sostegno e orientamento.

 

Sto parlando del grande teologo luterano Eberhard Jüngel. È stato professore di teologia all'Università di Tubinga per molti decenni ed è considerato in tutto il mondo come uno dei più grandi teologi del dopoguerra. È morto due anni fa all'età di 87 anni. Da giovane studente di teologia, ho avuto la fortuna non solo di ascoltarlo durante le lezioni e i seminari, ma anche di incontrarlo personalmente in un'occasione privata. Tra le altre cose, parlammo di come aveva trovato la fede cristiana. Era cresciuto nell'ex DDR in una famiglia in cui la religione non era un tema centrale. Per la sua fede personale, le esperienze fatte nella chiesa luterana nella DDR sono state decisive. A quel tempo, ha vissuto la chiesa come uno dei pochissimi luoghi di verità, mentre nella stragrande maggioranza dei settori della vita sociale, l'apparato statale autoritario della DDR aveva imposto la sua versione della verità come esclusiva e aveva messo la museruola a tutte le opinioni che si discostavano da essa. Poter dire la verità nello spazio della chiesa era per Jüngel una libertà. Questa enorme sensazione di libertà si intensificò quando studiò intensamente la parola di Gesù Cristo. Sperimentò in se stesso il potere liberatorio di questa parola e nella conversazione con me citò ciò che Gesù stesso dice della sua parola nel Vangelo di Giovanni: “Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». […] Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi.”

 

L'incontro con la parola di Gesù liberò Eberhard Jüngel in modo decisivo, persino esistenziale. Rimase fedele alla parola di Gesù per tutta la vita e dedicò la sua carriera professionale alla teologia. Come pastore e professore di teologia, cercò di approfondire la conoscenza della verità su Gesù Cristo e trasmise con cura le sue intuizioni a noi studenti.

II

Per me Eberhard Jüngel è un esempio di come il percorso della vita di una persona possa aprirsi quando scopre la verità. Ma cos'è la verità? La parola di Gesù è la verità, come Gesù la pretende, come afferma assolutamente nelle sue stesse parole: "La verità [della mia parola] vi farà liberi"? Per verità di solito intendiamo qualcosa che è immediatamente evidente a tutti. Per esempio, che c'è un altare accanto a me in chiesa. Nessuno ne dubiterebbe. Oppure che uno più uno è uguale a due. Tutti sono d'accordo.

 

Ma la verità che Gesù rivendica per sé è diversa. Non é possibile dimostrarla come se si trattasse di provare l'esistenza di un altare o un calcolo matematico. La verità di Gesù é come se Lui ci chiamasse dall’ al di là di un abisso e ci promettesse di reggerci e portarci senza che un ponte o una passarella siano visibili per attraversare l’abisso. Esiste solo la promessa di Gesù. Chi decide di partire potrebbe quindi perdere la propria vita e cadere nella morte.  

 

Che la parola di Gesù sia vera non é quindi dimostrabile. La sua verità può essere provata solo personalmente. La sua verità può essere stabilita solo da una persona che osa compiere il passo attraverso l'abisso per avvicinarsi alla parola di Gesù – per accorgersi poi se questa parola regge o meno.

 

Eberhard Jüngel ha acquisito la certezza nel confronto con la parola di Gesù: Questa parola è vera, supporta e rende liberi. Ecco perché ha scommesso la sua vita su questa parola di Gesù e ha pronunciato il suo "Amen" a questa parola, il suo "Così sia", "Così è"!

III

Come vi sentite voi che siete venuti qui oggi e state ascoltando questa predica? Vi fidate della parola di Gesù? Avete il coraggio di passare l'abisso per incontrare Gesù? Oppure trovate la fede difficile ed esitate? Forse posso darvi il coraggio di credere raccontandovi come io stesso mi faccio coraggio per fidarmi della parola di Gesù. Un modo è quello di orientarmi verso persone che credono e che considero affidabili. Eberhard Jüngel è una persona affidabile per me. Quando ripenso a lui, due cose che vedo in lui mi incoraggiano a credere. Forse anche voi vi trovate in una situazione simile e vi fate coraggio. 

 

In primo luogo, vedo in Jüngel un'intelligenza elevata e una mente brillante. Suppongo che avesse penetrato le cose della fede ancora più di me e che fossero molto chiare e perspicaci davanti ai suoi occhi. L'ex presidente tedesco Richard von Weizsäcker, anch'egli protestante, una volta disse di Jüngel: "Jüngel, è il nostro Ratzinger". Con questa frase, von Weizsäcker voleva esprimere il grande significato teologico di Jüngel per la Chiesa protestante. Per questo motivo, trovo il coraggio di credere quando vedo persone così riflessive come Jüngel che hanno creduto nella verità della parola di Gesù.

 

Un secondo aspetto mi incoraggia a credere quando penso a Jüngel. Non era solo una persona molto intelligente, ma anche una persona dallo spirito critico. Non si poteva semplicemente mettere tutto davanti a lui, ma testava le cose per verificarne la veridicità. Questo era già successo durante la sua giovinezza come studente nella DDR. Un giorno prima del suo Esame di Maturità, fu allontanato dal Liceo come "nemico della Repubblica". Si era permesso di dire ciò che considerava la verità. Lo stesso Jüngel riferì in merito: "[...] si trattava di una pletora di incidenti. Ad esempio, le istituzioni diaconali della chiesa di Magdeburgo, le Fondazioni Pfeiffer, erano state confiscate dallo Stato. Io e un mio amico protestammo con veemenza in classe quando gli insegnanti cercarono di giustificare questa situazione e sottolineammo che era sbagliata - tra l'altro, anche secondo le leggi e la costituzione della Repubblica Democratica Tedesca". 

 

Jüngel era quindi una persona dotata di spirito critico già in giovane età, per nulla frivola. Accettava solo ciò che lui stesso riconosceva come vero. E ciò che riconosceva come vero, lo difendeva con coerenza e questo gli sarebbe costato caro. L'ho vissuto in questo modo io stesso quando era il mio professore di teologia a Tubinga. Ha dato tutto per la parola di Gesù che riconosceva come vera. Essa si trovava incontrastata al centro della sua teologia, tutti i suoi pensieri teologici erano legati a questa parola. Jüngel non avrebbe mai pensato di insegnare a noi studenti le sue idee o una teologia libera. A lui interessava la verità.  Noi studenti sentivamo quanto fosse preziosa per lui questa parola di Gesù. Non avrebbe mai relativizzata questa parola né l'avrebbe disdegnata, era troppo cara per lui. 

 

Jüngel mi dà anche il coraggio di credere grazie alla sua veridicità. Lui, questo spirito critico, ha trovato la parola di Gesù vera. Questo rafforza la mia fiducia in questa parola.

 

Forse anche voi provate la stessa cosa e avete trovato il coraggio di credere grazie a ciò che vi ho raccontato oggi su Eberhard Jüngel. Sarei molto felice del vostro coraggio di credere. Perché ho sperimentato spesso che le persone che hanno creduto nella parola di Gesù sono diventate libere per tutta la vita grazie al potere di questa parola. Auguro anche a voi la felicità di questa libertà, anzi la auguro ad ogni essere umano.

E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodisca i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù.". (Filippesi 4:7)

Pastore Tobias Brendel

Graphik-Grafica: Mester
Graphik-Grafica: Mester

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Predigt


31 Jesus sprach zu den Juden, die an ihn glaubten: Wenn ihr bleiben werdet an meinem Wort, so seid ihr wahrhaftig meine Jünger 32 und werdet die Wahrheit erkennen, und die Wahrheit wird euch frei machen. 33 Da antworteten sie ihm: Wir sind Abrahams Nachkommen und sind niemals jemandes Knecht gewesen. Wie sprichst du dann: Ihr sollt frei werden? 34 Jesus antwortete ihnen und sprach: Wahrlich, wahrlich, ich sage euch: Wer Sünde tut, der ist der Sünde Knecht. 35 Der Knecht aber bleibt nicht ewig im Haus; der Sohn bleibt ewig. 36 Wenn euch nun der Sohn frei macht, so seid ihr wirklich frei.

I

Liebe Gemeinde, liebe Schwestern und Brüder!

Was die Wahrheit ist, ist in unseren Tagen leider oft heftig umstritten. Kann man dem trauen, was die Medien sagen? Gibt es einen vom Menschen verursachten Klimawandel, oder ist diese Behauptung Lug und Trug? Geht die Corona-Pandemie auf natürliche Ursachen zurück oder auf eine geheime Verschwörung, in deren Zentrum Bill Gates steht? Hat Donald Trump die Präsidentschaftswahlen in den USA in Wahrheit gar nicht verloren, weil ein Wahlbetrug der Demokraten vorlag? Oder ist Trump nun doch berechtigterweise wegen dringenden Tatverdachts der Wahlbeeinflussung angeklagt?

 

Was ist die Wahrheit? Wer hat Recht? Nicht zu wissen, was die Wahrheit ist, macht Menschen unsicher und orientierungslos. Ich möchte Euch heute von einem Menschen erzählen, der eine Wahrheit für sich fand, die ihn für sein ganzes Leben befreite und ihm Halt und Orientierung gab.

 

Ich rede von dem großen lutherischen Theologen Eberhard Jüngel. Viele Jahrzehnte war er Theologieprofessor an der Universität in Tübingen und gilt weltweit als einer der größten Theologen der Nachkriegszeit. Er starb vor zwei Jahren im Alter von 87 Jahren. Als junger Theologiestudent hatte ich das Glück, ihn nicht nur in Vorlesungen und Seminaren zu hören, sondern ihn auch bei einer Gelegenheit unter vier Augen persönlich kennenzulernen. Wir unterhielten uns unter anderem darüber, wie er zum christlichen Glauben gefunden hatte. Er war in der ehemaligen DDR in einer Familie aufgewachsen, in der Religion kein zentrales Thema war. Für seinen eigenen, persönlichen Glauben waren die Erfahrungen entscheidend, die er in der lutherischen Kirche der DDR gemacht hatte. Er erlebte die Kirche damals als einen der ganz wenigen Orte der Wahrheit, während ansonsten in den allermeisten Bereichen des gesellschaftlichen Lebens der autoritäre Staatsapparat der DDR seine Version der Wahrheit als exklusiv durchgesetzt und alle davon abweichenden Meinungen mundtot gemacht hatte. Im Raum der Kirche die Wahrheit sprechen zu können, war für Jüngel Freiheit. Dieses enorme Freiheitsgefühl verstärkte sich, als er sich intensiv mit dem Wort Jesu Christi auseinandersetzte. Er erlebte an sich selbst die befreiende Kraft dieses Wortes und zitierte dazu in dem Gespräch mit mir, was Jesus selbst über sein eigenes Wort im Johannesevangelium sagt: „Wenn ihr bleiben werdet an meinem Wort, so seid ihr wahrhaftig meine Jünger und werdet die Wahrheit erkennen, und die Wahrheit wird euch frei machen. […] Wenn euch nun der Sohn frei macht, so seid ihr wirklich frei.

 

 

Die Begegnung mit dem Wort Jesu befreite Eberhard Jüngel in entscheidender, ja existentieller Weise. Er hielt zeitlebens an dem Wort Jesu fest und widmete sogar seinen beruflichen Werdegang der Theologie. Als Pfarrer und Theologieprofessor strebte er nach der vertieften Erkenntnis der Wahrheit um Jesus Christus und gab seine Erkenntnisse an uns Studenten sorgsam weiter.

II

Eberhard Jüngel ist für mich ein Beispiel dafür, wie sich einem Menschen der Weg seines Lebens auftun kann, wenn er die Wahrheit entdeckt. Was aber ist die Wahrheit? Ist das Wort Jesu die Wahrheit, wie Jesus es beansprucht, ja wie er es in seinen eigenen Worten absolut beansprucht: „Die Wahrheit [meines Wortes] wird euch frei machen“? Unter Wahrheit verstehen wir ja gewöhnlich etwas, was allen Menschen unmittelbar einleuchtet. Zum Beispiel, dass hier neben mir in der Kirche ein Altar steht. Kein Mensch würde das anzweifeln. Oder dass die Rechnung eins plus eins zwei ergibt. Jeder Mensch stimmt dem zu.

 

Mit der Wahrheit, die Jesus für sich beansprucht, ist das aber anders. Sie lässt sich nicht beweisen wie die Existenz eines Altars oder wie eine mathematische Rechnung. Sondern mit der Wahrheit Jesu verhält es sich so, wie wenn Jesus uns über einen Abgrund hinweg zu sich ruft und uns zusagt, dass er uns tragen wird - aber es ist keinerlei Brücke oder Steg über diesen Abgrund sichtbar! Wir haben lediglich die Zusage Jesu. Wer losgeht, könnte also sein Leben verlieren und in den Tod stürzen. 

 

Dass das Wort Jesu wahr ist, lässt sich also nicht beweisen. Seine Wahrheit kann nur persönlich erprobt werden. Seine Wahrheit kann nur festgestellt werden, indem ein Mensch es wagt, auf das Wort Jesu hin den Schritt über den Abgrund zu tun – und dass er dann dabei feststellt, ob dieses Wort trägt oder nicht.

 

Eberhard Jüngel hat in der Auseinandersetzung mit dem Wort Jesu die Gewissheit gewonnen: Dieses Wort ist wahr, es trägt, es befreit. Darum hat er auf dieses Wort Jesu sein Leben gesetzt und auf dieses Wort sein „Amen“ gesprochen, sein „So sei es!“, „So ist es!“.

III

Wie ist es bei Euch, die Ihr heute hierhergekommen seid und diese Predigt hört? Traut Ihr dem Wort Jesu? Wagt Ihr es, Schritte über den Abgrund zu tun auf Jesus zu? Oder fällt Euch der Glaube schwer und Ihr zögert? Vielleicht kann ich Euch Mut zum Glauben machen, indem ich Euch sage, wodurch ich selber Mut gewinne, dem Wort Jesu zu trauen. Eine Weise ist es, mich an Personen zu orientieren, die glauben und die ich für verlässlich halte. Eberhard Jüngel ist eine solche verlässliche Person für mich. Wenn ich an ihn zurückdenke, so machen mir zwei Dinge, die ich an ihm sehe, Mut zu glauben. Vielleicht ergeht es Euch ähnlich und Ihr bekommt auch Mut. 

 

Einmal sehe ich an Jüngel, welch hohe Intelligenz und brillanten Verstand er hatte. Ich gehe davon aus, dass er die Dinge des Glaubens noch weit mehr durchdrungen hatte als ich und dass sie ihm sehr klar und einsichtig vor Augen lagen. Der ehemalige deutsche Bundespräsident Richard von Weizsäcker, selbst evangelisch, sagte einmal über Jüngel: „Der Jüngel, das ist doch unser Ratzinger.“ Mit diesem Satz wollte von Weizsäcker die große theologische Bedeutung Jüngels für die evangelische Kirche zum Ausdruck bringen. Ich gewinne also Mut zum Glauben, wenn ich an solch reflektierten Personen wie Jüngel sehe, dass sie das Wort Jesu für wahr gehalten haben.

 

Noch ein Zweites ermutigt mich zum Glauben, wenn ich an Jüngel denke. Er war nicht nur ein hochintelligenter, sondern er war auch ein kritischer Mensch. Man konnte ihm nicht einfach alles vorsetzen, sondern er prüfte die Dinge auf Wahrheit hin. Schon in seinen Jugendjahren als Schüler in der DDR war das so. Da wurde er einen Tag vor dem Abitur als „Feind der Republik“ aus dem Gymnasium entfernt. Er hatte es sich erlaubt, das, was er für Wahrheit hielt, auszusprechen. Jüngel berichtete darüber selber so: „[…] das waren eine Fülle von Vorkommnissen. Zum Beispiel waren damals die kirchlichen Diakonischen Anstalten in Magdeburg, die Pfeifferschen Stiftungen, vom Staat beschlagnahmt worden. Und wir haben – eine Freundin und ich – im Unterricht, als die Lehrer das auch noch rechtfertigen wollten, dagegen heftig protestiert und darauf hingewiesen, dass das Unrecht ist – übrigens auch nach den Gesetzen und nach der Verfassung der Deutschen Demokratischen Republik.“ 

 

Jüngel war also schon in jungen Jahren ein kritischer Mensch, ganz und gar nicht leichtfertig. Er akzeptierte nur, was er selbst als wahr erkannt hatte. Und was er dann als wahr erkannt hatte, dafür trat er konsequent ein und sollte es ihn auch viel kosten. Auf diese Art habe ich ihn selbst als Theologieprofessor in Tübingen erlebt. Für das von ihm als wahr erkannte Wort Jesu gab er alles. Es stand unangefochten in der Mitte seiner Theologie, alle seine theologischen Gedanken waren auf dieses Wort bezogen. Jüngel wäre nie auf die Idee gekommen, uns Studenten eigene Ideen oder irgendeine freie Theologie beizubringen. Es ging ihm um die Wahrheit.  Wir Studenten spürten, wie wertvoll ihm dieses Wort Jesu war. Er hätte dieses Wort nicht relativiert oder gar preisgegeben, dafür war es ihm viel zu teuer. 

 

Mut zum Glauben macht mir Jüngel also auch durch seine Wahrhaftigkeit. Er, dieser kritische Geist, hatte das Wort Jesu für sich für wahr befunden. Das stärkt in mir das Vertrauen, es auch mit diesem Wort zu versuchen.

 

Und vielleicht geht es Euch auch so und Ihr habt Mut zum Glauben gefunden durch das, was ich Euch heute über Eberhard Jüngel gesagt habe. Über Euren Glaubensmut würde ich mich sehr freuen. Denn ich habe es schon oft erlebt, dass Menschen, die dem Wort Jesu Glauben geschenkt haben, durch die Kraft dieses Wortes für ihr ganzes Leben frei geworden sind. Das Glück dieser Freiheit wünsche ich Euch auch, ja ich wünsche es einem jeden Menschen.

Und der Friede Gottes, der höher ist als alle Vernunft, bewahre eure Herzen und Sinne in Christus Jesus.“ (Philipper 4,7)

Pfarrer Tobias Brendel