26.04.2020 Culto e Predica - Gottesdienst und Predigt


8° culto in quarantena


Domenica, 26 aprile 2020

(II Domenica dopo Pasqua)

prepararo dalla Pastora Annette Herrmann-Winter della Comunità Evangelica Luterana di Firenze (Toscana, Emilia Romagna e Marche)


8. Gottesdienst in der Quarantäne


Sonntag, 26. April 2020, 2. Sonntag nach Ostern, vorbereitet von der Pastorin Annette Herrmann-Winter der Evangelisch-Lutherischen Gemeinde Florenz (Toskana, Emilia Romagna und die Marken) 

Pecore a Torino - Schafe in Turin - Foto: Sabine Wolters
Pecore a Torino - Schafe in Turin - Foto: Sabine Wolters


♫ Musica | Musik: Joh. Gottfr. Walther, Erschienen ist der herrlich Tag [È apparso il dì glorioso]

 

[Non abbiamo trovato una versione italiana di questo inno (106). Senza impegno, vi proponiamo di seguito un inno alternativo bilingue - Da dieses Lied lediglich einsprachig Deutsch vorliegt, bieten wir unverbindlich auch eine zweisprachige Variante zum Thema an - siehe weiter unten.]

Fonte  Quelle: Evangelisches Gesangbuch, Ausgabe für die Evangelisch-Lutherischen Kirchen in Niedersachsen und für die Bremische Evangelische Kirche


Inno alternativo proposto sul nostro sito torinese per i partecipanti canterini: 

Alternativvorschlag der Turiner Webseitenversion für alle, die Lust am Singen haben: 

 

150 «Cristo vive, cessi il pianto»

150 „Christus lebt, drum lasst das Jammern“



Versetto settimanale:

Cristo dice: »Io sono il buon pastore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono; e io do loro la vita eterna e non periranno mai.«                 Joh 10, 11a.27-28a


Wochenspruch:

Christus spricht: Ich bin der gute Hirte. Meine Schafe hören meine Stimme und ich kenne sie und sie folgen mir; und ich gebe ihnen das ewige Leben. Joh 10, 11a.27-28a



Voto

Raccogliamo i nostri pensieri e presentiamoci davanti a Dio, nostro Padre,

che si umanò in Gesù Cristo, diventando come noi;

entriamo nella forza dello Spirito Santo,

che ci infonde la forza per vivere

Amen.


Votum

Wir sammeln unsere Gedanken und treten vor Gott, der unser Vater ist,

der in Jesus Christus Mensch wurde wie wir

und wir stellen uns in die Kraft des Heiligen Geistes, 

der uns die Kraft zum Leben gibt 

Amen.



Salmo 23

Acquietati!

Riposa dalle tue occupazioni,

dalle tue preoccupazioni,

dalle tue delusioni.

E accogli dentro di te le parole di questa mattina, tratte da questo salmo che ti è ben noto:

 

Il SIGNORE è il mio pastore:

nulla mi manca. 

Egli mi fa riposare in verdeggianti pascoli,

mi guida lungo le acque calme. 

Egli mi ristora l'anima,

mi conduce per sentieri di giustizia, per amore del suo nome. 

Quand'anche camminassi nella valle dell'ombra della morte,

io non temerei alcun male,

perché tu sei con me;

il tuo bastone e la tua verga mi danno sicurezza. 

Per me tu imbandisci la tavola, sotto gli occhi dei miei nemici; 

cospargi di olio il mio capo,

la mia coppa trabocca. 

Certo, beni e bontà m'accompagneranno tutti i giorni della mia vita;

e io abiterò nella casa del SIGNORE per lunghi giorni. 


Psalm 23

Komm zur Ruhe!

Raste von deinen Geschäften, von deinen Sorgen, von deinen Enttäuschungen.

Komm zur Ruhe!

Und nimm die Worte dieses Morgens aus dem vertrauten Psalm in Dir auf:

 

 

Der HERR ist mein Hirte,

mir wird nichts mangeln.

Er weidet mich auf einer grünen Aue

und führet mich zum frischen Wasser.

Er erquicket meine Seele. 

Er führet mich auf rechter Straße um seines Namens willen.

Und ob ich schon wanderte im finstern Tal,

fürchte ich kein Unglück;

denn du bist bei mir,

dein Stecken und Stab trösten mich.

Du bereitest vor mir einen Tisch im Angesicht meiner Feinde,

Du salbest mein Haupt mit Öl

und schenkest mir voll ein.

Gutes und Barmherzigkeit werden mir folgen mein Leben lang,

und ich werde bleiben im Hause des HERRN immerdar. 



Kyrie

Dio misericordioso,

veniamo a Te con tutto ciò 

che si presenta nella nostra vita quotidiana:

cose ben riuscite e gioiose,

fallimenti e delusioni.

Ti preghiamo:

Prendici così come siamo.

Aiutaci a confidare

che, in ogni momento, possiamo ricominciare nuovamente.

Signore, pietà!


Kyrie

Barmherziger Gott,

wir kommen zu dir mit allem,

was in unserem Alltag vorkommt:

Gelungenes und Freudiges,

Scheitern und Enttäuschung.

Wir bitten dich:

Nimm uns wie wir sind.

Hilf uns zu vertrauen,

dass wir jeden Augenblick neu beginnen können.

Herr, erbarme dich!



Promessa

Dio così risponde alla nostra preghiera di ottenere misericordia:

»Io sono il buon pastore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono; e io do loro la vita eterna e non periranno mai.«

Amen.


Zuspruch

Auf unsere Bitte um Erbarmen antwortet Gott: „Ich bin der gute Hirte. Meine Schafe hören meine Stimme und ich kenne sie und sie folgen mir; und ich gebe ihnen das ewige Leben.

Amen.



Preghiera

Dio di bontà,

ci troviamo all’inizio di questa nuova settimana.

Cerchiamo di mettere ordine fra i nostri pensieri.

Ogni giorno, sono tante le cose che avvengono senza che noi possiamo influire su di esse.

La nostra vita è limitata.

Ci preoccupiamo, pensando a come andare avanti.

Cerchiamo di prendere sul serio la situazione e pensiamo anche a come poter continuare a dare forma alla vita.

E perciò ora Ti preghiamo: fa’ che abbiamo un momento di requie da tutte le questioni che ci occupano, affinché attingiamo forza per i passi che ci si prospettano.

Di ciò Ti preghiamo, per il tramite di Gesù Cristo, nostro Fratello e Signore.

Amen.


Gebet

Guter Gott,

am Beginn dieser neuen Woche stehen wir.

Wir versuchen, unsere Gedanken zu ordnen.

So vieles ereignet sich täglich, das wir nicht beeinflussen können.

Unser Leben ist eingeschränkt.

Wir machen uns Sorgen, wie es weiter gehen kann.

Wir versuchen, die Situation ernst zu nehmen und doch auch Leben weiter gestalten zu können.

Und so bitten wir Dich nun: lass uns einen Moment zur Ruhe kommen von all den Fragen, damit wir Kraft schöpfen für die Schritte, die vor uns liegen.

Das bitten wir durch Jesus Christus, unsern Bruder und Herrn,

Amen.



Lettura Gv 10, 11-16 (27-30)

Io sono il buon pastore; il buon pastore dà la sua vita per le pecore. Il mercenario, che non è pastore, a cui non appartengono le pecore, vede venire il lupo, abbandona le pecore e si dà alla fuga (e il lupo le rapisce e disperde), perché è mercenario e non si cura delle pecore. Io sono il buon pastore, e conosco le mie, e le mie conoscono me, 15 come il Padre mi conosce e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. Ho anche altre pecore, che non sono di quest'ovile; anche quelle devo raccogliere ed esse ascolteranno la mia voce, e vi sarà un solo gregge, un solo pastore. 

Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono; e io do loro la vita eterna e non periranno mai e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti; e nessuno può rapirle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo uno». 


Lesung Joh 10, 11-16 (27-30)

Ich bin der gute Hirte. Der gute Hirte gibt sein Leben für die Schafe. Bezahlte Angestellte, die nicht Hirtinnen oder Hirten sind, und denen die Schafe nicht gehören, die sehen den Wolf kommen und verlassen die Schafe und fliehen – und der Wolf raubt die Schafe und treibt sie auseinander. Dies geschieht, weil sie bezahlte Angestellte sind und ihnen nichts an den Schafen liegt. Ich bin der gute Hirte und ich kenne die Meinen und die Meinen kennen mich, so wie mich Gott wie eine Mutter kennt und ich Gott kenne. Und ich gebe mein Leben für die Schafe. Aber ich habe noch andere Schafe, die nicht von diesem Hof stammen; auch diese muss ich führen und sie werden meine Stimme hören, und sie alle werden eine Herde mit einem Hirten sein. 

Meine Schafe hören meine Stimme, und ich kenne sie und sie folgen mir, und ich gebe ihnen ewiges Leben, und sie werden bis in Ewigkeit nicht verloren gehen und niemand wird sie aus meiner Hand rauben. Gott hat sie mir gegeben und ist größer als alle, und niemand kann sie aus der Hand Gottes rauben. Ich und Gott sind eins.«

(Hier in der Bibelübersetzung in gerechter Sprache) 



 ♫ Musica | Musik: Pescetti, Adagio in La magg



Predica

Lettura Gv 10, 11-16 (27-30)

Io sono il buon pastore; il buon pastore dà la sua vita per le pecore. Il mercenario, che non è pastore, a cui non appartengono le pecore, vede venire il lupo, abbandona le pecore e si dà alla fuga (e il lupo le rapisce e disperde), perché è mercenario e non si cura delle pecore. Io sono il buon pastore, e conosco le mie, e le mie conoscono me, come il Padre mi conosce e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. Ho anche altre pecore, che non sono di quest'ovile; anche quelle devo raccogliere ed esse ascolteranno la mia voce, e vi sarà un solo gregge, un solo pastore. 

Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono; e io do loro la vita eterna e non periranno mai e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti; e nessuno può rapirle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo uno». 

 

Cara Comunità,

fino a due anni fa abbiamo avuto delle pecore: Paul, Rosa, Lene, Larissa e Chiara; un piccolo gregge variegato, che curava il pascolo intorno alla vecchia cascina in cui abitavamo. Ognuno aveva un carattere particolare. Paul, per esempio, non poteva bere e fu cresciuto col biberon. Un montone che non era più possibile integrare in un gregge. Rosa non poteva più restare  gravida, altrimenti avrebbe rischiato la vita; ragion per cui Paul fu castrato. Lene era di razza Heidschnucke e pure era stata allevata col biberon. Per quanto fossero diversi tra loro, avevano in comune una cosa: considerati dall’ottica del nostro allevamento intensivo, non erano più utili. Ma per noi erano compagni di cammino, dalla spiccatissima individualità, con una dignità propria. Avevano tutti un’indomita gioia di vivere!

 

Le pecore hanno memoria fotografia individuale. Arrivano a distinguere fino a 10 persone diverse. La cura è complessa: gli zoccoli vanno tagliati regolarmente; la tosa non deve avvenire troppo presto nell’anno, altrimenti si ammalano. Perché la tosa del vello rappresenta un intervento pesante nel sistema di regolazione del corpo.

Le pecore sono animali gregari. Se fossero tenute da sole, morirebbero. Hanno bisogno della sicurezza di avere gli altri vicino. D’estate, è così che si rinfrescano; d’inverno, si forniscono tepore. Hanno fiducia assoluta nell’animale che guida il gregge. Questo è d’importanza vitale per tutti. Sentivano la mia voce da lontano e arrivavano di corsa, quando le chiamavo.

Le pecore sono, spesso, animali che sopportano in silenzio. Nel mio lavoro nella protezione animali, mi è capitato di farne esperienza spesso, senza capacitarmene: immaginate un tir a 4 piani, pieno di agnelli, diretto dalla Polonia in Grecia. Temperatura esterna: 40°C. Ancora di più nel tir. Trasporto del tir in traghetto dal porto di Bari fino in Grecia. Molte bestie erano prive di forza, assetate. Gli abbeveratoi erano guasti o, semplicemente, non riempiti d’acqua.

In effetti, avrebbero avuto la forza di distruggere il tir, di gridare, di fare qualunque cosa. Ma, di solito, non si sentiva nulla o si sentivano solo voci flebili, gentili.

 

Paul, Rosa, Lene, Larissa e Chiara, nel frattempo, sono morti di vecchiaia e noi abbiamo assicurato loro degna fine.

Non posso fare a meno di pensare a loro, leggendo il Vangelo di questa domenica.

 

Le frasi che cominciano con »io«, nel Vangelo di Giovanni, costituiscono alla presentazione che Gesù fa di sé.

Si tratta di un’antologia di affermazioni, comincianti con »io«, con cui l’evangelista Giovanni ci presenta quello che per lui è l’aspetto essenziale di Gesù. Per farlo, sceglie un’immagine, traendola dalla vita quotidiana della società orientale: la convivenza tra gregge di pecore e pastore.

 

Desidero estraplare due aspetti:

 

1. Pecore e pastore sono intrecciati insieme: Io sono il buon pastore, e conosco le mie, e le mie conoscono me, come il Padre mi conosce e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. 

In questi giorni, incontrando persone talvolta non sono più tanto di sicura di conoscerle. La mascherina copre larga parte del volto. Molti, in aggiunta a ciò, guardano in basso, così che non posso percepire altro moto dell’animo che, forse, della paura.

La vita col coronavirus ci costringe alla distanza. E se non siamo più in contatto, diventiamo insicuri.

Gesù dà sicurezza: suona come una frase sospettamente plateale, tipica di ambiente dalla forte connotazione devozionale. Ma quel che s’intende è questo: la Pasqua ci dà la sicurezza, la certezza che Dio è con noi nella vita. Al nostro fianco. Da qui non si lascia allontanare, neanche dal dolore e dalla morte.

Ci conosciamo, Dio ed io. Così come mi conosce mia madre, che mi ha partorita. Abbiamo condiviso innumerevoli situazioni della mia vita, alti e bassi.

Insime, abbiamo litigato e  lottato. Questa relazione è affidabile. Nessuno può toglierci dalla mano di Dio. Questo è un terreno su cui possiamo stare in piedi, anche quando, intorno a noi, molte cose sono diventate insicure e non pianificabili.

 

2. Oltre me qui ci sono anche altri. Vengono da un’altra stalla: Ho anche altre pecore, che non sono di quest'ovile; anche quelle devo raccogliere ed esse ascolteranno la mia voce, e vi sarà un solo gregge, un solo pastore.

Gesù ci si presenta, qui, come uno che tiene d’occhio tutto. America first - Italia first - Germany first: il nazionalismo non è cosa per lui. Il suo cuore è spalancato ai molti che vivono e credono in modo differente da noi. O perché appartengono ad altre religioni e visioni del mondo o perché sono di altre confessioni cristiane.

Sono persone di altra origine, di altre tradizioni e di altre lingue.

La Chiesa non può esistere senza l’ecumenismo. Non ci definiamo in base a ciò che ci distingue dagli altri. Dobbiamo, sì, nominarlo e contemplarlo, per poter camminare con gli altri.

Ci definiamo in base all’appartenenza al Pastore.

Questo orientamento dello sguardo può rimettere a posto talune cose. Ci ammonisce di continuo e nuovamente a rinunciare a valori e giudizi e a entrare nell’incontro.

 

Io sono il buon Pastore!

Lasciamo che ci venga detto, come consolazione e incoraggiamento per i passi che dobbiamo fare.

 

E la pace d Dio, che è superiore al nostro intelletto e che è molto più ampia e capace di comprendere di quanto riesca a fare il nostro intelletto, custodisca i nostri cuori e menti in Gesù Cristo. Amen.

 

Pastora Annette Herrmann-Winter

Comunità Evangelica Luterana di Firenze (Toscana, Emilia Romagna e Marche)


Predigt

Joh 10, 11-16 (27-30)

Ich bin der gute Hirte. Der gute Hirte gibt sein Leben für die Schafe. Bezahlte Angestellte, die nicht Hirtinnen oder Hirten sind, und denen die Schafe nicht gehören, die sehen den Wolf kommen und verlassen die Schafe und fliehen – und der Wolf raubt die Schafe und treibt sie auseinander. Dies geschieht, weil sie bezahlte Angestellte sind und ihnen nichts an den Schafen liegt. Ich bin der gute Hirte und ich kenne die Meinen und die Meinen kennen mich, so wie mich Gott wie eine Mutter kennt und ich Gott kenne. Und ich gebe mein Leben für die Schafe. Aber ich habe noch andere Schafe, die nicht von diesem Hof stammen; auch diese muss ich führen und sie werden meine Stimme hören, und sie alle werden eine Herde mit einem Hirten sein. 

Meine Schafe hören meine Stimme, und ich kenne sie und sie folgen mir, und ich gebe ihnen ewiges Leben, und sie werden bis in Ewigkeit nicht verloren gehen und niemand wird sie aus meiner Hand rauben. Gott hat sie mir gegeben und ist größer als alle, und niemand kann sie aus der Hand Gottes rauben. Ich und Gott sind eins.« 

 

Liebe Gemeinde,

bis vor 2 Jahren hatten wir Schafe. Paul, Rosa, Lene, Larissa und Chiara - ein kleiner bunt gewürfelter Haufen, der die Weide rund um den alten Hof, den wir bewohnen, gepflegt hat. Alle waren besondere Charaktere. Paul zum Beispiel, konnte nicht trinken und wurde mit der Flasche aufgezogen. Ein Schafbock ist danach in keine Herde mehr zu integrieren. Rosa durfte nicht mehr schwanger werden, sonst bestünde Lebensgefahr. Paul war deshalb kastriert. Lene war eine Heidschnucke und ebenfalls Flaschenkind. So verschieden sie waren, sie hatten eines gemeinsam: sie waren nach den Gesichtspunkten unserer Massentierhaltung zu nichts mehr nützlich. Aber für uns waren sie höchst individuelle Wegbegleiter, die eine eigene Würde hatten. Sie hatten eine unbändige Freude am Leben!

 

Schafe haben ein individuelles Bild-Gedächtnis. Sie können bis zu 10 Personen voneinander unterscheiden. Die Pflege ist kompliziert: Klauen müssen regelmäßig geschnitten werden, die Schafschur darf nicht zu früh im Jahr sein, sonst werden sie krank. Denn die Schur des Fells ist ein massiver Eingriff in das Regulationssystem des Körpers. 

Schafe sind Herdentiere. Würde man sie alleine halten, würden sie sterben. Sie brauchen die Sicherheit, die anderen in der Nähe zu haben. Im Sommer kühlen sie sich so, im Winter gibt es Wärme. Sie vertrauen dem Tier, das die Herde anführt unbedingt. Das ist für alle von existentieller Bedeutung. Meine Stimme hörten sie von weitem und kommen angerannt, wenn ich sie rufe.

Schafe sind oft stumme Dulder. In meiner Tierschutzarbeit habe ich das oft fassungslos erlebt: riesige 4-stöckige Transporter mit Lämmern auf dem Weg von Polen nach Griechenland. 40 Grad Außentemperatur. Im Transporter noch heißer. Verschiffung nach Griechenland im Hafen von Bari. Viele entkräftet, durstig. Die Tränkanlagen defekt oder einfach nicht mit Wasser aufgefüllt.

Eigentlich hätten sie eine Kraft, den ganzen LKW auseinanderzunehmen, zu schreien was das Zeug hält. Aber man hört meistens nichts oder nur schwache zarte Stimmchen.

 

Paul, Rosa, Lene, Larissa und Chiara sind mittlerweile alle an Altersschwäche gestorben und wir haben sie würdig verabschiedet.

An sie muss ich denken, wenn ich dieses Evangelium zum heutigen Sonntag lese.

 

Die Ich-bin Worte im Johannesevangelium sind eine Selbstvorstellung von Jesus.

Eine Sammlung von Selbstaussagen, mit denen der Evangelist Johannes das für ihn Wesentliche von Jesus uns vorstellt. Er wählt dafür ein Bild aus dem Alltagsgeschehen der orientalen Gesellschaft: das Miteinander von Schafherde und Hirte.

 

Zwei Aspekte möchte ich herausgreifen:

1. Schafe und Hirte sind miteinander verwoben: Ich bin der gute Hirte und ich kenne die Meinen und die Meinen kennen mich, so wie mich Gott wie eine Mutter kennt und ich Gott kenne. 

Wenn ich in diesen Tagen Menschen begegne, dann bin ich mir manchmal nicht mehr ganz sicher, ob ich sie kenne. Der Mundschutz verdeckt so viel von ihrem Gesicht. Viele schauen dazu noch unter sich, sodass ich keine Regung wahrnehmen kann, außer vielleicht Angst. Das Leben mit dem Virus zwingt uns zum Abstand. Und wenn wir nicht mehr im Kontakt sind, werden wir unsicher.

Jesus gibt Sicherheit – das klingt wie ein verdächtig plakativer Satz aus einer sehr frommen Ecke. Aber was gemeint ist: Ostern gibt uns die Sicherheit, die Gewissheit, dass Gott mit uns im Leben ist. An unserer Seite. Davon lässt er sich nicht abringen, auch nicht durch Leid und Tod.

Wir kennen uns, Gott und ich. Wie mich meine Mutter kennt, die mich geboren hat. Unzählige Situationen meines Lebens, Höhen und große Tiefen haben wir geteilt. Miteinander gestritten und gerungen. Diese Beziehung ist verlässlich. Niemand kann uns aus Gottes Hand nehmen. Das ist ein Boden, auf dem wir stehen dürfen, auch wenn um uns herum vieles unsicher und unplanbar geworden ist.

 

2. Außer mir sind noch andere da. Sie kommen aus einem anderen Stall: Aber ich habe noch andere Schafe, die nicht von diesem Hof stammen; auch diese muss ich führen und sie werden meine Stimme hören, und sie alle werden eine Herde mit einem Hirten sein. 

Jesus stellt sich hier als einer vor, der alle im Blick hat. America first - Italia first - Germany first – Nationalismus ist nicht seine Sache. Sein Herz ist weit offen für viele, die anders leben und anders glauben als wir. Entweder in anderen Religionen, Weltanschauungen oder in anderen christlichen Konfessionen. 

Menschen, die anderer Herkunft sind, andere Traditionen haben und andere Sprachen sprechen. 

Die Kirche kann es nicht ohne die Ökumene geben. Wir definieren uns nicht über das, was uns von anderen unterscheidet. Das müssen wir zwar benennen und anschauen, um Wege miteinander gehen zu können.

Wir definieren uns über die Zugehörigkeit zum Hirten.

Diese Blickrichtung kann manches zurechtrücken. Sie mahnt uns immer wieder neu, das Werten und Beurteilen aufzugeben und uns auf die Begegnung einzulassen.

 

Ich bin der gute Hirte!

Lassen wir uns das sagen – als Trost und Ermutigung für die Schritte, die wir zu gehen haben.

 

Und der Friede Gottes, der höher ist und weiter reicht als unser Verstand zu fassen vermag, der bewahre unsere Herzen und Sinne in Jesus Christus. Amen.

 

Pfarrerin Annette Herrmann-Winter

Ev.-lutherische Gemeinde in Florenz (Toskana, Emilia Romagna und die Marken)



Musica | Musik: G. F. Händel, Andante


♫ 

Inno alternativo proposto sul nostro sito torinese per i partecipanti canterini: 

319 «Sai tu quante stelle stanno»

 

Alternativvorschlag der Turiner Webseitenversion für alle, die Lust am Singen haben: 

 319 „Weißt du, wieviel Sternlein stehen“




Intercessioni

Dio misericordioso,

sono qui, con tutto ciò che muove il mio cuore.

Ti prego / Ti preghiamo:

 

Donami la certezza che non ti allontani mai dal mio fianco e che cammini insieme con tutti quelli che mi stanno a cuore!

 

Sii al fianco di tutti coloro che, in questo periodo, da sanitari, assistono e curano gli altri. Fa’ che si sentano sostenuti da Te e che possano trasmettere qualcosa, di questa consapevolezza, a coloro che gli sono affidati.

 

Sii al fianco delle tante persone che si trovano nei campi per rifugiati, sparsi nel mondo. Non possono proteggere se stessi come vorrebbero. Fortificali, per mezzo di persone che stiano al loro fianco, e fa’ che noi mettiamo il cuore nel sostenere coloro che li aiutano.

 

[Intercessioni individuali]


Fürbitten

Barmherziger Gott,

hier bin ich mit allem, was mein Herz bewegt.

Ich bitte Dich/ wir bitten Dich:

 

Schenke mir die Gewissheit, dass Du nicht von meiner Seite weichst und mit all denen gehst, die mir am Herzen liegen!

 

Steh den vielen Menschen bei, die in dieser Zeit andere medizinisch versorgen und pflegen. Dass sie sich von Dir getragen wissen und davon etwas weitergeben können an die Menschen, die ihnen anvertraut sind.

 

Sie bei den Vielen in den Flüchtlingslagern dieser Welt. Sie können sich nicht so schützen wie sie es gerne möchten. Stärke sie durch Menschen an ihrer Seite und lass uns beherzt die unterstützen, die Hilfe leisten.

 

[Weitere Fürbitten individuell.]



Silenzio


Stille



Confidando che Tu, o Dio, ascolti la nostra preghiera, Ti preghiamo insieme con le parole che Gesù ci ha insegnato:

 

Padre nostro che sei nei cieli,

sia santificato il tuo nome,

venga il tuo regno,

sia fatta la tua volontà

come in cielo anche in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano

e rimetti a noi i nostri debiti

come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,

non indurci in tentazione,

ma liberaci dal Male.

Tuo è il regno, la potenza

e la gloria nei secoli dei secoli. Amen. 


Im Vertrauen,  dass Du, Gott, unser Gebet j

Hörst, sprechen wir gemeinsam mit den Worten, die Jesus uns anvertraut hat: 

 

Vater Unser

Vater unser im Himmel.

Geheiligt werde dein Name.

Dein Reich komme.

Dein Wille geschehe, 

wie im Himmel, so auf Erden. 

Unser tägliches Brot gib uns heute,

und vergib uns unsere Schuld, 

wie auch wir vergeben unseren Schuldigern. 

Und führe uns nicht in Versuchung,

sondern erlöse uns von dem Bösen.

Denn dein ist das Reich und die Kraft

und die Herrlichkeit in Ewigkeit. Amen.



Benedizione

Per tutte le vie che ci sono davanti, Dio viene con noi:

ti benedica e ti protegga!

Faccia risplendere il suo volto su di te e ti sia propizio.

E volga verso di te il suo volto e ti doni pace,

oggi e sempre. 

Amen


Segen

Auf allen Wegen, die vor uns liegen, geht unser Gott mit:

Er segne und behüte dich!

Er lasse sein Angesicht leuchten über Dir und sei Dir gnädig.

Und er wende Dir sein Angesicht zu und schenke Dir Frieden, heute und immer.

Amen



Musica | Musik: Stanley, Grave Sol magg


Inno alternativo proposto sul nostro sito torinese per i partecipanti canterini: 

176 «Proteggi Signor»

Alternativvorschlag der Turiner Webseitenversion für alle, die Lust am Singen haben: 

 

176 „Bewahre uns Gott“