24.12.2022 Testo della Predica - Predigttext


Dove e quando?


Sabato, 24 dicembre 2022

ore 15:30

Culto per famiglie per la Vigilia di Natale

Chiesa San Francesco d'Assisi

Via San Francesco d'Assisi 11

Torino


Vigilia di Natale

Luca 2

epd-Bild
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Wo und Wann?


Samstag,  24. Dezember 2022

15:30 Uhr

Familiengottesdienst zum Heiligabend

Kirche San Francesco d'Assisi

Via San Francesco d'Assisi 11

Torino 


Heiligabend

Lukas 2



Testo della Predica


Nella nostra rappresentazione della Natività si è detto alla fine che tutti voi che siete qui oggi e che siete seduti tra le panche dovete venire qui davanti dove c’è il presepe, quindi non solo Maria e Giuseppe, gli angeli e i pastori, i re magi che sono qui all’altare. Per motivi di spazio questo ovviamente non è possibile. Sono però entusiasta dell’idea: tutti voi qui davanti nel presepe vicino al Gesù Bambino! È questo che fa il Natale! Nessuno deve essere escluso dall’incontrare Gesù, il figlio di Dio. Al contrario, Dio invita tutti a venire alla mangiatoia. Gli angeli non esortano soltanto i pastori a farlo. La stella cometa índica il cammino verso Betlemme non soltanto ai re magi. No, Dio chiama ogni persona alla mangiatoia, Te e Te e Te e me, noi tutti.

 

Ma perché Dio ci chiama ad andare alla mangiatoia? Ascoltiamo ancora una volta le parole dell’angelo. Egli grida ai pastori sul pascolo di Betlemme, sì, egli grida a tutti noi stasera: «Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà: “Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore”». Quando Dio ci chiama per andare alla mangiatoia, vorrebbe che ogni paura ci cadesse di dosso – “Non temete” – e che una grande gioia riempisse il nostro cuore: “io vi porto la buona notizia di una grande gioia”.

 

Gioia! Quante persone desíderano la gioia, soprattutto nella festa di Natale! Ma tante vicissitudini ci rendono difficile rallegrarci di tutto cuore. La forza che portiamo in noi stessi di abbandonare ciò che ci appesantisce è molto limitata. A volte è come se avessimo delle catene su di noi e come se ci trovassimo in una prigione. Quanto sarebbe bello e liberatorio se potessimo gioire senza pensieri, soprattutto a Natale!

 

QUESTO però è il Natale, che ci venga assegnata liberamente la gioia da Dio, la gioia che desideriamo! “Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia”. Il Natale significa: Non dobbiamo fare uno sforzo per gioire. Dio ci mette la gioia in grembo come un dono. È la gioia che si trova nel presepe con il bambino. “È nato per voi un Salvatore”. Il figlio di Dio, questo “Salvatore”, lui stesso è questa gioia, egli è la gioia in persona. Dio ti dona Gesù e con lui Dio ti regala la sua gioia.

 

Ma in cosa consiste esattamente questa gioia? E come la otteniamo? Insomma, la gioia è semplicemente in questo bambino nella mangiatoia, in Gesù Cristo. Se ti affidi a lui, questo Figlio di Dio, sentirai che ti toglierà tutti i pesi e la sua gioia si impadronirà di te.

 

Perché questo Figlio di Dio conosce le sofferenze, il travaglio e la paura del nostro cuore. È appena nato appunto per toglierci tutte le nostre disgrazie e per prenderle su di sé. Tutta la nostra paura la prende su di sé già nella mangiatoia e la porta più tardi fino alla croce affinché non ci tormenti più a lungo. Tutti i nostri peccati e mancanze lui li sopporta nello stesso modo affinché troviamo il perdóno. Persino la nostra morte lui la prende su di sé e la fa morire sulla croce, affinché noi abbiamo la vita. Il bambino nella mangiatoia, Gesù Cristo, sta solo aspettando che tu venga da lui e gli dia tutto ciò che ti tormenta.

 

Rendilo il più concreto possibile: vieni alla mangiatoia e inizia con Gesù Cristo il dialogo, pregalo, raccontagli la tua vita. Raccontagli tutte le tue paure e preoccupazioni, elencagli le tue mancanze e ingiustizie, mostragli le tue ferite dell’anima e i tuoi acciacchi fisici, pregalo di aiutarti nel rapporto con coloro con i quali hai delle difficoltà. Se vuoi, ringrazialo anche per tutto quello che ti rende felice. Condividi quindi tutta la tua vita con il figlio di Dio. Affidati a lui. 

 

È la mia esperienza personale, che ripeto più volte: se lo fai, come ti sentirai leggero intorno al cuore, come la sua gioia fa il suo ingresso in te e una pace profonda ti riempie. Anche il padre della Chiesa Agostino ebbe questa esperienza liberatoria. Per molti anni della sua vita ha cercato invano la pace e la gioia. Li ha trovati solo quando ha trovato Gesù Cristo. Ha scritto in questo modo:

Ci hai fatti per te, o Signore, 

e il nostro cuore è inquieto 

finché non riposa in te.”

 

L'esperienza di Agostino è la stessa che penso io: troviamo riposo e pace - e con essa la gioia - solo quando abbiamo trovato Gesù Cristo e gli abbiamo affidato la nostra vita. Ecco perché credo che la vigilia di Natale Dio chiami tutti, proprio tutti senza eccezioni, alla mangiatoia, a Gesù Cristo. In lui risiede la gioia di Dio, che si trasmette a ogni essere umano, anche a tutti noi qui stasera, a Te e a Te e a Te e a me.

 

«Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà: “Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore”».

Grafica - Graphik: Pfeffer
Grafica - Graphik: Pfeffer

Predigttext


In unserem Krippenspiel hieß es eben zum Schluss, dass eigentlich Ihr alle, die Ihr heute Abend hier seid und in den Bänken sitzt, nach vorne zur Krippe kommen müsstet. Also nicht nur Maria und Josef, die Engel und Hirten und Könige, die hier vorne am Altar sind. Aus Platzgründen geht das natürlich nicht. Aber von der Idee bin ich begeistert: Ihr alle hier vorne an der Krippe bei dem Jesuskind! Das ist es, was Weihnachten ausmacht! Niemand soll davon ausgeschlossen sein, Jesus, dem Sohn Gottes, zu begegnen. Im Gegenteil, alle lädt Gott ein, zur Krippe zu kommen. Die Engel fordern nicht nur die Hirten dazu auf. Der Stern weist nicht nur den Königen den Weg nach Bethlehem. Nein, jeden Menschen ruft Gott zur Krippe, Dich und Dich und Dich und mich, uns alle.

 

Warum aber ruft uns Gott zur Krippe? Wir hören noch einmal die Worte des Engels. Er ruft den Hirten auf dem Feld von Bethlehem, ja, er ruft uns allen auch heute Abend zu: „Fürchtet euch nicht! Siehe, ich verkündige euch große Freude, die allem Volk widerfahren wird; denn euch ist heute der Heiland geboren! (Lukas 2,10-11)“ Wenn Gott uns zur Krippe ruft, möchte er, dass alle Furcht von uns abfällt – „Fürchtet euch nicht!“ – und tiefe Freude unser Herz erfüllt – „Ich verkündige euch große Freude!“. 

 

Freude! Wieviele Menschen sehnen sich nach Freude, gerade zum Weihnachtsfest! Aber viele Umstände machen es uns schwer, uns von ganzem Herzen zu freuen. Die Kraft, die wir in uns selber tragen, das abzulegen, was uns beschwert, ist sehr begrenzt. Manchmal ist es gar so, als trügen wir Fesseln an uns und befänden uns in einem Gefängnis. Wie schön und befreiend wäre es, wir könnten uns unbeschwert freuen, gerade auch an Weihnachten!

 

DAS aber ist nun Weihnachten, dass uns die Freude, nach der wir uns sehnen, von Gott her frei zugesprochen wird! „Fürchtet euch nicht! Siehe, ich verkündige euch große Freude!“ Weihnachten heißt: Wir müssen uns nicht anstrengen, uns zu freuen. Sondern Gott legt uns die Freude wie ein Geschenk in den Schoß. Es ist die Freude, die in dem Kind in der Krippe liegt. „Euch ist heute der Heiland geboren!“ Der Sohn Gottes, dieser „Heiland“, er selbst ist die Freude, er ist die Freude in Person. Ihn schenkt Dir Gott und mit ihm schenkt Gott Dir seine Freude.

 

Worin genau aber besteht diese Freude? Und wie bekommen wir sie? Ich meine, die Freude liegt ganz einfach in diesem Kind in der Krippe, in Jesus Christus. Wenn Du Dich ihm anvertraust, diesem Sohn Gottes, wirst Du spüren, wie er Dir alle Lasten abnimmt und seine Freude Dich ergreift.

 

Denn dieser Gottessohn weiß um die Schmerzen, Not und Angst unseres Herzens. Und er ist eben gerade dazu geboren, uns alle Not abzunehmen und auf sich selbst zu nehmen. Alle unsere Angst nimmt er bereits in der Krippe auf sich und trägt sie später bis ans Kreuz, damit sie uns nicht länger quält. Alle unsere Sünden und Verfehlungen trägt er auf die gleiche Weise, damit wir Vergebung finden. Selbst unseren Tod nimmt er auf sich und stirbt ihn am Kreuz, damit wir das Leben haben. Das Kind in der Krippe, Jesus Christus, wartet nur darauf, dass Du zu ihm kommst und ihm alles gibst, was Dich quält. 

 

Mach es so konkret wie möglich:  Komm an die Krippe und nimm mit Jesus Christus das Gespräch auf, bete zu ihm, erzähle ihm dein Leben. Erzähle ihm alle Deine Ängste und Sorgen. Nenne ihm Deine Verfehlungen und Dein Unrecht. Zeige ihm Deine seelischen Verletzungen und Deine körperlichen Gebrechen. Bitte ihn um Hilfe im Umgang mit den Menschen, mit denen Du Dich schwer tust. Wenn Du möchtest, danke ihm auch für alles, was Dich beglückt. Teile also Dein ganzes Leben mit dem Gottessohn. Vertraue Dich ihm an. 

 

Es ist meine eigene Erfahrung, die ich immer wieder mache: Wenn Du das tust, wirst Du spüren, wie es Dir auf einmal leicht wird ums Herz, wie seine Freude in Dir Einzug hält und ein tiefer Friede Dich erfüllt.

 

Auch der Kirchenvater Augustin hat diese befreiende Erfahrung gemacht. Viele Jahre seines Lebens suchte er vergeblich nach Frieden und Freude. Er fand sie erst, als er Jesus Christus fand. Darüber schrieb er so: 

„Zu dir hin hast du uns erschaffen, o Herr,

und unruhig ist unser Herz, 

bis es Ruhe findet in dir.“

 

Augustins Erfahrung ist dieselbe wie meine: Wir finden nur dann Ruhe und Frieden - und damit auch die Freude -, wenn wir Jesus Christus gefunden und ihm unser Leben anvertraut haben. Darum glaube ich, dass Gott an Heiligabend jeden, wirklich jeden Menschen ohne Ausnahme zur Krippe ruft, zu Jesus. In ihm wohnt die Freude Gottes, die sich auf jeden Menschen übertragen soll, auch auf uns alle hier heute Abend, auf Dich und auf Dich und auf Dich und auf mich. 

 

„Fürchtet euch nicht! 

Siehe, ich verkündige euch große Freude, die allem Volk widerfahren wird; denn euch ist heute der Heiland geboren.“

Pfarrer Tobias Brendel