17.05.2020 Culto e Predica - Gottesdienst und Predigt


11° Culto in quarantena


Domenica, 17 maggio 2020 (Rogate)

Liturgia preparata dalla Pastora luterana Sabine Kluger della Comunità della Sicilia. 


11. Quarantänegottesdienst


Sonntag, 17. Mai 2020 (Rogate)

Liturgie vorbereitet von der lutherischen Pastorin Sabine Kluger von der Gemeinde Sizilien. 



Prima di iniziare


«Cercate di conservare sempre un lembo di cielo sopra la vostra vita.»

 

Cara Comunità in internet e a casa,

anche questa domenica, qui in Italia non possiamo ancora riunirci in chiesa per celebrare insieme il culto.

 

Perciò vi invitiamo di cuore a celebrare il culto da voi a casa! Fatelo seguendo il culto televisivo tedesco della ZDF, alle  ore 9.30, oppure da voi, in tedesco o in italiano, da soli o con i vostri partner e la vostra famiglia. 

 

A tale scopo, ho preparato una proposta di liturgia, che potete anche modificare a vostra scelta. È bello, e conferisce una dignità peculiare alla celebrazione, che prima vi prendiate un po’ di tempo per preparare tutto.

 

· Cercate un luogo della casa in cui vi sentite a vostro agio e sistematelo: una candela, una Bibbia, un paio di rami o di fiori. Chi vuole, può tener conto del colore liturgico di questa domenica: è il bianco (periodo di gioia pasquale).

· Gli inni sono inseriti nel corso della liturgia. I numeri si riferiscono all’Innario/Gesangbuch della Chiesa Evangelica Luterana in Italia. Naturalmente, potete ricorrere anche a ogni altro innario e cambiare gli inni. Cantate tutte le strofe che volete, che siano tante o poche. Oppure, leggete in tutto o in parte i testi degli inni.

· All’inizio e in conclusione e, se così si desidera, al posto di singoli inni si possono inserire brani musicali di propria scelta, da preparare.

 

Immaginate che molti altri, in altri luoghi, stanno facendo lo stesso e che non siete soli.

 

E ora, non resta che augurarvi tanta gioia durante la celebrazione.


Bevor es losgeht


„Halte dir jeden Tag ein Stück Himmel offen.“

 

Liebe Gemeinde im Internet und zu Hause, 

auch an diesem Sonntag können wir in Italien noch nicht in der Kirche zusammenkommen, um gemeinsam Gottesdienste zu feiern. 

 

Seien Sie wieder herzlich eingeladen, einen eigenen Gottesdienst bei sich zu Hause zu feiern! Feiern Sie um 9:30 den deutschen Fernsehgottesdienst im ZDF mit – oder feiern Sie auf Deutsch oder Italienisch selbst – alleine oder mit Ihrer Partnerin / Ihrem Partner / Ihrer Familie.

 

Dafür habe ich einen Vorschlag vorbereitet, den Sie nach eigener Wahl auch verändern können. Es ist schön und gibt dem Feiern eine eigene Würde, wenn Sie sich im Vorfeld ein bisschen Zeit nehmen, um alles vorzubereiten.

 

• Suchen Sie sich einen Platz in der Wohnung, an dem Sie sich wohl fühlen, und richten Sie ihn her: eine Kerze, eine Bibel, ein paar Zweige oder Blumen. Wer Lust hat, kann dabei die liturgische Farbe des Sonntags ins Spiel bringen: Weiß (österliche Freudenzeit).

• Die Lieder sind im Verlauf eingeblendet. Die Nummern richten sich nach dem Gesangbuch der Evangelisch-Lutherischen Kirche in Italien / Innario della Chiesa Evangelica Luterana in Italia. Natürlich können Sie auch jedes andere Gesangbuch zur Hand nehmen und Lieder austauschen. Singen Sie so viel oder wenig Strophen, wie Sie wollen. Oder sprechen Sie die Liedtexte ganz oder in Teilen.

• Für den Beginn und Schluss und wenn gewünscht anstelle einzelner Lieder können Sie Musikstücke zum Einspielen aussuchen.  

 

Stellen Sie sich vor, dass viele andere an anderen Orten gerade genau dasselbe tun und Sie nicht allein sind. 

 

Und nun viel Freude beim Feiern.



Preludio musicale | Musikalisches Vorspiel


Invocazione 

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Il nostro aiuto è nel nome del Signore che ha fatto il cielo e la terra.

Liturgische Eröffnung  

Im Namen des Vaters und des Sohnes und des Heiligen Geistes! Amen.

Unsere Hilfe steht im Namen des Herrn, der Himmel und Erde gemacht hat.



Saluto

Rogate – Pregate! C’è una grande forza trasformatrice, nella preghiera. Celebriamo un culto che ruota intorno alla preghiera.

 

Uno che ha già fatto esperienza di questo è il poeta del Salmo 66 che, nel versetto settimanale, fa risuonare in tutto il mondo il suo ringraziamento:

Benedetto sia Dio, che non ha respinto la mia preghiera e non mi ha negato la sua grazia. (Salmo 66,20)

 

Possa Dio incontrarci oggi facendoci percepire la sua bontà.


Begrüßung

Rogate – Betet! Es ist eine große wandelnde Kraft im Gebet. Wir feiern einen Gottesdienst rund um das Beten. 

 

Einer, der damit schon seine Erfahrung gemacht hat, ist der Dichter des 66. Psalms. Im Wochenspruch ruft er seinen Dank in die Welt hinein: Gelobt sei Gott, der mein Gebet nicht verwirft, noch seine Güte von mir wendet!

(Ps 66,20)

 

Möge Gottes Güte uns heute spürbar begegnen.



Inno 177 Su, apritemi la porta | Eingangslied 177 Tut mir auf die schöne Pforte


Salmo 95 (441)

Venite, cantiamo con gioia al SIGNORE, acclamiamo alla rocca della nostra salvezza!

Presentiamoci a lui con lodi, celebriamolo con salmi!

Venite, adoriamo e inchiniamoci, inginocchiamoci davanti al SIGNORE, che ci ha fatti.

Poich'egli è il nostro Dio, e noi siamo il popolo di cui ha cura, e il gregge che la sua mano conduce.


Psalm 95 (441) 

Kommt herzu, lasst uns dem HERRN frohlocken 

und jauchzen dem Hort unsres Heils! 

Lasst uns mit Danken vor sein Angesicht kommen und mit Psalmen ihm jauchzen! 

Kommt, lasst uns anbeten und knien 

und niederfallen vor dem HERRN, der uns gemacht hat. 

Denn er ist unser Gott und wir das Volk seiner Weide.    



Gloria al Padre

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo com'era in principio, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.


Ehr‘ sei dem Vater 

Ehr‘ sei dem Vater und dem Sohn und dem Heiligen Geist, wie es war im Anfang, jetzt und immerdar, und von Ewigkeit zu Ewigkeit. Amen.



Confessione del peccato 

Dio, 

fonte di inesauribile sapienza,

tu ci conosci e ci ami 

così imperfetti come siamo.

A te possiamo aprire i nostri cuori.  

Ti possiamo dire qualsiasi cosa 

che ci opprime [e che ci pesa],

perché noi confidiamo nella tua grazia 

e nella tua misericordia. 

Amen.


Sündenbekenntnis  

Gott, unser Vater,

du kennst uns und liebst uns,

so wie wir sind.

Dir können wir uns anvertrauen.

Dir können wir auch alles sagen, 

was uns bedrückt,

und vertrauen auf deine Gnade 

und Barmherzigkeit. 

Amen.



Inno Lied 6 Kyrie eleison (1 x)


Parola del perdono

Cristo è l‘espiazione per i nostri peccati, e non solo per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo. Amen.


Gnadenwort 

Christus ist die Versöhnung für unsre Sünden, nicht allein aber für die unseren, sondern auch für die der ganzen Welt. 



Inno 10 Gloria A Dio soltanto lode in ciel | Lied 10 Gloria Allein Gott in der Höh’ sei Ehr’


Preghiera del giorno

O Dio, quando prego, percepisco che

c’è una forza più grande di me.

 

Quando prego, lascio andare

tutto quel che avviene, quel che è nelle mie mani.

 

Quando prego, viene fuori da me

ciò che finora ho taciuto.

 

Tutto ciò cui anelo e che cerco.

Le mie domande e le mie vie traverse.

Le metto nelle Tue mani.

 

E attendo, con sensi desti,

finché accada

che una corrente calda o una voce chiara raggiunga il mio cuore.

Anche oggi. Anche adesso.

Amen.


Kollektengebet 

Gott, wenn ich bete, dann spüre ich:

Es gibt eine Kraft, die größer ist als ich.

 

Wenn ich bete, lasse ich davon los,

dass alles, was geschieht, in meinen Händen liegt.

 

Wenn ich bete, kommt aus mir heraus,

was ich bisher verschwiegen habe.

 

All mein Sehnen und Suchen.

Meine Fragen und Umwege.

Ich lege sie in deine Hände.

 

Und ich warte mit wachen Sinnen,

bis es geschieht, 

dass ein warmer Strom oder eine klare Stimme mein Herz erreicht.

Auch heute. Auch jetzt.  

Amen.



Lettura del Vangelo (Luca 11,5-13)

Dal Vangelo secondo Luca:

 

Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte e gli dice: "Amico, prestami tre pani, perché un amico mi è arrivato in casa da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti"; 

e se quello dal di dentro gli risponde: "Non darmi fastidio; la porta è già chiusa, e i miei bambini sono con me a letto, io non posso alzarmi per darteli", io vi dico che se anche non si alzasse a darglieli perché gli è amico, tuttavia, per la sua importunità, si alzerà e gli darà tutti i pani che gli occorrono. 

Io altresì vi dico: chiedete con perseveranza, e vi sarà dato; cercate senza stancarvi, e troverete; bussate ripetutamente, e vi sarà aperto. 

Perché chiunque chiede riceve, chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa. E chi è quel padre fra di voi che, se il figlio gli chiede un pane, gli dia una pietra? O se gli chiede un pesce, gli dia invece un serpente? Oppure se gli chiede un uovo, gli dia uno scorpione? Se voi, dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!»

 

Signore, la Tua Parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero. Alleluia!  


Lesung aus dem Evangelium (Lk 11,5-13)

Aus dem Evangelium nach Lukas:

 

Und Jesus sprach zu ihnen: Wer unter euch hat einen Freund und ginge zu ihm um Mitternacht und spräche zu ihm: Lieber Freund, leih mir drei Brote; denn mein Freund ist zu mir gekommen auf der Reise, und ich habe nichts, was ich ihm vorsetzen kann, und der drinnen würde antworten und sprechen: Mach mir keine Unruhe! Die Tür ist schon zugeschlossen und meine Kinder und ich liegen schon zu Bett; ich kann nicht aufstehen und dir etwas geben.

Ich sage euch: Und wenn er schon nicht aufsteht und ihm etwas gibt, weil er sein Freund ist, so wird er doch wegen seines unverschämten Drängens aufstehen und ihm geben, so viel er bedarf.

Und ich sage euch auch: Bittet, so wird euch gegeben; suchet, so werdet ihr finden; klopfet an, so wird euch aufgetan. Denn wer da bittet, der empfängt; und wer da sucht, der findet; und wer da anklopft, dem wird aufgetan.

Wo bittet unter euch ein Sohn den Vater um einen Fisch, und der gibt ihm statt des Fisches eine Schlange? Oder gibt ihm, wenn er um ein Ei bittet, einen Skorpion? Wenn nun ihr, die ihr böse seid, euren Kindern gute Gaben zu geben wisst, wie viel mehr wird der Vater im Himmel den Heiligen Geist geben denen, die ihn bitten!

 

Herr, dein Wort ist meines Fußes Leuchte und ein Licht auf meinem Wege. Halleluja! 



Credo Apostolico 

Io credo in Dio, Padre onnipotente,

Creatore del cielo e della terra.

E in Gesù Cristo,

Suo Figlio unigenito, nostro Signore,

il quale fu concepito di Spirito Santo

nacque da Maria vergine,

patì sotto Ponzio Pilato, 

fu crocifisso, morì e fu sepolto;

discese agli inferi; 

il terzo giorno risuscitò dai morti;

salì al cielo, 

siede alla destra di Dio,

Padre onnipotente.

Di là verrà a giudicare i vivi e i morti.

Io credo nello Spirito Santo,

la santa Chiesa cristiana,

la comunione dei santi,

la remissione dei peccati,

la risurrezione dei morti

e la vita eterna. 

Amen.


Apostolisches Glaubensbekenntnis 

Ich glaube an Gott, den Vater,

den Allmächtigen,

den Schöpfer des Himmels und der Erde.

Und an Jesus Christus,

seinen eingeborenen Sohn, unsern Herrn,

empfangen durch den Heiligen Geist,

geboren von der Jungfrau Maria,

gelitten unter Pontius Pilatus,

gekreuzigt, gestorben und begraben,

hinabgestiegen in das Reich des Todes,

am dritten Tage auferstanden von den Toten,

aufgefahren in den Himmel;

er sitzt zur Rechten Gottes,

des allmächtigen Vaters;

von dort wird er kommen,

zu richten die Lebenden und die Toten.

Ich glaube an den Heiligen Geist,

die heilige christliche Kirche,

Gemeinschaft der Heiligen,

Vergebung der Sünden,

Auferstehung der Toten

und das ewige Leben. 

Amen.



Inno 33 Padre nostro che sei nei cieli | Lied 33 Vater unser, Vater im Himmel


Predicazione

Pace a voi da colui che era che è e che verrà! Amen.

 

«Cercate di conservare sempre un lembo di cielo sopra la vostra vita.»

(Marcel Proust)

 

Domenica: il giorno del Signore.

 

Non è a me stessa che devo la mia vita, ma a Un Altro, più grande di me. Al Creatore che ama. La sua forza è ciò che mi sostiene.

 

Sono qui perché voglio guardare a lui. Parlare con lui. Ringraziarlo, esprimere lamento e cantare. E ascoltare ciò che ha da dirmi. Pregare vuol dire anche mettersi in modalità di ricevere quel che Dio manda.

 

Il mio sguardo va verso l’alto. I miei occhi cercano l’azzurro cristallino, luminoso. Come il cielo di Sicilia, adesso, in primavera.

 

«Cercate di conservare sempre un lembo di cielo sopra la vostra vita.»

 

Che cos’è il cielo? Che cos’è l’amore? È un caso che io sia qui? Oppure sono voluta e amata?

 

Così come la terra ha bisogno di pioggia, il vino di sole e gli orsi polari di freddo, l’essere umano ha bisogno d’amore. Potrei dire, anche: ha bisogno di Dio.

 

Noi esseri umani ci auguriamo di essere visti per quelli che siamo. Non solo dalla parte dolce, cioccolatosa, ma interamente, con tutte le sfaccettature dell’Io. Con tutte le lacerazioni nel cuore, i desideri inappagati, la stanchezza che torna a sopraffarci.

 

Per noi tutti, questa vita, talvolta, è troppo, Perfino la felicità può sopraffarci. Ancora di più ci riesce il dolore.

 

Affinché la mia vita sia qualcosa di più di un restare-in-vita, c’è bisogno d’amore. Uno deve dire «SÌ», anche se tutto, dentro di me, dice “no”.

 

Ci deve essere uno che abbia speranza più grande della mia paura. Ci deve essere uno che da tutto, anche dalle cose peggiori, può e vuole far nascere qualcosa di buono.

 

Ci deve essere uno più alto e più profondo, più piccolo e più grande, più forte e più debole di me. Egli non è solo in alto, ma anche in basso. Nelle cose più belle e in quelle più orribili vissute dagli esseri umani, Egli c’è. E c’è in tutto il resto che si trova in mezzo a questi estremi.

 

Dio è più grande di tutto ciò che io posso pensare.

In lui si uniscono cielo e terra.

 

«Cercate di conservare sempre un lembo di cielo sopra la vostra vita.»

 

Il cielo non è più solo in alto, la terra non è solo in basso. Dio, che ha parlato all’umanità in ogni tempo, ci ha mostrato in Gesù Cristo, nel modo più bello e chiaro in assoluto, che Egli ci ama.

Presso di lui, Gesù, l’essere pii non è niente di astratto, ma è qualcosa di assolutamente pragmatico. La fede è fiducia nel fatto che la faccenda dell’amore di Dio quadri, per me e per gli altri. Pregare comprende tutto ciò accade, avviene e viene incontro e lo mette a cuore a Dio. Le cose sacre come quelle profane.

 

Tutto è diverso, da lui. Sempre.

 

È di questi criteri di conversione che parla Gesù, nel discorso della Montagna. E in mezzo, ci spiega quale sia la natura della preghiera (Vangelo secondo Matteo 6,5-15):

 

Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 

Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. 

Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate. 

Voi dunque pregate così: 

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, 

come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti 

come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, 

il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; 

ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.

 

Sono parole ebraiche, con cui la cristianità, da duemila anni, porta davanti a Dio tutto ciò che le accade. Gesù l’Ebreo prega nella tradizione del suo popolo.

Non pregate per gli altri, dice Gesù. Prega soltanto per te. E fallo così:

 

Padre nostro – che sei nei cieli

Dio, che ama, è in terra così come in cielo. Ama te. Ama me. Ama tutto. Più di quanto riesca a fare un padre terreno. E non ritira mai il suo “SÌ“.

 

Sia santificato il Tuo nome

Così sia. Egli, l‘Altro affatto diverso, è il Santo. Già il suo nome è una promessa: Io sono con te. Di continuo. Così come sono stato con Abramo e con Gesù, sono con te.

 

Venga il Tuo regno.

A noi. Qui e oggi. Ovunque si diffonda la pace e le persone siano salve, esso è già avvertibile. Alla fine, non ci sarà più dolore, non ci saranno più né lacrime né morte.

 

Ciò si armonizza difficilmente con le realtà del nostro mondo, come pure la preghiera successiva, che sembra travalicare ampiamente le possibilità umane:

 

Sia fatta la Tua volontà così in cielo come in terra.

Vedo una figura all‘ombra dell’orrore della morte, di notte, sul Monte degli Olivi. Contristato a morte, Gesù si accascia a terra e prega: «Abba, Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi.»

 

Non la mia, ma la Tua volontà.

I miei pensieri vanno a coloro che, in questi mesi, sono soli. Soli con la paura del virus o delle conseguenze della quarantena. Soli nella malattia, separati dai loro cari, curati e trattati da estranei che indossano indumenti protettivi. Soli nell’agonia, senza avere accanto occhi conosciuti, una voce amata, una mano calda.

Soli, anche, in tutti gli altri pericoli, sui palcoscenici della menzogna o della violenza.

 

Dove nessun essere umano può dare aiuto, c’è sempre Uno: l’Uomo sulla Croce. Egli stesso morì con la sensazione di essere abbandonato da Dio e fa dell’ora della disperazione l’ora della vicinanza speciale di Dio, e non della lontananza.

 

Dacci oggi il nostro pane quotidiano.

A noi e a tutta l’umanità. Nutrimento, acqua e aria, vestiti, una casa sicura, un compito da svolgere e persone di cuore intorno a noi.

 

E rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori.

Possa il debito essere perdonato, anche il mio.

Possa il debito essere perdonato, anche da me.

Pace con gli altri e con me stesso.

 

E non indurci in tentazione…

Qui, le traduzioni inciampano; per dirla con Papa Francesco: come se Dio mettesse delle trappole per l’essere umano! Non lo fa. Ma è a fianco dell’essere umano nella tentazione.

 

… ma liberaci dal male.

Dal coronavirus. Dalle guerre e dalla violenza. Dalla povertà e dalla fame. Dai cambiamenti climatici e dalle catastrofi naturali. Dall’indifferenza e dall’egocentrismo.

Apri i miei occhi e il mio cuore a ciò che posso fare in quest’ambito.

 

Poiché Tuo è il regno, Tua la potenza e la gloria nei secoli dei secoli. Amen.

«Che cosa significa ‘amen‘?», domanda Martin Lutero, a questo punto. Risposta:

 «Che devo essere certo che tali richieste sono accette al Padre celeste e vengono ascoltate. Poiché Egli stesso ci ha ordinato di pregare, promettendoci di ascoltarci. Amen, amen, significa: sì, sì, così avverrà.»

 

«Cercate di conservare sempre un lembo di cielo sopra la vostra vita.»

 

Il mio lembo di cielo è grande, oggi. Arriva fin giù a terra.

Amen.


Predigt

Friede sei mit euch von dem, der da war und der da ist und der da kommt! Amen. 

 

„Halte dir jeden Tag ein Stück Himmel offen.“ (Marcel Proust)

 

Sonntag. Domenica – der Tag des Herrn. 

 

Nicht mir selber verdankt sich mein Leben, sondern Einem anderen, der größer ist als ich. Der liebende Schöpfer. Seine Kraft ist es, die mich trägt. 

 

Ich bin hier, weil ich auf ihn schauen will. Mit ihm reden. Ihm danken, klagen und singen. Und hören, was er mir zu sagen hat. Heißt Beten doch auch: auf Empfang schalten für das, was Gott sendet. 

 

Mein Blick geht nach oben. Meine Augen suchen klares, lichtes Blau. Wie der Himmel über Sizilien jetzt im Frühling.  

 

„Halte dir jeden Tag ein Stück Himmel offen.“  

 

Was ist Himmel? Was ist Liebe? Ist es Zufall, dass ich hier bin? Oder bin ich gewollt und geliebt? 

 

Wie die Erde den Regen, der Wein die Sonne und die Eisbären die Kälte brauchen, so braucht der Mensch die Liebe. Ich könnte auch sagen: er braucht Gott. 

 

Wir Menschen wünschen uns, gesehen zu werden – als die, die wir sind. Nicht nur die Schokoladenseite, sondern das ganze Ich mit allen Facetten. Samt den Rissen im Herzen, den unerfüllten Wünschen, der Müdigkeit, die uns immer wieder überfällt. 

 

Für uns alle ist dieses Leben manchmal zu viel. Selbst das Glück kann überwältigen. Noch mehr das Leid. 

 

Damit mein Leben mehr ist als Am-Leben-Bleiben, braucht es die Liebe. Einer muss „JA“ sagen, auch wenn sich alles in mir nach „Nein“ anfühlt. 

 

Einer muss da sein, der mehr Hoffnung hat als ich Angst haben kann. Einer muss da sein, der aus allem, auch aus dem Schlimmsten, noch etwas Gutes entstehen lassen kann und will. 

 

Einer muss da sein, der höher und tiefer, kleiner und größer, stärker und schwächer ist als ich. Nicht nur oben ist Er, auch unten. Im Schönsten und Schrecklichsten, was Menschen erleben, ist Er dabei. Und in allem dazwischen.

 

Gott ist größer als alles, was ich denken kann. 

In Ihm verbinden sich Himmel und Erde.  

 

„Halte dir jeden Tag ein Stück Himmel offen.“  

 

Himmel ist nicht mehr nur oben, Erde nicht nur unten. Gott, der zu den Menschen geredet hat zu aller Zeit – am schönsten und deutlichsten hat Er uns in Jesus Christus gezeigt, dass Er uns liebt. 

 

Bei ihm, Jesus, ist Frommsein nichts Abgehobenes, sondern etwas ganz Pragmatisches. Glauben ist das Vertrauen darauf, dass die Sache mit der Liebe Gottes wirklich stimmt – für mich und die anderen. Beten umfasst alles, was uns vor-, unter- oder entgegenkommt, und legt es an Gottes Herzschlag. Das Heilige wie das Profane. 

 

Alles ist anders bei ihm. Immer wieder. 

 

Von dieser Umkehrung der Maßstäbe redet Jesus in der Bergpredigt. Und mitten drin erklärt er uns, was es mit dem Beten auf sich hat (Matthäus-Evangelium 6,5-15):

 

Und wenn ihr betet, sollt ihr nicht sein wie die Heuchler, die gern in den Synagogen und an den Straßenecken stehen und beten, damit sie von den Leuten gesehen werden. Wahrlich, ich sage euch: Sie haben ihren Lohn schon gehabt. 

Wenn du aber betest, so geh in dein Kämmerlein und schließ die Tür zu und bete zu deinem Vater, der im Verborgenen ist; und dein Vater, der in das Verborgene sieht, wird dir's vergelten.

Und wenn ihr betet, sollt ihr nicht viel plappern wie die Heiden; denn sie meinen, sie werden erhört, wenn sie viele Worte machen. 

Darum sollt ihr ihnen nicht gleichen. Denn euer Vater weiß, was ihr bedürft, bevor ihr ihn bittet. 

Darum sollt ihr so beten:

Unser Vater im Himmel! 

Dein Name werde geheiligt. 

Dein Reich komme. 

Dein Wille geschehe wie im Himmel so auf Erden. 

Unser tägliches Brot gib uns heute. 

Und vergib uns unsere Schuld, 

wie auch wir vergeben unsern Schuldigern. 

Und führe uns nicht in Versuchung, 

sondern erlöse uns von dem Bösen. 

[Denn dein ist das Reich und die Kraft und die Herrlichkeit in Ewigkeit. Amen.] 

Denn wenn ihr den Menschen ihre Verfehlungen vergebt, so wird euch euer himmlischer Vater auch vergeben. Wenn ihr aber den Menschen nicht vergebt, so wird euch euer Vater eure Verfehlungen auch nicht vergeben.

 

Jüdische Worte sind es, mit denen die Christenheit seit zwei Jahrtausenden alles vor Gott bringt, was ihr geschieht. Jesus, der Jude, betet in der Tradition seines Volkes. 

 

Bete nicht für die anderen, sagt Jesus. Bete allein für dich. Und zwar so: 

 

Unser Vater – im Himmel. 

Auf Erden wie im Himmel ist Gott der, der liebt. Dich. Mich. Alles. Mehr als irdische Väter es je vermögen. Und sein „JA“ nimmt er niemals zurück. 

 

Dein Name werde geheiligt. 

So soll es sein. Er, der ganz andere, ist der Heilige. Schon sein Name ist ein Versprechen: Ich bin mit dir. Je und je. Wie mit Abraham und Jesus – so mit dir. 

 

Dein Reich komme. 

Zu uns. Hier und heute. Überall, wo Frieden sich ausbreitet und Menschen heil werden, ist es schon spürbar. Am Ende wird es kein Leid mehr geben, keine Tränen und keinen Tod.

 

Das trifft sich hart mit den Realitäten unserer Welt – wie auch die nächste Bitte, die menschliche Möglichkeiten weit zu übersteigen scheint: 

 

Dein Wille geschehe wie im Himmel so auf Erden.

Ich sehe eine von Todesgrauen überschattete Gestalt auf dem nächtlichen Ölberg. Betrübt bis an den Tod fällt Jesus auf die Erde und betet: „Abba, Vater, alles ist dir möglich; nimm diesen Kelch von mir; doch nicht, was ich will, sondern was du willst.“

 

Nicht mein, sondern Dein Wille.

 

Meine Gedanken gehen zu denen, die allein sind in diesen Monaten. Allein mit der Angst vor dem Virus oder den Folgen der Quarantäne. Allein in der Krankheit – getrennt von ihren Liebsten, gepflegt und behandelt von Fremden in Schutzkleidung. Allein im Sterben – ohne vertraute Augen, eine geliebte Stimme, eine warme Hand. 

Allein auch in anderen Bedrohungen – an den Schauplätzen der Lüge oder Gewalt.  

 

Wo kein Mensch mehr helfen kann, ist Einer immer noch da: der Mann am Kreuz. Der selbst im Gefühl der Gottverlassenheit starb, macht die Stunde der Verzweiflung zur Stunde der besonderen Nähe Gottes – und gerade nicht der Ferne.

 

Unser tägliches Brot gib uns heute. 

Uns und der ganzen Menschheit. Nahrung, Wasser und Luft, Kleidung, ein sicheres Zuhause, eine Aufgabe und Herzensmenschen um uns herum. 

 

Und vergib uns unsere Schuld, wie auch wir vergeben unsern Schuldigern. 

Schuld möge vergeben sein – auch meine Schuld. 

Schuld möge vergeben werden – auch von mir. 

Frieden mit anderen und mit mir selbst.

 

Und führe uns nicht in Versuchung,

Es humpeln hier die Übersetzungen, um mit Papst Franziskus zu sprechen: Als ob Gott seinen Menschen Fallen stellen würde! Das tut er nicht. Wohl aber steht er Menschen in der Versuchung bei. 

 

… sondern erlöse uns von dem Bösen.

Von Corona. Von Kriegen und Gewalt. Von Armut und Hunger. Von Klimawandel und Naturkatastrophen. Von Gleichgültigkeit und Egotrips. 

Öffne meine Augen und mein Herz für das, was ich dazu tun kann. 

 

Denn dein ist das Reich und die Kraft und die Herrlichkeit in Ewigkeit. Amen.

„Was heißt Amen?“ fragt Martin Luther an dieser Stelle. Antwort: „Dass ich soll gewiss sein, solche Bitten sind dem Vater im Himmel angenehm und werden erhört. Denn er selbst hat uns geboten, so zu beten, und verheißen, dass er unser hören will. Amen, Amen, das heißt: Ja, ja, so soll es geschehen.“

 

„Halte dir jeden Tag ein Stück Himmel offen.“  

 

Mein Stück Himmel ist heute groß. Es reicht bis hinunter auf die Erde. 

Amen.



Interludio musicale o momento di silenzio | Musikalisches Zwischenspiel oder Stille 


Inno dopo la predicazione 259 Chi sempre spera in Dio soltanto

Predigtlied 259 Wer nur den lieben Gott lässt walten


Preghiera di intercessione

Preghiamo con le parole, nate nella rete mondiale del Gustav-Adolf-Werk:

 

Signore, Dio nostro, sono molte le cose che ci rendono insicuri, in questo tempo.

Sono molte le cose non chiare, riguardo a come si andrà avanti.

Sono molte le cose imperscrutabili.

Sono molte le cose che non teniamo in mano.

 

Se mi sento impotente, voglio respirare profondamente

confidando di dover padroneggiare l’insieme,

ma che posso fare la mia parte.

 

Se mi sento insicuro, voglio respirare profondamente,

confidando di non essere solo

e che la nostra saggezza, di noi insieme, sia più ricca.

 

Se ho paura, voglio respirare profondamente,

confidando di non cade mai fuori dalla vicinanza di Dio,

e che invece lo Spirito di Dio mi è vicino.

 

Quel che io so è questo: la mia vita e il mio amore

e la mia dignità si estendono molto più ampiamente 

di ciò che io posso fare o della prestazione che posso fornire.

Quel che posso vedere è questo: l’oscurità è scacciata dalla luce.

Quel che posso fare è respirare a fondo

e insufflare l’amore in questo mondo, che ne ha così urgentemente bisogno.

 

Perciò, o Signore, Dio nostro, donaci forza

In tempi di limitazione. Aiutaci a superare ciò che divide.

Aiutaci ad amare e a fare il bene.

Nel silenzio, ti diciamo tutto ciò che ci sta a cuore: 

– Silenzio di preghiera –


Fürbittengebet 

Wir beten mit Worten, die im weltweiten Netzwerk des Gustav-Adolf-Werkes entstanden sind:

 

Herr, unser Gott, es gibt vieles, was in dieser Zeit verunsichert.

Es gibt vieles, wo unklar ist, wie es weitergehen wird. 

Es gibt vieles, was nicht durchschaubar ist. 

Es gibt vieles, das wir nicht in der Hand habe. 

 

Wenn ich mich ohnmächtig fühle, will ich einmal tief durchatmen und darauf vertrauen, dass ich nicht das Ganze bewältigen muss, 

sondern das tun kann, was mein Part ist. 

 

Wenn ich verunsichert bin, will ich einmal tief durchatmen und darauf vertrauen, dass ich nicht alleine bin und dass unsere Weisheit gemeinsam reicher ist. 

 

Wenn ich Angst habe, will ich einmal tief durchatmen und darauf vertrauen, dass ich nicht aus Gottes Nähe herausfalle, sondern dass Gottes Geist mir nahe ist. 

 

Was ich weiß, ist: Mein Leben und meine Liebe 

und meine Würde reichen so viel weiter als das, 

was ich leisten oder tun kann. 

Was ich sehen kann, ist: Dunkelheit wird durch Licht vertrieben. 

Was ich kann, ist tief durchatmen und dieser Welt 

Liebe einflößen, die sie so dringend braucht. 

 

Deshalb: O Herr, unser Gott, gib uns Kraft in Zeiten der Beschränkung. Hilf uns, Trennendes zu überwinden. 

Hilf uns, zu lieben und Gutes zu tun.

 

Alles, was uns auf dem Herzen liegt, sagen wir dir in der Stille:

 

– Gebetsstille –



Insieme preghiamo con le parole di Gesù.

 

Padre nostro 

Padre nostro che sei nei cieli, 

sia santificato il tuo nome,

venga il tuo regno,

sia fatta la tua volontà

come in cielo anche in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano

e rimetti a noi i nostri debiti

come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non ci indurci in tentazione

ma liberaci dal Male.

Tuo è il regno, la potenza e la gloria nei secoli dei secoli. 

Amen. 


Gemeinsam rufen wir dich an mit Jesu Worten.

 

Vater unser 

Vater unser im Himmel

Geheiligt werde dein Name.

Dein Reich komme.

Dein Wille geschehe,

wie im Himmel, so auf Erden.

Unser tägliches Brot gib uns heute.

Und vergib uns unsere Schuld,

wie auch wir vergeben unsern Schuldigern.

Und führe uns nicht in Versuchung,

sondern erlöse uns von dem Bösen.

Denn dein ist das Reich

und die Kraft und die Herrlichkeit

in Ewigkeit. 

Amen.



Inno conclusivo | Schlusslied 151 Dans nos obscurités | In questa oscurità (anche ripetuto più volte | Im Dunkel unsrer Nacht (gerne mehrmals hintereinander)


Commiato

Il Signore sia con voi. Andate nella pace del Signor. 


Sendung

Der Herr sei mit euch. Gehet hin im Frieden.



Benedizione finale

Il Signore ti benedica e ti protegga.

Il Signore faccia risplendere il suo volto su di te e ti sia propizio.

Il Signore rivolga verso di te il suo volto e ti dia la pace.

Amen. 


Segen

Der Herr segne dich und behüte dich.

Der Herr lasse leuchten sein Angesicht über dir und sei dir gnädig.

Der Herr erhebe sein Angesicht auf dich und gebe dir Frieden. 

Amen.



Postludio musicale | Musikalisches Nachspiel