08.01.2023 Testo della Predica - Predigttext


Dove e quando?


Domenica, 8 gennaio 2023

ore 11:00

Culto con Santa Cena

Chiesa San Francesco d'Assisi

Via San Francesco d'Assisi 11

Torino


1a domenica dopo l'Epifania

Predica su Giovanni 1:29-34


Wo und Wann?


Sonntag,  8. Januar 2023

11:00 Uhr

Gottesdienst mit Abendmahl

Kirche San Francesco d'Assisi

Via San Francesco d'Assisi 11

Torino 


1. Sonntag nach Epiphanias

Predigt über Johannes 1,29-34



Testo della Predica


I

Cara Comunità, care sorelle e cari fratelli!

 

I protestanti di solito non hanno molta familiarità con i Santi. Nella Chiesa cattolica i Santi sono molto più venerati. La maggior parte di voi, che siete qui oggi, è protestante. Forse, però, ve ne intendete comunque un po’ dei Santi e sapete quale Santo i torinesi hanno scelto come patrono della loro città. Sentiamo parlare di questo Santo nel Vangelo di oggi. Se ascoltate attentamente, scoprirete di quale Santo stiamo parlando. (Lettura del Vangelo) 


29 Il giorno seguente, Giovanni vide Gesù che veniva verso di lui e disse: «Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo! 30 Questi è colui del quale dicevo: “Dopo di me viene un uomo che mi ha preceduto, perché egli era prima di me”. 31 Io non lo conoscevo; ma appunto perché egli sta manifestato a Israele, io sono venuto a battezzare in acqua». 32 Giovanni rese testimonianza, dicendo: «Ho visto lo Spirito scendere dal cielo come una colomba e fermarsi su di lui. 

33 Io non lo conoscevo, ma colui che mi ha mandato a battezzare in acqua, mi ha detto: “Colui sul quale vedrai lo Spirito scendere e fermarsi, è quello che battezza con lo Spirito Santo”. 34 E io ho veduto e ho attestato che questi è il Figlio di Dio». 


Avete capito di quale Santo parla il nostro Vangelo di oggi? Esatto, di Giovanni Battista. E proprio lui hanno scelto i torinesi come patrono della loro città. La ritengo una scelta eccellente. Perché mi appassiona il compito che Giovanni ha secondo il nostro Vangelo. Giovanni dice di sé stesso: Affinché Gesù "sta manifestato a Israele, io sono venuto a battezzare in acqua (1:31)". Quindi Giovanni battezza per far conoscere Gesù tra la gente, per indicare Gesù alle persone. Quale compito bello, nobile e distinto! Anch'io ho questo compito. E quanto possiamo ritenerci fortunati, noi torinesi, ad avere un Santo patrono che ci indica Gesù, che vuole aprirci gli occhi sul Figlio di Dio!

 

C'è una famosa pala d'altare che raffigura esattamente questa scena, come la troviamo nel nostro Vangelo di oggi: Giovanni ci indica Gesù. Si tratta della pala d'altare ad Isenheim di Matthias Grünewald del 1515/16. Oggi è esposta in un museo di Colmar, in Francia. Con un dito indice di grandi dimensioni, Giovanni sta lì accanto alla croce su cui è appeso Gesù, indicando Gesù. Giovanni indica Gesù dal lato, non entra nel centro dell'immagine. È del tutto chiaro cosa il pittore vuol far capire: L'unica e sola preoccupazione di Giovanni è focalizzare sguardo su Gesù e che tutti gli sguardi siano rivolti a lui. Mettere Gesù al centro, questo è il compito di Giovanni, questo è tutto ciò che vuole e per cui vive.

II

Ma perché Gesù? Perché Giovanni vuole, anzi deve, renderlo così importante? Perché noi esseri umani dovremmo concentrarci su di lui? Cosa c'è di così speciale in Gesù? Se ascoltiamo le parole che Giovanni dice su Gesù nel nostro Vangelo, allora conosciamo la risposta. Giovanni dice: "Dopo di me viene un uomo che mi ha preceduto, perché egli era prima di me. (1,30)" E ancora: "Questi è il Figlio di Dio. (1,34)" 

 

Lo percepite, lo riconoscete in queste parole? Giovanni vuole dire: Ciò che ha di speciale Gesù, è che egli è più di un uomo, sì, ancora più che un uomo speciale, infatti Gesù è Dio. Giovanni dice: Con Gesù viene colui che "era prima di me", che era "dopo di me". Arriva colui che era molto prima di Giovanni, che era molto prima di tutta la creazione. Con Gesù arriva il "Figlio di Dio" che è eterno, come eterno è Dio, suo Padre. Con Gesù, Dio stesso viene a noi sulla terra. Egli viene a noi attraverso suo Figlio.

 

Non so cosa pensiate che sia Gesù. Molti pensano che sia una persona speciale e sottolineano le sue straordinarie qualità. Un grandissimo dell'umanità, un prescelto, colui che ha realizzato ciò che i migliori prima di lui volevano, colui che ci ha mostrato come dovremmo vivere e agire. Gesù: una vetta suprema all'interno dell'umano, uno particolarmente vicino a Dio, quindi un mediatore, un profeta, un grande maestro. È così che si parlava di Gesù ed è così che se ne parla ancora oggi.

 

 

Con una tale visione, tuttavia, ci sfuggirebbe il punto essenziale che conta qui. Ci mancherebbe quello che Giovanni ci dice di Gesù. Giovanni la vede in modo completamente diverso. La differenza tra noi esseri umani e Gesù non è definibile secondo i criteri di misura umani. Poiché la natura di Gesù è del tutto diversa. Egli non è soggetto alla caducità come tutti noi. In Gesù incontriamo colui che è eterno, in Gesù incontriamo Dio. Come dice Giovanni: "Dopo di me viene un uomo che mi ha preceduto, perché egli era prima di me." "Questi è il Figlio di Dio." 

III

Per questo motivo, Giovanni ha l'alto, nobile e distinto compito di indicarci Gesù. Egli deve indicarci l'incredibile: Dio in mezzo a noi, attraverso Gesù Dio è venuto a noi. Quanto è importante, quanto è cruciale, questo compito di Giovanni! Guardate quante persone sono alla ricerca di Dio in questo nostro mondo! E quanto sia difficile per loro trovarlo. Quanto desiderano di avere un appiglio ed un sostegno in Lui, ma non lo trovano, si aggirano nella nebbia, si confondono sulla sua esistenza, rimangono nella vaghezza e vivono in una grande incertezza. Quindi, quanto è importante, quanto è prezioso, che Giovanni si faccia avanti e indichi Gesù e dica: Eccolo, è qui, qui in quest'uomo troverete Dio! La vostra ricerca deve finalmente giungere a compimento. In questa persona, in Gesù, troverete il sostegno desiderato, qui troverete la certezza, qui troverete Dio.

 

Tra l'altro, non è scontato che noi umani riconosciamo effettivamente Dio in Gesù. La Bibbia dice che in linea di principio non è possibile per nessun essere umano riconoscere Dio. Nel nostro Vangelo vediamo che persino lo stesso Giovanni ha bisogno di un segno per riconoscere Gesù. “Colui sul quale vedrai lo Spirito scendere e fermarsi, è quello" (1:33), dice Dio a Giovanni. È così anche nella storia del Natale: anche i pastori hanno bisogno di un segno per riconoscere Gesù. Per loro è "il bambino avvolto in fasce e adagiato in una mangiatoia (Luca 2:12)". E anche noi oggi, qui a Torino, abbiamo bisogno di un indizio su dove dobbiamo cercare e trovare Dio. L'indizio che ci viene dato è la parola di Giovanni: "Io ho veduto e ho attestato che questi è il Figlio di Dio. (1,34)" Sì, Dio ci dà degli indizi su Gesù. Egli si manifesta proprio in Gesù.

 

Per concludere: potrebbe essere che tu sia spinto a cercare davvero Dio in Gesù. Ma non sai se Gesù ha buone intenzioni con te, se Dio ha buone intenzioni con te. Questa è di solito la domanda decisiva: Dio esiste, sì, posso ancora crederci. Ma ha davvero buone intenzioni con me? Posso davvero affidarmi a lui? Se la pensi così, vorrei dirti brevemente cosa dice Giovanni sulle azioni di Gesù, ovvero quanto Gesù si relaziona con noi esseri umani nella bontà e quanto agisce con devozione nei nostri confronti. 

 

"Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo! (1,29)" Gesù viene, dice Giovanni, per dare la sua vita per noi, per sacrificarsi per noi, per togliere ciò che ci separa da Dio, il nostro peccato, per darci la pace con Dio. Ed  ancora: 

"È quello che battezza con lo Spirito Santo. (1,33)" Gesù non sta solo eliminando qualcosa dalla nostra vita: il peccato e le sue conseguenze. Egli porta anche qualcosa nella nostra vita: il suo Spirito Santo, un legame solido e intimo con Dio.  

 

Gesù ti mostra: Dio è tutto per te, agisce per il tuo bene, puoi affidarti a lui. Quindi cerca Dio in questo mondo in Gesù - e otterrai tutto ciò che Dio ha pensato per te, otterrai il più grande tesoro che Dio ha in serbo per te in questo mondo. 

“E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù”. (Filippesi 4:7)

Pastore Tobias Brendel


Predigttext


I

Liebe Gemeinde, liebe Schwestern und Brüder!

Evangelische kennen sich meist nicht so gut aus mit den Heiligen. In der katholischen Kirche werden die Heiligen viel stärker verehrt. Die meisten von Euch, die heute hier sind, sind Evangelische. Vielleicht kennt Ihr Euch trotzdem etwas mit den Heiligen aus und wisst, welchen Heiligen sich die Turiner zum Schutzpatron ihrer Stadt erwählt haben. Von diesem Heiligen hören wir nämlich heute in unserem Evangelium. Wenn Ihr genau hinhört, werdet Ihr herausfinden, um welchen Heiligen es geht. (Verlesung des Evangeliums)  


29 Johannes sieht, dass Jesus zu ihm kommt, und spricht: Siehe, das ist Gottes Lamm, das der Welt Sünde trägt! 30 Dieser ist’s, von dem ich gesagt habe: Nach mir kommt ein Mann, der vor mir gewesen ist, denn er war eher als ich. 31 Und ich kannte ihn nicht. Aber damit er offenbar werde für Israel, darum bin ich gekommen zu taufen mit Wasser. 32 Und Johannes bezeugte es und sprach: Ich sah, dass der Geist herabfuhr wie eine Taube vom Himmel und blieb auf ihm. 33 Und ich kannte ihn nicht. Aber der mich gesandt hat zu taufen mit Wasser, der sprach zu mir: Auf welchen du siehst den Geist herabfahren und auf ihm bleiben, der ist’s, der mit dem Heiligen Geist tauft. 34 Und ich habe es gesehen und bezeugt: Dieser ist Gottes Sohn.


Habt Ihr es festgestellt? Von welchem Heiligen spricht unser heutiges Evangelium? Richtig, von Johannes dem Täufer. Und ihn haben sich die Turin zum Schutzpatron ihrer Stadt erwählt. Ich halte das für eine ausgezeichnete Wahl. Denn mich begeistert die Aufgabe, die Johannes laut unserem Evangelium hat. Johannes sagt von sich selbst: Damit Jesus „offenbar werde für Israel, darum bin ich gekommen zu taufen mit Wasser (1,31)“. Johannes tauft also, um Jesus unter den Menschen bekannt zu machen, die Menschen auf Jesus zu verweisen. Welch eine schöne, edle und vornehme Aufgabe ist das! Ich habe diese Aufgabe ja auch. Und wie glücklich können wir Turiner uns schätzen, dass wir einen Stadtpatron haben, der uns auf Jesus verweist, der uns die Augen öffnen möchte für den Sohn Gottes!

 

Es gibt ein berühmtes Altarbild, auf dem genau diese Szene dargestellt ist, wie wir sie in unserem heutigen Evangelium finden: Johannes weist uns auf Jesus hin. Es ist das Altarbild des Isenheimer Altars von Matthias Grünewald aus dem Jahr 1515/16. Es hängt heute in einem Museum in Colmar in Frankreich. Mit einem überdimensional langen Zeigefinger steht dort Johannes neben dem Kreuz, an dem Jesus hängt, und deutet auf Jesus. Johannes deutet auf Jesus von der Seite her, er betritt nicht die Bildmitte. Es ist ganz klar, der Maler will deutlich machen: Es geht Johannes einzig und allein darum, dass Jesus in den Blick kommt und dass alle Blicke auf Jesus gerichtet sind. Jesus ins Zentrum setzen, das ist die Aufgabe des Johannes, das ist alles, was er will und wofür er lebt.

II

Warum aber Jesus? Warum will, ja soll Johannes ihn so groß herausstellen? Warum sollen wir Menschen ihn in den Blick bekommen? Was ist das Besondere an Jesus? Hören wir auf die Worte des Johannes, die er in unserem Evangelium über Jesus sagt, dann wissen wir die Antwort. Johannes sagt: „Nach mir kommt ein Mann, der vor mir gewesen ist, denn er war eher als ich. (1,30)“ Und weiter: „Dieser ist Gottes Sohn. (1,34)“

 

Erspürt, erkennt Ihr es an diesen Worten? Johannes möchte sagen: Das Besondere an Jesus ist, dass er mehr ist als ein Mensch, ja noch mehr als ein besonderer Mensch, sondern Jesus ist Gott. Johannes sagt: Mit Jesus kommt derjenige, der „vor mir gewesen ist“, der „eher als ich“ war. Es kommt, der weit vor Johannes war, der weit vor aller Schöpfung war. Mit Jesus kommt „Gottes Sohn“, der ewig ist, wie Gott, sein Vater, ewig ist. Mit Jesus kommt Gott selbst zu uns auf die Erde. Er kommt zu uns durch seinen Sohn.

 

Ich weiß nicht, wofür Ihr Jesus haltet. Viele Menschen halten ihn für einen besonderen Menschen und heben seine außergewöhnlichen Eigenschaften hervor. Ein ganz Großer der Menschheit, ein Auserwählter, derjenige, der vollendet hat, was die Besten vor ihm gewollt haben, der, der uns vorgelebt hat, wie man leben und handeln sollte. Jesus: ein höchster Gipfel innerhalb des Menschlichen, ein besonders Gottnaher, darum ein Mittler, ein Prophet, ein großer Lehrer. So hat man von Jesus geredet, so redet man noch heute von ihm.

 

Mit einer solchen Sicht würden wir aber an dem Eigentlichen vorbeigehen, worauf es hier ankommt. Wir würden an dem vorbeigehen, was uns Johannes über Jesus sagt. Johannes sieht es ganz anders. Der Unterschied zwischen uns Menschen und Jesus ist nicht messbar nach menschlicher Größe. Denn Jesus ist von ganz anderer Art. Er unterliegt nicht der Vergänglichkeit wie wir alle. In Jesus begegnet uns der ewig ist, in Jesus begegnet uns Gott. Wie es Johannes sagt: „Nach mir kommt ein Mann, der vor mir gewesen ist, denn er war eher als ich.“ „Dieser ist Gottes Sohn.“

III

Aus diesem Grund hat Johannes diese hohe, edle und vornehme Aufgabe, uns auf Jesus zu verweisen. Er soll uns auf das Unglaubliche verweisen: Gott mitten unter uns, durch Jesus ist Gott zu uns gekommen. Wie wichtig, wie entscheidend wichtig, ist diese Aufgabe des Johannes! Seht, wie viele Menschen nach Gott suchen in dieser unserer Welt! Und wie schwer sie sich oft tun, ihn zu finden. Wie sehr es sie verlangt, an ihm einen Halt zu haben, aber sie finden ihn nicht, sie stochern im Nebel, sie werden irre an seiner Existenz, sie bleiben im Vagen und leben dahin in großer Ungewissheit. Darum wie wichtig, wie wertvoll, dass Johannes hintritt und auf Jesus verweist und sagt: Hier ist er, hier, in diesem Menschen findet ihr Gott! Eure Suche soll endlich an ihr Ziel gelangen. An diesem Menschen, an Jesus, findet ihr den ersehnten Halt, hier findet ihr Gewissheit, hier findet ihr Gott.

 

Es versteht sich übrigens nicht von selbst, dass wir Menschen tatsächlich Gott erkennen in Jesus. Die Bibel sagt, dass es prinzipiell keinem Menschen möglich ist, Gott zu erkennen. In unserem Evangelium sehen wir, dass selbst Johannes ein Zeichen braucht, Jesus zu erkennen. "Auf welchen du siehst den Geist herabfahren und auf ihm bleiben, der ist’s (1,33)“, sagt Gott zu Johannes. So auch in der Weihnachtsgeschichte: Auch die Hirten brauchen ein Erkennungsmerkmal. Für sie ist es „das Kind in Windeln gewickelt und in einer Krippe liegen (Lukas 2,12)“. Und auch wir heute hier in Turin brauchen einen Hinweis, wo wir Gott suchen und finden sollen. Der uns gegebene Hinweis ist das Wort des Johannes: „Ich habe es gesehen und bezeugt: Dieser ist Gottes Sohn. (1,34)“ Ja, Gott gibt uns Hinweise auf Jesus, dass er eben in Jesus zu finden ist.

 

Nun noch zum Schluss: Es könnte sein, dass es Dich dazu treibt, Gott tatsächlich in Jesus zu suchen. Aber Du weißt nicht recht, ob Jesus es gut mit Dir meint, ob Gott es gut mit Dir meint. Das ist ja allermeist die entscheidende Frage: Gott existiert, ja, das kann ich noch glauben. Aber meint er es denn tatsächlich gut mit mir? Kann ich mich ihm tatsächlich anvertrauen? Wenn Du so denkst, möchte ich Dir an dieser Stelle noch kurz sagen, was Johannes über das Tun und Handeln von Jesus sagt, nämlich wie sehr Jesus im Guten auf uns Menschen bezogen ist und wie hingegeben er an uns handelt. 

 

Siehe, das ist Gottes Lamm, das der Welt Sünde trägt! (1,29)“ Jesus kommt, so sagt Johannes, um sein Leben für uns zu geben, um sich für uns zu opfern, um das, was uns von Gott trennt, unsere Sünde, wegzunehmen, uns Frieden mit Gott zu schenken. Und ein Zweites: „Der ist’s, der mit dem Heiligen Geist tauft. (1,33)“ Jesus räumt nicht nur etwas aus unserem Leben weg: die Sünde und ihre Folgen. Er bringt auch etwas in unser Leben hinein: seinen heiligen Geist, eine feste, innige Verbundenheit mit Gott. 

 

Jesus zeigt Dir: Gott ist ganz für Dich, er handelt zu Deinem Guten, Du darfst Dich ihm anvertrauen. Suche Du in dieser Welt also Gott bei Jesus – und Du gewinnst alles, was Gott Dir zugedacht hat, Du gewinnst den größten Schatz, den Gott in dieser Welt für Dich bereithält. – Und der Stadtpatron Turins hätte sein Ziel erreicht, Dich auf Jesus verwiesen zu haben. Wie sehr würde er sich mit Dir freuen!

Und der Friede Gottes, der höher ist als alle Vernunft, bewahre eure Herzen und Sinne in Christus Jesus." (Philipper 4,7)

Pfarrer Tobias Brendel



Fonte dell'immagine / Bildquelle: https://rundfunk.evangelisch.de/kirche-im-radio/am-sonntagmorgen/der-isenheimer-altar-7021