23.10.2022 Testo della Predica - Predigttext


Dove e quando?


Domenica, 23 ottobre 2022

ore 11:00

Chiesa San Francesco d'Assisi

Via San Francesco d'Assisi 11

Torino


Culto per la 19ª domenica dopo la Festa della Trinità

Marco 2,1-12

Foto: Lehmann
Foto: Lehmann

Wo und Wann?


Sonntag,  23. Oktober 2022

11:00 Uhr

Kirche San Francesco d'Assisi

Via San Francesco d'Assisi 11

Torino 


19. Sonntag nach dem Trinitatisfest

Markus 2,1-12



Testo della Predica


1 Dopo alcuni giorni, Gesù entrò di nuovo in Capernaum. Si seppe che era in casa, 2 e si radunò tanta gente che neppure lo spazio davanti alla porta la poteva contenere. Egli annunciava loro la parola.

3 E vennero a lui alcuni con un paralitico portato da quattro uomini. 4 Non potendo farlo giungere fino a lui a causa della folla, scoperchiarono il tetto dalla parte dov'era Gesù; e, fattavi un'apertura, calarono il lettuccio sul quale giaceva il paralitico. 5 Gesù, veduta la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, i tuoi peccati ti sono perdonati». 6 Erano seduti là alcuni scribi e ragionavano così in cuor loro: 7 «Perché costui parla in questa maniera? Egli bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non uno solo, cioè Dio?» 8 Ma Gesù capì subito, con il suo spirito, che essi ragionavano così dentro di loro, e disse: «Perché fate questi ragionamenti nei vostri cuori? 9 Che cosa è più facile, dire al paralitico: "I tuoi peccati ti sono perdonati", oppure dirgli: "Àlzati, prendi il tuo lettuccio e cammina"? 10 Ma, affinché sappiate che il Figlio dell'uomo ha sulla terra autorità di perdonare i peccati, 11 io ti dico», disse al paralitico, «àlzati, prendi il tuo lettuccio, e vattene a casa tua». 12 Ed egli si alzò e, preso subito il lettuccio, se ne andò via in presenza di tutti; sicché tutti si stupivano e glorificavano Dio, dicendo: «Una cosa così non l'abbiamo mai vista».

I

Cara comunità, care sorelle e cari fratelli!

Dove agisce Dio in questo mondo? Questa domanda se la pongono in molti. La pongono in particolare considerata la sofferenza e le tante ingiustizie in questo mondo. A loro manca l’azione di Dio, a loro manca il suo intervento. Chissà, forse dubitano della sua esistenza e urlano nell’universo: «Mostrati Dio, se ci sei!»

 

La nostra storia di oggi dal Vangelo di Marco arriva vicina a questa domanda. Essa ci mostra Dio nel bel mezzo di questo mondo, anche e soprattutto nel mezzo della sofferenza di questo mondo. Ci mostra però Dio con delle sorprese. Ci mostra Dio come noi non ce lo aspetteremmo. Ce lo mostra com’è davvero, e non così come noi spesso ce lo immaginiamo o costruiamo.

 

Delle sorprese in questa storia ce ne sono però innanzitutto dal punto di vista umano. C’è Gesù che predica in una casa a Capernaum, nella sua terra di Galilea, e persino davanti alla porta la gente sta accalcata perché vuole sentire Gesù. In quel momento quattro uomini trasportano un paralitico su una lettiga. Lo vogliono portare da Gesù, ma trovano la folla. Allora salgono semplicemente sul tetto piano della casa, fanno un buco nel tetto di argilla e rami e calano il paralitico verso Gesù. Che immagine, che sorpresa, che impegno da parte dei quattro! Vogliono a tutti i costi che questo paralitico sia guarito. Lo devono amare proprio tanto.

 

Adesso però è anche Gesù a sorprendere con la sua reazione. Egli dice al paralitico: «Figliolo, i tuoi peccati ti sono perdonati». Non è altrettanto sorprendente? Quando lo sentiamo dire rimaniamo perplessi: ci spiace, signor Gesù, ma questa è una risposta davvero strana. Non vedi che l’uomo è malato? L’uomo non ha bisogno di perdono, l’uomo ha bisogno di guarigione! Non è che con quest’uomo non stai centrando per niente la faccenda?

 

Come reagisce il paralitico? Non ci viene detto. Potrebbe essere molto disorientato, addirittura deluso. Che se ne fa del perdono? Lui vuole la guarigione! Per questo è qui! Chi gliene vorrebbe a male se non cercasse altro al di fuori della sua guarigione? Chissà, magari siamo tutti dell’idea: meglio vivere senza perdono che essere malati.

 

II

Ma diciamocelo onestamente: Gesù può davvero mancare una persona? Gesù manca proprio questo paralitico? Se guardiamo nei vangeli che ci raccontano del vivere e dell’agire di Gesù, ci rendiamo conto che il perdono dei peccati per Gesù è il tema di assoluta priorità, è il suo tema per eccellenza. Lo vediamo in molti esempi, laddove Gesù promette il perdono dei peccati a singole persone, così come a questo paralitico. Lo vediamo nel contenuto delle sue prediche. Gesù predica la venuta del Regno di Dio. Gesù predica Dio che arriva per liberare gli uomini dal loro peccato. Egli predica il Regno di Dio nel quale Dio porta gli uomini liberandoli dal loro peccato.

 

Nessun dubbio: per Gesù la più grande disgrazia degli esseri umani sta nel loro peccato. Peccato vuol dire che noi esseri umani non onoriamo Dio, ma ci mettiamo al suo posto. Che togliamo a Dio il diritto di essere signore della nostra vita, e che lo mettiamo fuori dalla porta della nostra vita. Questo però ci conduce nella più grande disgrazia nella quale possiamo incappare noi esseri umani: nella separazione da Dio, nostro creatore, l’unico nel quale abbiamo la nostra vita. Il peccato taglia in due la nostra relazione verso l’amore di Dio, ci rende colpevoli davanti a Dio, perdiamo il nostro diritto alla vita davanti a lui, ci getta nel tribunale di Dio e infine nella morte.

 

Ma proprio dentro a questa nostra disgrazia Gesù ci predica ora il messaggio liberatore: Dio arriva e perdona il peccato a te colpevole. Lui, il tuo giudice, che ha l’ultima parola su di te, ti assolve dalla tua colpa. Egli predispone il suo regno in questo mondo e ti dice: qui dentro ci dovresti vivere con me!

 

Capiamo adesso? Gesù come può guarire una persona, ma non perdonare il suo peccato se proprio il peccato è la più grande malattia della quale noi esseri umani soffriamo? Sarebbe una salute veramente molto dubbia se all’esterno funzionasse tutto, ma il grande conflitto originale che abbiamo con Dio continuasse a esistere. Con Gesù arriva dal paralitico e da te e da me l’unico che sa davvero com’è la nostra situazione. Per questo Gesù dice al paralitico: «Figliolo, i tuoi peccati ti sono perdonati». Questo vuol dire: qualsiasi separazione tra te e Dio è annullata.

 

 

Questo non è liberatorio? Dio davvero non mi conteggia tutta la mia colpa. Egli mi salva la vita, egli mi prende presso di sé. È come una nuova nascita, posso vivere del tutto nuovamente davanti a lui. Che grande fortuna!

III

Adesso però chiedo io a voi: non c’è qualcosa che non quadra se Gesù perdona i peccati al paralitico? Il peccato è una cosa solo e unicamente tra Dio e una determinata persona. Gesù qui non si immischia in faccende di Dio? Pensieri del genere ce li hanno alcuni scribi, uomini che sono pratici delle sacre scritture di Israele e che hanno osservato la scena con il paralitico. Loro pensano che Gesù sia un semplice uomo e che qui vada al di là come uomo delle sue competenze, sì che vada a ferire l’onore di Dio, egli bestemmia secondo loro. Il perdono dei peccati spetta soltanto a Dio.

 

A questo punto della nostra storia si arriva alla prossima sorpresa. Mentre gli scribi ritengono di avere davanti a sé soltanto un uomo, Gesù riconosce i loro pensieri. Egli chiede loro: «Che cosa è più facile, dire al paralitico: "I tuoi peccati ti sono perdonati", oppure dirgli: "Àlzati, prendi il tuo lettuccio e cammina"? Ma, affinché sappiate che il Figlio dell'uomo ha sulla terra autorità di perdonare i peccati, io ti dico», disse al paralitico, «àlzati, prendi il tuo lettuccio, e vattene a casa tua». E il paralitico si alza, prende il suo letto ed esce davanti agli occhi di tutti.

 

Questa è la sorpresa alla quale si arriva: Gesù mostra, chi è davvero! Non un uomo, Gesù è Dio, Dio in persona! Con lui Dio stesso è in questo mondo! Gesù dimostra la sua delega divina guarendo il paralitico. Egli dà da intendere: dove agisco io è Dio che agisce. Dove perdóno io, è Dio stesso che perdona nel suo potere e libertà il peccato di una persona.

 

Lo sentite? Se è vero quello che Gesù dice su di sé, a questo punto siamo tornati indietro alla nostra domanda d’inizio: se c’è Dio, dove ci incontra in questo mondo? E come ci incontra? È diritto di Gesù e a partire da lui di tutto il Nuovo Testamento rispondere a questa domanda così: Dio vive ed egli agisce in questo mondo! In Gesù egli entra nel mezzo di questo mondo e della sua sofferenza. Egli agisce assolvendo gli esseri umani dal loro peccato. Egli muore addirittura sulla croce e sacrifica lì la sua vita per loro. È su questo che si basa il suo perdono. Così egli predispone il suo regno in questo mondo. E nella guarigione del paralitico diventa chiaro: al Regno di Dio appartiene anche la guarigione dei malanni del corpo. Quelli guariti da Gesù sono i primi sui quali lo possiamo vedere. 

IV

In Gesù incontriamo Dio. Chi crede in questo alla fine può soltanto voler chiedere: come posso entrare anch’io nell’incontro con Gesù, in questo incontro diretto con lui, così come lo ha sperimentato il paralitico? Come, oh Gesù, posso sentire anch’io la tua Parola liberatoria: figlio mio, figlia mia, ti sono perdonati i tuoi peccati? Come entro anch’io nel tuo regno, nel quale tu mi guarirai da tutti i miei malanni? Nel tuo regno nel quale tutto il mondo sarà liberato dalla sua sofferenza?

 

Probabilmente la risposta a questa domanda è un’altra e poi anche l’ultima sorpresa che Gesù ha in serbo per noi. La risposta è: incontriamo Gesù personalmente e riceviamo da lui il perdono dei nostri peccati nella sua comunità, nella comunità di Gesù Cristo. Alla sua comunità Gesù affida la delega di predicare il perdono dei peccati e di prometterla personalmente a chi vorrebbe il perdono. Tutto questo nel suo nome. Di nuovo una sorpresa, o no? Laddove solo Dio è di competenza egli autorizza noi esseri umani.

 

Prima di cantare insieme un inno, vi vorrei offrire la confessione, la confessione comune dei peccati qui in questo culto. Dopo l’inno la vorrei tenere con voi. Invito alla confessione tutti coloro che vorrebbero confessare che si sono resi colpevoli verso Dio e che credono che il loro peccato sia loro rimesso per mezzo della morte di Gesù sulla croce e che infine vorrebbero sentire le parole di Dio: i tuoi peccati ti sono perdonati.

 

Diciamo poi insieme stando in piedi una preghiera di confessione del peccato e vi porrò alla fine le domande della confessione. Chi non desidera la confessione non vi deve partecipare, non dice la preghiera, tace alle domande. Il perdono dei peccati è un qualcosa che avviene tra te e Dio. Questo può essere solo autentico se sei pronto a ciò. Ma: invitato lo sei, invitato è ognuno e invitata è ognuna di noi, non da me, ma da Gesù. Gesù è colui che ti assolve: figlio mio, figlia mia i tuoi peccati ti sono perdonati.

 

“E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù”.

Traduzione dal tedesco di Katia Cavallito

Grafica - Graphik: Hanna Varghese
Grafica - Graphik: Hanna Varghese

Predigttext


1 Jesus ging wieder nach Kapernaum; und es wurde bekannt, dass er im Hause war. 2 Und es versammelten sich viele, sodass sie nicht Raum hatten, auch nicht draußen vor der Tür; und er sagte ihnen das Wort. 3 Und es kamen einige, die brachten zu ihm einen Gelähmten, von vieren getragen. 4 Und da sie ihn nicht zu ihm bringen konnten wegen der Menge, deckten sie das Dach auf, wo er war, gruben es auf und ließen das Bett herunter, auf dem der Gelähmte lag. 5 Da nun Jesus ihren Glauben sah, sprach er zu dem Gelähmten: Mein Sohn, deine Sünden sind dir vergeben. 6 Es saßen da aber einige Schriftgelehrte und dachten in ihren Herzen: 7 Wie redet der so? Er lästert Gott! Wer kann Sünden vergeben als Gott allein? 8 Und Jesus erkannte alsbald in seinem Geist, dass sie so bei sich selbst dachten, und sprach zu ihnen: Was denkt ihr solches in euren Herzen? 9 Was ist leichter, zu dem Gelähmten zu sagen: Dir sind deine Sünden vergeben, oder zu sagen: Steh auf, nimm dein Bett und geh hin? 10 Damit ihr aber wisst, dass der Menschensohn Vollmacht hat, Sünden zu vergeben auf Erden – sprach er zu dem Gelähmten: 11 Ich sage dir, steh auf, nimm dein Bett und geh heim! 12 Und er stand auf und nahm sogleich sein Bett und ging hinaus vor aller Augen, sodass sie sich alle entsetzten und Gott priesen und sprachen: Wir haben solches noch nie gesehen.

I

Liebe Gemeinde, liebe Schwestern und Brüder!

Wo handelt Gott in dieser Welt? Diese Frage stellen sich viele Menschen. Sie stellen sie insbesondere angesichts des Leids und vieler Ungerechtigkeiten in dieser Welt. Sie vermissen Gottes Handeln, sie vermissen sein Eingreifen. Womöglich zweifeln sie an seiner Existenz und rufen laut in das Universum hinein: Zeige dich, Gott, wenn es dich gibt!

 

Unsere heutige Geschichte aus dem Markusevangelium gibt Antwort auf diese Frage. Sie zeigt uns Gott mitten in dieser Welt, auch und gerade inmitten des Leids dieser Welt. Allerdings zeigt sie uns Gott mit Überraschungen. Sie zeigt uns sein Handeln, wie wir es wohl nicht erwarten würden. Sie zeigt uns Gott, wie er wirklich ist, und nicht so, wie wir ihn uns oft vorstellen oder konstruieren.

 

Überraschungen mit Gott? Zuerst gibt es in unserer Geschichte eine Überraschung in menschlicher Hinsicht. Jesus predigt in einem Haus in Kapernaum, seiner galiläischen Heimat, und selbst vor der Haustüre stehen die Menschen dicht gedrängt, weil sie Jesus hören wollen. In diesem Moment bringen vier Träger einen Gelähmten auf einer Liege. Sie wollen ihn zu Jesus bringen, aber stoßen auf die Menge. Da steigen sie einfach auf das Flachdach des Hauses, graben ein Loch in das Dach aus Lehm und Gezweig und lassen den Gelähmten zu Jesus hinunter. Welch ein Bild, welch eine Überraschung - und welch ein Einsatz der Vier! Sie wollen unbedingt, dass dieser Gelähmte geheilt wird. Sie müssen ein großes Herz für ihn haben.

 

Doch nun überrascht auch Jesus mit seiner Reaktion. Der Gelähmte liegt vor ihm. Was aber sagt Jesus zu ihm? „Mein Sohn, deine Sünden sind dir vergeben. (5)“ Das ist doch wirklich überraschend! Ich glaube, wir stutzen: Es tut uns leid, Herr Jesus, aber das ist nun eine sehr sonderbare Antwort. Siehst du nicht, dass der Mann krank ist? Der Mann braucht keine Vergebung, der Mann braucht Heilung! Sprichst du nicht gerade deutlich an diesem Menschen vorbei?

 

 

Wie reagiert der Gelähmte? Es wird nicht berichtet. Er könnte sehr irritiert sein, ja enttäuscht. Was soll er mit Vergebung? Er will Heilung! Von Jesus! Deswegen ist er hier! Wer würde es ihm verdenken, wenn er tatsächlich nichts anderes sucht als seine Heilung. Womöglich sind wir alle der Meinung: lieber ohne Vergebung leben, als krank zu sein.

 

II

Aber ganz ehrlich: Kann Jesus tatsächlich einen Menschen verfehlen? Verfehlt Jesus gerade diesen Gelähmten? Wenn wir in die Evangelien sehen, die uns vom Leben und Wirken Jesu berichten, stellen wir fest: Die Vergebung der Sünden ist bei Jesus das vordringliche Thema, es ist sein Thema schlechthin. Wir sehen das an zahlreichen Beispielen, wo Jesus einzelnen Menschen die Vergebung der Sünden zuspricht, so wie diesem Gelähmten. Wir sehen das am Inhalt seiner Predigten. Jesus predigt das Kommen des Reiches Gottes. Jesus predigt Gott, der kommt, um Menschen von ihrer Sünde zu befreien. Er predigt Gottes Reich, in das Gott Menschen holt, indem er sie von ihrer Sünde befreit.

 

Kein Zweifel: Für Jesus besteht die größte Not der Menschen in ihrer Sünde. Sünde heißt: dass wir Menschen Gott nicht als Gott ehren, sondern uns an seine Stelle setzen. Dass wir Gott das Recht absprechen, Herr unseres Lebens zu sein, und wir ihn vor die Tür unseres Lebens setzen. Dass wir mit Gott brechen. Das aber bringt uns in die allergrößte Not, in die wir als Menschen kommen können: in die Trennung von Gott, unserem Schöpfer, in dem allein wir unser Leben haben. Sünde durchtrennt unsere Beziehung zu Gottes Liebe, sie macht uns schuldig vor Gott, wir verlieren unser Lebensrecht vor ihm, sie stößt uns in Gottes Gericht hinein und letztlich in den Tod.

 

Aber genau in diese unsere große Not hinein predigt Jesus nun die befreiende Botschaft: Gott kommt und vergibt dir schuldigem Menschen deine Sünde. Er, dein Richter, der das letzte Wort über dir hat, spricht dich frei von deiner Schuld. Er richtet sein Reich auf in dieser Welt und spricht: Darin sollst du mit mir leben!

 

Verstehen wir jetzt? Wie kann Jesus einen Menschen heilen, aber ihm nicht seine Sünde vergeben, wenn doch genau die Sünde die größte Krankheit ist, an der wir Menschen leiden! Es müsste eine höchst fragwürdige Gesundheit sein, wenn äußerlich alles funktionierte, aber der große Urkonflikt, den wir mit Gott haben, bestehen bliebe. Mit Jesus kommt zu dem Gelähmten und zu Dir und mir der einzige, der wirklich weiß, wie es um uns steht. Darum spricht Jesus zu dem Gelähmten: „Mein Sohn, deine Sünden sind dir vergeben. (5)“ Das heißt: Alle Trennung zwischen dir und Gott ist aufgehoben. 

 

Ist das nicht befreiend und erlösend? Gott rechnet mir tatsächlich alle mein Schuld nicht an. Er rettet mir mein Leben, er nimmt mich bei sich an. Das ist wie eine neue Geburt, ich darf neu vor ihm leben. Welch großes Glück!

 

III

Aber nun frage ich Euch: Geht es mit rechten Dingen zu, wenn Jesus dem Gelähmten seine Sünde vergibt? Sünde ist doch einzig und allein eine Sache zwischen Gott und einem Menschen. Mischt sich Jesus da nicht in Gottes Geschäfte ein? Solche Gedanken haben einige Schriftgelehrte, Menschen, die sich in den Heiligen Schriften Israels auskennen und die die Szene mit dem Gelähmten beobachtet haben. Sie meinen, Jesus sei ein bloßer Mensch und überschreite hier als Mensch seine Kompetenzen, ja er verletze die Ehre Gottes, er begehe Gotteslästerung. Sündenvergebung komme ganz allein Gott selber zu. 

 

An dieser Stelle kommt es zur nächsten Überraschung in unserer Geschichte. Jesus erkennt Jesus die Gedanken der Schriftgelehrten. Er fragt sie: „Was ist leichter, zu dem Gelähmten zu sagen: Dir sind deine Sünden vergeben, oder zu sagen: Steh auf, nimm dein Bett und geh umher? Damit ihr aber wisst, dass der Menschensohn Vollmacht hat, Sünden zu vergeben auf Erden – sprach er zu dem Gelähmten: Ich sage dir, steh auf, nimm dein Bett und geh heim! (9-11)“ Und der Gelähmte steht auf, nimmt sein Bett und geht hinaus vor aller Augen.

 

Das ist die Überraschung, zu der es hier kommt: Jesus zeigt sich, wer er wirklich ist! Er ist kein bloßer Mensch, sondern Jesus ist Gott, Gott in Person! Mit ihm ist Gott selbst mitten in dieser Welt! Jesus demonstriert seine göttliche Vollmacht, indem er den Gelähmten heilt. Er gibt zu verstehen: Wo ich wirke, da wirkt Gott. Wo ich vergebe, da vergibt Gott, da vergibt Gott in seiner Macht und Freiheit die Schuld eines Menschen. 

 

Spürt Ihr das? Wenn wahr ist, was Jesus hier über sich sagt, dann sind wir an dieser Stelle zurück bei unserer Ausgangsfrage: Wenn es Gott gibt, wo begegnet er uns in dieser Welt? Und wie begegnet er uns? Es ist der Anspruch Jesu und von ihm her des ganzen Neuen Testamentes, darauf so zu antworten: Gott lebt und er handelt in dieser Welt durch Jesus! In Jesus tritt er mitten in diese Welt und in ihr Leid hinein. Er handelt, indem er Menschen frei spricht von ihrer Schuld. Er stirbt am Kreuz für sie und gründet darauf seine Vergebung für sie. So richtet er sein Reich in dieser Welt auf. Und an der Heilung des Gelähmten wird deutlich: Zu Gottes Reich gehört auch die Heilung der körperlichen Gebrechen. Die von Jesus Geheilten sind die ersten, an denen wir das sehen dürfen.

IV

Wahrscheinlich ist die Antwort auf diese Frage eine weitere und dann auch die letzte Überraschung, die Jesus heute für uns parat hat. Die Antwort lautet: Wir begegnen Jesus und empfangen von ihm die Vergebung unserer Sünden – in seiner Gemeinde, in der Gemeinde Jesu Christi. Seiner Gemeinde vertraut Jesus die Vollmacht an, die Vergebung der Sünde zu predigen und sie denen, die Vergebung möchten, persönlich zuzusprechen. Das alles in seinem Namen. Wieder eine Überraschung! Wo Gott allein zuständig ist, dazu bevollmächtigt er – Menschen!

 

Bevor wir gleich ein Lied miteinander singen, möchte ich Euch die Beichte anbieten, die allgemeine Beichte jetzt in diesem Gottesdienst. Nach dem Lied möchte ich sie mit Euch halten. Ich lade alle dazu ein, die bekennen möchten, dass sie an Gott schuldig geworden sind, und die glauben, dass ihnen ihre Sünde vergeben ist durch den Tod Jesu am Kreuz, und die es schließlich im Namen Gottes die Worte der Absolution hören möchten: Dir sind deine Sünden vergeben. 

 

Wir sprechen dann im Stehen ein Beichtgebet miteinander, und ich stelle Euch anschließend die Fragen der Beichte. Wer die Beichte nicht möchte, der muss sich daran nicht beteiligen, der spreche das Gebet nicht mit, der schweige zu den Fragen. Die Vergebung der Sünden ist ein Geschehen zwischen Dir und Gott. Das kann nur echt sein, wenn Du dazu bereit bist. Aber: Eingeladen bist Du, eingeladen ist ein jeder und eine jede von uns, allerdings nicht von mir, sondern von Jesus. Jesus ist es, der Dich freispricht: Mein Kind, dir sind deine Sünden vergeben.

„Und der Friede Gottes, der höher ist als alle Vernunft, der bewahre eure Herzen und Sinne in Christus Jesus.“

Pfarrer Tobias Brendel