27.11.2021 Testo della Predica - Predigttext


Dove e quando?


Sabato, 27 novembre 2021

ore 16

Chiesa San Francesco d'Assisi

Via San Francesco d'Assisi 11

Torino


Vigilia della 1ª domenica d’Avvento

Luca 2,8-10.12-15

 

Grafica - Graphik: Pfeffer
Grafica - Graphik: Pfeffer

Wo und Wann?


Samstag, 27. November 2021

16 Uhr

Kirche San Francesco d'Assisi

Via San Francesco d'Assisi 11

Torino 


Vorabend des 1. Sonntag im Advent

Lukas 2,8-10.12-15



Testo della Predica


8 In quella stessa regione c'erano dei pastori che stavano nei campi e di notte facevano la guardia al loro gregge. 9 E un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore risplendé intorno a loro, e furono presi da gran timore. 10 L'angelo disse loro: «Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà. (…) 12 E questo vi servirà di segno: troverete un bambino avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia». 13 E a un tratto vi fu con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva: 14 «Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini che egli gradisce!» 15 Quando gli angeli se ne furono andati verso il cielo, i pastori dicevano tra di loro: «Andiamo fino a Betlemme e vediamo ciò (…) che il Signore ci ha fatto sapere». (Luca 2,8-10.12-15) 

Cara comunità!

“Mettetevi in cammino verso la luce!”. Questo invito è il tema del culto di oggi. E questo tema può essere interpretato in tanti modi.

Innanzitutto lo si può vedere come motto per l’Avvento. L’Avvento è il periodo della preparazione della festa del Natale. E il Natale viene festeggiato in diverse tradizioni come festa della luce. In Germania la tradizione invita a addobbare un albero di Natale e ad accenderne le luci non prima del 24 dicembre. Per il periodo dell’Avvento c’è la corona dell’Avvento; la prima domenica dell’Avvento viene accesa la prima candela e poi ogni domenica successiva un’altra fino alla quarta domenica d’Avvento. Il cammino verso la festa del Natale in questo modo diventa sempre più illuminato, finché a Natale brillano tante luci. “Mettetevi in cammino verso la luce!” significa in questo senso seguite le luci dell’Avvento che vi conducono alla luce della festa del Natale. Oggi qui in chiesa rendiamo questo cammino simbolicamente visibile.

Ma già nella narrazione del Natale stessa si trova questo invito. Nel vangelo oggi abbiamo sentito un passo del racconto del Natale. Dei pastori, si dice, stavano nei campi e di notte (quindi nel buio) facevano la guardia al loro gregge. “E un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore risplendé intorno a loro” si dice in seguito. Lo splendere della gloria del Signore è per così dire una luce d’Avvento. E in questa luce vengono invitati a partire verso la luce che splende a Natale, cioè con la nascita di Gesù Cristo. “Troverete un bambino avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia”. Non viene detto loro alla lettera “mettetevi in cammino verso la luce!”, ma il messaggio nel suo contenuto corrisponde esattamente a questo invito. E i pastori lo seguono. Il racconto lo descrive così: “Quando gli angeli se ne furono andati verso il cielo, i pastori dicevano tra di loro: «Andiamo fino a Betlemme e vediamo ciò che… il Signore ci ha fatto sapere»”.

L’oscurità e la luce uniscono il periodo dell’Avvento che noi viviamo e il racconto dei pastori. Il messaggio ai pastori avviene di notte. E il periodo dell’Avvento è parte della stagione più buia dell’anno. Verso la fine del periodo dell’Avvento si trova il giorno più breve di tutto l’anno e la notte più lunga, l’inizio dell’inverno.

Già solo per la loro essenza luce e tenebre sono strettamente legate. La storia della Creazione all’inizio della Bibbia descrive la creazione della luce come primo atto della Creazione. Prima “le tenebre coprivano la faccia dell’abisso” viene detto. Con la creazione della luce le tenebre non scompaiono però totalmente. Ecco la descrizione che viene fatta: “Dio disse: «Sia luce!» E luce fu. Dio vide che la luce era buona; e Dio separò la luce dalle tenebre. Dio chiamò la luce «giorno» e le tenebre «notte». Fu sera, poi fu mattina: primo giorno”.

La nostra vita ha aspetti luminosi e aspetti oscuri. Il desiderio di vivere nella luce, nel sole (ad ogni modo quando non ci scotta), in primavera e in estate, nel benessere, in salute, in relazioni armoniose con gli altri, questi sono tutti desideri che caratterizzano fortemente la nostra vita. Senza l’esperienza dell’oscurità però non è praticamente possibile abbandonarsi davvero alla luce. Una relazione profonda e buona con altre persone nasce soltanto se abbiamo avuto dei conflitti e abbiamo imparato da questi. La salute presuppone che il corpo abbia prodotto degli anticorpi combattendo nel passato contro delle malattie. (A parte il fatto che chi è in salute a lungo spesso non è consapevole di quanto sia prezioso questo stato perché gli sembra ovvio). E anche il benessere psicofisico è una sensazione che può crescere grazie a esperienze opposte.

In relazione all’Avvento e al Natale l’oscurità nella quale si lascia supporre la luce non è quindi di poca importanza e nemmeno semplicemente un opposto da superare. La gloria luminosa del Signore che circonda i pastori come la si potrebbe immaginare se i pastori si trovassero nella luce piena del sole? E anche il chiarore delle candele durante l’Avvento nel tardo pomeriggio di dicembre fa un altro effetto di quello che avrebbe in una serata d’estate senza nuvole al mare.

Per diventare consapevoli della luce c’è bisogno dell’oscurità. Nella città illuminata artificialmente ci si può rallegrare a volte di scoprire di notte qualche stella isolata. La meraviglia del cielo pieno di stelle che si può scorgere ad occhio nudo con un’infinità di puntini luminosi però è percepibile soltanto nel buio più totale al di fuori della città.

L’invito “mettetevi in cammino verso la luce!” non è quindi rivolto a noi solo la domenica mattina in chiesa o questo sabato pomeriggio. Non si tratta di un esercizio religioso al di fuori della vita quotidiana. Anzi, al contrario, l’invito è rivolto a noi nella nostra vita con tutte le diverse esperienze, sia quelle negative che quelle positive. Ci dobbiamo mettere in cammino verso la luce non solo quando non ci sentiamo a nostro agio, siamo stanchi, stressati, non sappiamo più come andare avanti, siamo avvolti dall’oscurità. Anche se noi in una tale situazione, quella dell’oscurità, siamo di sicuro più aperti all’invito di andare verso la luce. La luce la dobbiamo seguire però anche quando stiamo bene, siamo allegri o addirittura entusiasti, andiamo incontro alle sfide della vita vigorosi e abbiamo successo.

Infatti la luce verso la quale ci dobbiamo incamminare non è semplicemente ciò che noi sentiamo come il lato luminoso della vita. Qui non si tratta di cercare nella malattia la salute, nello sfinimento la distensione, nella delusione il successo, nella depressione l’allegria. Certo, ci possiamo anche occupare di tutto questo e lo faremo anche. La luce che ci viene promessa è però un’altra. È una luce che splende sia sui lati brillanti della nostra esistenza, sia su quelli oscuri. E non trasforma degli aspetti oscuri della nostra vita in aspetti brillanti e nemmeno elimina completamente l’oscurità. Essa ci aiuta piuttosto a orientarci nella nostra vita.

Ed è questo di cui abbiamo bisogno: trovare una via attraverso le esperienze complesse nella nostra vita. Lo desideriamo ardentemente soprattutto nell’oscurità, quando siamo perplessi e non sappiamo in quale direzione dobbiamo andare. Ma anche quando stiamo bene non è necessariamente chiaro se ci troviamo sulla strada giusta; intorno a noi sembra che sia molto luminoso, ma da dove viene tutta questa luminosità? La luce che ci illumina è davvero una luce della chiarezza e del comportamento giusto? O brillano solo fuochi di paglia accesi sfruttando una situazione che giova a uno, ma fa danno all’altro?

“Mettetevi in cammino verso la luce!” è l’invito ad andare verso una luce di tutt’altro genere. È la luce che ha iniziato a splendere a Natale, cioè con la nascita di Gesù Cristo. Il figlio di Dio è venuto nel nostro mondo. Sì, ci dobbiamo mettere in cammino per andare verso questa luce. Ma il Natale non è soltanto un punto verso il quale andiamo, una meta per le nostre attività. A Natale piuttosto qualcosa viene verso di noi: Gesù Cristo ci viene incontro. Egli non è soltanto venuto nel nostro mondo, egli vuole anche entrare nella nostra vita. Egli ci vuole guidare attraverso la nostra vita, secondo la volontà di Dio. Egli ci vuole accompagnare sia nei momenti difficili della vita che in quelli belli. E la sua presenza è la luce verso la quale ci dobbiamo incamminare.

Anche l’Avvento è più di una cornice per il nostro cammino verso la luce. L’Avvento significa che avviene qualcosa. Già durante l’Avvento qualcosa inizia a splendere. È l’indizio che ci dice che Gesù Cristo ci viene incontro. Non abbiamo bisogno di cercarlo. Dobbiamo soltanto seguire la luce e lasciar entrare Gesù nella nostra vita. Egli vuole entrare, così com’è entrato nella città di Gerusalemme. Lo dovremmo accogliere così come ha fatto allora la gente urlando «Benedetto colui che viene nel nome del Signore!»

Facciamoci quindi guidare dalle luci dell’Avvento. Esse ci mostrano la via verso Gesù Cristo. Laddove lo incontriamo non abbiamo bisogno di andare oltre. Egli viene da noi, entra nella nostra vita. E ci guida nella sua luce, sia attraverso le tenebre più oscure che in ciò che è illuminato della luce più abbagliante di questo mondo.                                       

Traduzione dal tedesco di Katia Cavallito

Foto: Sabine Wolters
Foto: Sabine Wolters

Il progetto dei bambini durante il culto per il primo Avvento - Die Kinderaktion während des Gottesdienstes zum 1. Advent 2021.


Predigttext


8Und es waren Hirten in derselben Gegend auf dem Felde bei den Hürden, die hüteten des Nachts ihre Herde. 9Und des Herrn Engel trat zu ihnen, und die Klarheit des Herrn leuchtete um sie; und sie fürchteten sich sehr. 10Und der Engel sprach zu ihnen: Fürchtet euch nicht! Siehe, ich verkündige euch große Freude, die allem Volk widerfahren wird; (…) 12Und das habt zum Zeichen: Ihr werdet finden das Kind in Windeln gewickelt und in einer Krippe liegen. 13Und alsbald war da bei dem Engel die Menge der himmlischen Heerscharen, die lobten Gott und sprachen: 14Ehre sei Gott in der Höhe und Friede auf Erden bei den Menschen seines Wohlgefallens. 15Und da die Engel von ihnen gen Himmel fuhren, sprachen die Hirten untereinander: Lasst uns nun gehen gen Bethlehem und die Geschichte sehen, (…) die uns der Herr kundgetan hat. (Lukas 2,8-10.12-15)

Liebe Gemeinde!

„Macht euch auf zum Licht!“ Dieser Aufruf ist das Thema des heutigen Gottesdienstes. Und dieses Thema lässt sich auf verschiedene Weise verstehen.

Zunächst einmal lässt es sich verstehen als Motto für den Advent. Der Advent ist die Zeit der Vorbereitung für das Weihnachtsfest. Und Weihnachten wird in verschiedenen Traditionen als Lichtfest gefeiert. In Deutschland lädt die Tradition dazu ein, erst an Weihnachten einen Tannenbaum aufzustellen und seine Lichter anzuzünden. Für die Adventszeit gibt es den Adventskranz. Am ersten Sonntag im Advent, wird die erste Kerze darauf angezündet, und dann an jedem folgenden Sonntag eine weitere, bis zum 4. Sonntag im Advent. Der Weg zum Weihnachtsfest wird auf diese Weise immer heller, bis dann an Weihnachten ganz viele Lichter leuchten. „Macht euch auf zum Licht“ bedeutet in diesem Sinn: Folgt den Adventslichtern, die Euch zum Licht des Weihnachtsfestes führen. Wir machen heute diesen Weg hier in der Kirche symbolisch sichtbar.

Aber schon in der Weihnachtsgeschichte selbst lässt sich der Aufruf finden. Im Evangelium haben wir heute einen Abschnitt aus der Weihnachtsgeschichte gehört. Von den Hirten heißt es dort, dass sie des Nachts, also im Dunkeln, ihre Herde hüteten. „Und der Engel des Herrn trat zu ihnen, und die Klarheit des Herrn leuchtete um sie“ heißt es dann weiter. Das Leuchten der Klarheit des Herrn ist sozusagen ein Adventslicht. Und in diesem Licht werden sie aufgefordert, sich aufzumachen zu dem entscheidenden Licht, das an Weihnachten mit der Geburt von Jesus Christus aufleuchtet. „Ihr werdet finden das Kind in Windeln gewickelt und in einer Krippe liegen.“ Zwar wird ihnen nicht wörtlich gesagt „Macht euch auf zum Licht“, aber inhaltlich entspricht die Botschaft genau diesem Aufruf. Und die Hirten folgen ihm. Die Erzählung beschreibt das so: „Und als die Engel von ihnen gen Himmel fuhren, sprachen die Hirten untereinander: Lasst uns nun gehen nach Bethlehem und die Geschichte sehen, (…) die uns der Herr kundgetan hat.“ 

Dunkelheit und Licht verbinden dabei die Adventszeit, die wir erleben, und die Geschichte der Hirten miteinander. Die Botschaft an die Hirten geschieht in der Nacht. Und die Adventszeit ist Teil der dunkelsten Jahreszeit im Kalenderjahr. Gegen Ende der Adventszeit liegt der kürzeste Tag im Jahr und die längste Nacht, der Beginn der Winterzeit.  

Schon von ihrem Wesen her sind Licht und Finsternis eng miteinander verbunden. Die Schöpfungsgeschichte am Anfang der Bibel beschreibt die Erschaffung des Lichts als ersten Schöpfungsakt. Zuvor „war es finster auf der Tiefe“ heißt es dabei. Aber mit der Erschaffung des Lichts verschwindet die Finsternis nicht völlig. Beschrieben wird das so: „Und Gott sprach: Es werde Licht! Und es ward Licht. Und Gott sah, dass das Licht gut war. Da schied Gott das Licht von der Finsternis und nannte das Licht Tag und die Finsternis Nacht. Da ward aus Abend und Morgen der erste Tag.“ (Gen 1,3-5) 

Unser Leben hat helle Aspekte und dunkle Aspekte. Der Wunsch im Licht zu leben, in der Sonne (jedenfalls wenn sie uns nicht verbrennt), im Frühling und im Sommer, im Wohlbefinden, in der Gesundheit, in harmonischen Beziehungen zu unseren Mitmenschen, das sind Wünsche, die unser Leben sehr prägen. Aber ohne die Erfahrung von Dunkelheit ist es kaum möglich, sich auf das Licht wirklich einzulassen. Eine tiefe und gute Beziehung zu anderen Menschen entsteht nur, wenn man miteinander auch Konflikte ausgetragen und daraus gelernt hat. Gesundheit setzt voraus, dass der Körper aus Krankheiten Abwehrkräfte gewonnen hat. (Davon abgesehen, dass wer lange gesund ist, oft gar kein Bewusstsein davon hat, wie wertvoll dieser Zustand ist, weil er ihm selbstverständlich erscheint.) Und auch das Wohlbefinden ist ein Gefühl, das durch gegenteilige Erfahrungen wachsen kann.

In Bezug auf Advent und Weihnachten ist die Dunkelheit, in der auf das Licht hingewiesen wird, daher nicht unwichtig und auch nicht einfach nur ein zu überwindender Gegensatz. Die Klarheit des Herrn, die die Hirten umgibt, wie sollte man sie sich vorstellen, wenn sich die Hirten im prallen Sonnenlicht befänden? Und auch der Schein von Kerzen im Advent hat am späten Nachmittag im Dezember eine andere Wirkung als er sie an einem wolkenlosen Sommerabend am Meer hätte. 

Um auf das Licht aufmerksam zu werden, braucht es die Dunkelheit. In der künstlich beleuchteten Stadt kann man sich freuen, nachts mal einzelne Sterne zu entdecken. Das Wunder des mit bloßem Auge wahrnehmbaren Sternenhimmels mit unzähligen leuchtenden Punkten aber ist nur in völliger Dunkelheit außerhalb der Stadt wahrnehmbar.

Der Aufruf „Macht euch auf zum Licht“ ist daher nicht nur am Sonntagvormittag in der Kirche an uns gerichtet. Es geht dabei nicht um eine religiöse Übung abseits des Alltags. Im Gegenteil: Es geht um unser Leben mit all den vielen unterschiedlichen Erfahrungen, sowohl den negativen als auch den positiven. Wir sollen uns aufmachen zum Licht nicht nur dann, wenn wir uns unwohl fühlen, müde sind, angestrengt, nicht mehr weiter wissen, von Dunkelheit umgeben sind. Auch wenn wir in solch einer Lage der Dunkelheit sicherlich offener sind für den Aufruf, sich zum Licht zu begeben. Wir sollen ihm aber auch dann folgen, wenn es uns gut geht, wir fröhlich oder sogar begeistert sind, kraftvoll den Herausforderungen des Lebens begegnen und Erfolg haben. 

Denn das Licht, zu dem wir uns aufmachen sollen, ist nicht einfach das, was wir als die helle Seite des Lebens empfinden. Es geht hier nicht darum, in der Krankheit die Gesundheit zu suchen, in der Erschöpfung die Entspannung, in der Enttäuschung den Erfolg, in der Depression die Fröhlichkeit. Sicher, um all das können wir uns auch kümmern und werden es auch tun. Aber das Licht, das uns versprochen ist, ist ein anderes. Es ist ein Licht, das sowohl auf die hellen Seiten unseres Lebens scheint, als auch auf die dunklen. Und es verwandelt nicht dunkle Aspekte unseres Lebens in helle Aspekte und löscht die Dunkelheit nicht vollständig aus. Es hilft uns vielmehr, uns in unserem Leben zu orientieren.  

Und das ist es, was wir benötigen: Einen Weg durch die vielschichtigen Erfahrungen in unserem Leben hindurch zu finden. Besonders im Dunkeln sehnen wir uns danach, wenn wir ratlos dastehen und nicht wissen, in welche Richtung wir gehen sollen. Aber auch dann, wenn wir uns wohl fühlen, ist ja nicht unbedingt klar, ob wir uns auf dem richtigen Weg befinden. Es scheint zwar hell um uns herum zu sein, aber woher kommt diese Helligkeit? Ist das Licht, das uns beleuchtet, wirklich ein Licht der Klarheit und des richtigen Verhaltens? Oder leuchten da nur Strohfeuer, die entzündet wurden, indem eine Situation ausgenützt wird, die zwar dem einen nützt, aber dem anderen schadet?

Macht euch auf zum Licht“ ist der Aufruf, ein ganz anderes Licht aufzusuchen. Es ist das Licht, das an Weihnachten zu leuchten begonnen hat, also mit der Geburt von Jesus Christus. Der Sohn Gottes ist in unsere Welt gekommen. Ja, wir sollen uns aufmachen, um dieses Licht aufzusuchen. Aber Weihnachten ist nicht nur ein Punkt auf den wir zugehen, ein Ziel für unsere Aktivitäten. An Weihnachten kommt uns vielmehr etwas entgegen. Jesus Christus kommt uns entgegen. Er ist nicht nur in unsere Welt gekommen, er will auch in unser Leben eintreten. Er will uns durch unser Leben leiten, dem Willen Gottes entsprechend. Er will uns begleiten sowohl in den schwierigen Momenten des Lebens, als auch in den schönen. Und seine Gegenwart ist das Licht, zu dem wir uns aufmachen sollen.

Auch der Advent ist mehr als ein Rahmen für unseren Weg zum Licht. Advent bedeutet Ankunft. Bereits im Advent beginnt etwas zu leuchten. Es ist der Hinweis darauf, dass Jesus Christus uns entgegen kommt. Wir brauchen nicht nach ihm zu suchen. Wir müssen nur dem Licht folgen und Jesus eintreten lassen in unser Leben. Er will hineinkommen, so wie er in die Stadt Jerusalem eingezogen ist. Wir sollten ihn empfangen, so wie es die Menschen damals getan haben, indem sie riefen „Gelobt sei, der da kommt im Namen des Herrn!“ 

Lassen wir uns also von den Adventslichtern leiten. Sie zeigen uns den Weg zu Jesus Christus. Dort, wo wir ihm begegnen, brauchen wir nicht weiter zu gehen. Er kommt zu uns, tritt ein in unser Leben. Und er führt uns in seinem Licht sowohl durch die finstersten Dunkelheiten als auch durch die grellsten Beleuchtungen dieser Welt hindurch.

Pfarrer Heiner Bludau