07.04.2023 Testo della Predica - Predigttext


Dove e quando?


Venerdì, 7 aprile 2023

ore 18:30

Culto con Santa Cena

Chiesa San Francesco d'Assisi

Via San Francesco d'Assisi 11

Torino


Venerdì Santo

Predica su Isaia 53:2-5

Jakob Häne (1913-1978), Kirchenberg,   Kanton St. Gallen, Schweiz
Jakob Häne (1913-1978), Kirchenberg, Kanton St. Gallen, Schweiz

Wo und Wann?


Freitag,  7. April 2023

18:30 Uhr

Gottesdienst mit Abendmahl

Kirche San Francesco d'Assisi

Via San Francesco d'Assisi 11

Torino 


Karfreitag 

Predigt über Jesaja 53,2-5



Testo della Predica


I

Cara comunità, care sorelle e fratelli!

 

Nessun'altra parte del nostro corpo è così centrale come il nostro volto.

Se vogliamo sapere come sta l'altra persona, la guardiamo in faccia.

Se vogliamo comunicare con gli altri, lo esprimiamo attraverso il nostro volto.

Se vogliamo capire qualcosa dalla storia della vita di una persona, lo percepiamo nel suo volto. 

 

La nostra persona si riflette nel nostro volto. Ecco perché il nostro passaporto non mostra i nostri piedi, ma il nostro viso. 

 

Poiché il nostro viso è così centrale e importante, dedichiamo molto tempo e sforzi per curarlo e mantenerlo bello. Quante volte e per quanto tempo ci mettiamo davanti allo specchio! Probabilmente non c'è nessuno tra noi che oggi non si sia guardato allo specchio almeno una volta.

 

L'esatto contrario di un viso bello e curato è il volto sfigurato di Gesù sulla croce. Jakob Häne, un pittore svizzero, lo ha raffigurato così com’è stampato sulla cartolina che trovate sul vostro posto. 

 

L’essere umano riesce ad assumere fino a 7000 espressioni facciali. A Gesù ne sono rimaste solo alcune: distorto dal dolore, depresso, sull'orlo dello sfinimento totale. Come ha fatto il suo volto a diventare così?

II

Conosciamo il volto felice di Gesù. Nella comunione con le persone celebrava, mangiava, beveva, cantava e parlava animatamente. Gesù era noto per la sua vicinanza alle persone, la sua socievolezza e la sua cordialità.

 

Conosciamo anche il volto scrutante di Gesù. Dove gli altri distolgono lo sguardo, lui osserva. Chiamò a sé il mendicante cieco Bartimeo sul ciglio della strada, che gli altri volevano mettere a tacere. Si accorse di una donna curva nella nicchia di una sinagoga e la sollevò dalle sue sofferenze. Scoprì l'esattore delle tasse Zaccheo, che non piaceva a nessuno, in cima al suo albero e andò a casa sua. 

Ma ora, il Venerdì Santo, questo volto di Gesù è sfigurato e devastato. Non è quasi più riconoscibile. La gente ha picchiato Gesù, lo ha coronato di spine e gli ha sputato addosso. Il suo volto ricorda le parole del profeta Isaia: 

Non aveva figura né bellezza da attirare i nostri sguardi, né apparenza da farcelo desiderare. Disprezzato e rigettato dagli uomini, uomo dei dolori, conoscitore della sofferenza, simile a uno davanti al quale ci si nasconde la faccia, era disprezzato. (Isaia 53:2-3)

Ma il volto di Gesù racchiude un mistero. Gesù non ha voltato la faccia quando è stato picchiato. Piuttosto, nel suo volto vediamo Gesù che deliberatamente e intenzionalmente attira su di sé la sofferenza del mondo. Gesù soffre per il suo popolo di Israele, soffre per tutta l'umanità. Il mistero del suo volto ci ricorda le parole di Isaia:

Tuttavia, erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato (Isaia 53:4).

Nel Venerdì Santo e sulla croce, il volto di Gesù riflette tutta la lontananza da Dio, la disperazione e la miseria del mondo. Il suo volto riflette, ad esempio, i volti dei bambini che muoiono di fame, dei profughi sfiniti, delle persone esauste del mondo occidentale così frenetico e i volti di innumerevoli persone tormentate che hanno subìto violenza dai loro simili.

 

Ma c'è ancora di più e ancora più profondamente riflesso nel volto di Gesù. Si riflette tutta la relazione conflittuale tra noi esseri umani e Dio. Si riflette il nostro smarrimento di fronte a Dio, perché noi esseri umani abbiamo voltato le spalle a Dio, lo abbiamo allontanato dalla nostra vita e da questo mondo e quindi lo abbiamo perso. Il volto di Gesù riflette tutto il nostro abbandono di Dio. Al momento della sua morte sulla croce, Gesù esprime questa nostra sofferenza umana più profonda nel suo grido: 

 

Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? (Matteo 27:46)

Il grido di Gesù è in verità il nostro grido, il tuo, il mio, quello di tutti. Il suo volto in lacrime rispecchia i nostri volti. Gesù è la precisa immagine di noi sulla croce.

III

Perché Gesù fa questo? Perché prende su di sé la nostra pena che si riflette sul suo volto?

 

Gesù esprime nel suo volto i  nostri fardelli che porta per  sollevarci. Porta il nostro allontanamento da Dio, la nostra morte, porta questo immenso fardello affinché noi ne siamo liberati. Isaia dice:

Il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi abbiamo avuto guarigione. (Isaia 53:5).

Poiché Gesù intercede per noi sulla croce, dalla sua croce ci giungono pace e salvezza. Non siamo più minacciati dalla morte. La nostra colpa davanti a Dio è perdonata. Dio si rivolge di nuovo a noi. Guardando la croce, i nostri volti impauriti dovrebbero rilassarsi, illuminarsi e diventare gioiosi. Ecco perché il volto di Gesù è gravato da tutte le miserie del mondo, affinché i nostri volti umani possano essere liberati da esse, in modo da poter vivere di nuovo, vivere e rivivere in una nuova relazione con Dio.

 

Forse il volto di Gesù sulla croce può sembrarti terribile e orribile e non lo vorresti  guardare. Ma racchiude un segreto. Ti solleva. Se riesci ad accettare questo volto di Gesù sulla croce per te stesso e ad amarlo, sarà pieno di salvezza e di pace per te. Che sia così, questo è ciò che desidero per tutti voi, per tutti noi, per te e per me.

Il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi abbiamo avuto guarigione. (Isaia 53:5).

Jakob Häne (1913-1978), Kirchenberg,   Kanton St. Gallen, Schweiz
Jakob Häne (1913-1978), Kirchenberg, Kanton St. Gallen, Schweiz

“E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù”. (Filippesi 4:7)

Pastore Tobias Brendel


Predigttext


I

Liebe Gemeinde, liebe Schwestern und Brüder!

 

Kein anderes unserer Körperteile ist so zentral wie unser Gesicht.

Wollen wir wissen, wie es dem anderen geht, so schauen wir in sein Gesicht.

Wollen wir uns einander mitteilen, so drücken wir das aus über unser Gesicht.

Wollen wir etwas erkennen aus der Lebensgeschichte eines Menschen, so nehmen wir es wahr in seinem Gesicht. 

 

In unserem Gesicht spiegelt sich unsere Person. Darum sind in unserem Reisepass nicht etwa unsere Füße abgebildet, sondern unser Gesicht. 

 

Weil unser Gesicht so zentral und wichtig ist, wenden wir viel Zeit und Aufwand auf, es zu pflegen und schön zu erhalten. Wie oft und lange stehen wir vor dem Spiegel! Wahrscheinlich gibt es keinen unter uns, der heute nicht schon mindestens einmal in den Spiegel gesehen hat.

 

Das komplette Gegenteil eines schönen und gepflegten Gesichtes ist das verunstaltete Gesicht Jesu am Kreuz. Jakob Häne, ein Schweizer Maler, hat es so dargestellt, wie Ihr es abgedruckt auf der Karte findet, die an Eurem Platz ausliegt. 

 

Bis zu 7000 Gesichtsausdrücke beherrscht ein Mensch. Jesus bleiben nur noch ganz wenige: schmerzverzerrt, niedergeschlagen, am Rande der totalen Erschöpfung. Wie ist sein Gesicht so geworden?

II

Wir kennen das fröhliche Gesicht von Jesus. In der Gemeinschaft mit Menschen hat er gefeiert, gegessen, getrunken, gesungen und sich angeregt unterhalten. Jesus war bekannt für seine Menschennähe, Geselligkeit und Herzlichkeit.

 

Wir kennen auch das suchende Gesicht von Jesus. Wo andere wegsehen, hat er hingesehen. Er hat den blinden Bettler Bartimäus am Wegesrand zu sich gerufen, den andere zum Schweigen bringen wollten. Er hat den Blick gehabt für eine gekrümmte Frau in der Nische einer Synagoge und hat sie von ihren Leiden erlöst. Er hat den Zöllner Zachäus, den niemand mochte, oben auf seinem Baum entdeckt und ist bei ihm zuhause eingekehrt. 

Jetzt aber, am Karfreitag, ist dieses Gesicht Jesu verunstaltet und verwüstet. Es ist kaum mehr wiederzuerkennen. Menschen haben Jesus geschlagen, mit Dornen gekrönt und bespuckt. Sein Gesicht erinnert an die Worte des Propheten Jesaja: 

 

Er war weder schön noch stattlich, wir fanden nichts Anziehendes an ihm. 

Alle verachteten und mieden ihn; denn er war von Schmerzen und Krankheit gezeichnet. Voller Abscheu wandten wir uns von ihm ab (Jesaja 53,2-3).

Aber das Gesicht Jesu birgt ein Geheimnis. Jesus hat sein Gesicht nicht abgewendet, als er geschlagen wurde. Sondern in seinem Gesicht sehen wir, wie Jesus bewusst und absichtlich das Leid der Welt auf sich selbst zieht. Jesus leidet für sein Volk Israel, er leidet für die ganze Menschheit. Das Geheimnis seines Gesichtes erinnert uns an die Worte des Jesaja:

In Wahrheit hat er die Krankheiten auf sich genommen, die für uns bestimmt waren, und die Schmerzen erlitten, die wir verdient hatten (Jesaja 53,4).

Am Karfreitag und am Kreuz spiegelt sich im Gesicht von Jesus alle Gottesferne, Verzweiflung und Not der Welt. In seinem Gesicht spiegeln sich etwa die Gesichter hungerleidender Kinder, abgekämpfter Flüchtlinge, erschöpfter Menschen der so sehr getriebenen westlichen Welt und die Gesichter von unzählbar vielen gequälten Menschen, denen von ihren Mitmenschen Gewalt angetan worden ist.

 

Aber es spiegelt sich noch mehr und noch Tieferes in dem Gesicht von Jesus. Es spiegelt sich das ganze gestörte Verhältnis von uns Menschen zu Gott. Es spiegelt sich in ihm unsere Verlorenheit vor Gott, weil wir Menschen uns von Gott abgewandt haben, ihn aus unserem Leben und dieser Welt gedrängt haben und ihn darum verloren haben. Auf dem Gesicht von Jesus spiegelt sich unsere ganze Gottverlassenheit. Im Moment seines Sterbens am Kreuz legt Jesus diese unsere tiefste menschliche Not in seinen Schrei: 

Mein Gott, mein Gott, warum hast du mich verlassen? (Matthäus 27,46)

Der Schrei von Jesus ist in Wahrheit unser Schrei, deiner, meiner, der aller Menschen. Sein schreiendes Gesicht spiegelt unsere Gesichter. Jesus ist uns Menschen am Kreuz wie aus dem Gesicht geschnitten.

III

Warum tut Jesus das? Warum nimmt er unsere Not auf sich, so dass sie sich in seinem Gesicht spiegelt?

 

Jesus trägt auf seinem Gesicht unsere Lasten, damit wir entlastet werden. Er trägt unsere Gottverlassenheit, unseren Tod, er trägt diese immense Last, damit wir davon frei werden. Jesaja sagt: 

Die Strafe liegt auf ihm, auf dass wir Frieden hätten und durch seine Wunden sind wir geheilt (Jesaja 53,5).

Weil Jesus am Kreuz für uns eintritt, strömen uns von seinem Kreuz Frieden und Heil zu. Wir sind nicht mehr vom Tod bedroht. Unsere Schuld vor Gott ist uns vergeben. Gott wendet sich uns wieder zu. Mit dem Blick auf das Kreuz sollen sich unsere angstvollen Gesichter entkrampfen, aufhellen und froh werden. Darum ist das Gesicht von Jesus mit aller Not der Welt belastet, damit unsere menschlichen Gesichter davon frei werden, damit wir neu leben können, leben und aufleben in einem neuen Verhältnis zu Gott.

 

Vielleicht mag dir das Gesicht von Jesus am Kreuz schlimm und schrecklich erscheinen und du magst nicht hinschauen. Aber es birgt ein Geheimnis. Es entlastet dich. Wenn du dieses Gesicht von Jesus am Kreuz für dich annehmen und es liebgewinnen kannst, so wird es für dich voller Heil und Frieden. Dass es so kommt, das wünsche ich Euch allen, uns allen, dir und mir.

Die Strafe liegt auf ihm, auf dass wir Frieden hätten und durch seine Wunden sind wir geheilt (Jesaja 53,5)

Jakob Häne (1913-1978), Kirchenberg, 

Kanton St. Gallen, Schweiz

Und der Friede Gottes, der höher ist als alle Vernunft, bewahre eure Herzen und Sinne in Christus Jesus." (Philipper 4,7)

Pfarrer Tobias Brendel