15.03.2020 - Culto e Predica - Gottesdienst und Predigt


1° culto in quarantena


Domenica, 15 marzo 2020 - Oculi

preparato dal Pastore luterano Carsten Gerdes (Ispra-Varese)

 


1. Quarantäne-Gottesdienst


Sonntag, den 15. März 2020 - Okuli

vorbereitet vom lutherischen Pfarrer Carsten Gerdes (Ispra-Varese)



Cara Comunità, cari Lettori,

di norma, siamo abituati, per celebrare il culto, a lasciare la nostra casa per recarci in chiesa. Dove troviamo altri (alcuni o molti) che hanno la nostra stessa impostazione religiosa, e persone che hanno preparato il luogo e il culto (custode, musicista, pastore/a...).

In queste settimane, il divieto di uscire ha reso le cose molto diverse, purtroppo. Voi e i collaboratori del culto dovete restare a casa. Chi, nonostante ciò, non voglia rinunciare al culto, ha due possibilità.

Potete seguire il culto televisivo sul canale della ZDF, alle h. 9.30. Oppure, potete celebrare, da soli o con la vostra famiglia, un culto a casa vostra. A questo fine ho qualche proposta per prepararlo e ho scritto o scelto dei testi che potete usare.

  • Cercate un posto adatto e sistematelo. Disponete un vaso di fiori o una piantina in vaso. Accendete una candela. Mettete sul ripiano una Bibbia aperta o un innario.
  • Fate in modo di non essere disturbati per tutto il tempo. Spegnete il cellulare.
  • Immaginate che molti altri, in altri luoghi, stanno facendo esattamente lo stesso.
  • Adoperate i testi che seguono oppure componete di vostri.
  • E se siete in più persone, cantate insieme o scegliete, in precedenza, uno o due brani musicali da suonare e ascoltare inframmezzati ai testi.

Liebe Gemeinde, liebe Lesende,

in der Regel sind wir es gewohnt, zum Feiern eines Gottesdienstes unsere Wohnung zu verlassen und eine Kirche zu betreten. Dort treffen wir auf Gleichgesinnte (ein paar oder viele) und auf Menschen, die den Ort und den Gottesdienst vorbereitet haben (Küster, Musiker, Pastorinnen..) .

Das ist in diesen Wochen des Ausgehverbotes leider deutlich anders. Sie und auch die Mitarbeitenden müssen zu Hause bleiben. Wer trotzdem oder gerade deswegen nicht auf einen Gottesdienst verzichten möchte, hat im Grunde zwei Möglichkeiten. 

Sie können den Fernsehgottesdienst im ZDF um 9.30 Uhr anschauen. Oder Sie können alleine oder mit ihrer Familie einen eigenen Gottesdienst in ihrer Wohnung feiern. Dafür habe ich ein paar Vorschläge zur Vorbereitung und einige Texte erstellt oder herausgesucht, die Sie verwenden können.

  • Suchen Sie sich einen Platz und richten Sie ihn her. Eine Vase mit Blumen oder einen Blumentopf. Zünden Sie eine Kerze an. Legen Sie eine aufgeschlagene Bibel dazu oder ein Gesangbuch.
  • Sorgen Sie dafür, dass Sie nicht gestört werden in dieser Zeit. Stellen Sie das Handy ab. 
  • Stellen Sie sich vor, dass viele andere an anderen Orten gerade genau das Gleiche tun.
  • Verwenden Sie die folgenden Texte oder eigene.
  • Und wenn Sie zu mehreren sind, singen Sie doch gemeinsam oder suchen sich vorher ein oder zwei Musikstücke, die Sie zwischen den Texten abspielen und anhören.


In nome di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo. Amen.

 

Salmo 34, 16-23 + ritornello 25, 15

Gli occhi del SIGNORE sono sui giusti

e i suoi orecchi sono attenti al loro grido.

Il volto del SIGNORE è contro quelli che fanno il male

per cancellare dalla terra il loro ricordo.

I miei occhi sono sempre rivolti al SIGNORE,

perché sarà lui a trarre i miei piedi dalla rete.

I giusti gridano e il SIGNORE li ascolta;

li libera da tutte le loro disgrazie.

Il SIGNORE è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto,

salva gli umili di spirito.

I miei occhi sono sempre rivolti al SIGNORE,

perché sarà lui a trarre i miei piedi dalla rete.

Molte sono le afflizioni del giusto;

ma il SIGNORE lo libera da tutte.

Egli preserva tutte le sue ossa;

non se ne spezza neanche uno.

I miei occhi sono sempre rivolti al SIGNORE,

perché sarà lui a trarre i miei piedi dalla rete.

La malvagità farà perire il malvagio,

quelli che odiano il giusto saranno considerati colpevoli.

Il SIGNORE riscatta la vita dei suoi servi,

nessuno di quelli che confidano in lui sarà considerato colpevole.

I miei occhi sono sempre rivolti al SIGNORE,

perché sarà lui a trarre i miei piedi dalla rete.


Im Namen Gottes des Vaters und des Sohnes und des Heiligen Geistes. Amen

 

Psalm 34 16-23 + Kehrvers 25,15

Die Augen des Herrn merken auf die Gerechten

Und seine Ohren auf ihr Schreien.

Das Antlitz des Herrn steht wider alle, die Böses tun,

dass er ihren Namen ausrotte von der Erde.

Meine Augen sehen stets auf den Herrn;

denn er wird meinen Fuß aus dem Netze ziehen.

Wenn die Gerechten schreien, so hört der Herr

Und errettet sie aus all ihrer Not.

Der Herr ist nahe denen,

die zerbrochenen Herzens sind,

und hilft denen, die ein zerschlagenes Gemüt haben.

Meine Augen sehen stets auf den Herrn;

denn er wird meinen Fuß aus dem Netze ziehen.

Der Gerechte muss viel leiden,

aber aus alledem hilft ihm der Herr.

Er bewahrt ihm alle seine Gebeine,

dass nicht eines von ihnen zerbrochen wird.

Meine Augen sehen stets auf den Herrn;

denn er wird meinen Fuß aus dem Netze ziehen.

Den Frevler wird das Unglück töten,

und die den Gerechten hassen, fallen in Schuld.

Der Herr erlöst das Leben seiner Knechte,

und alle, die auf ihn trauen, werden frei von Schuld.

Meine Augen sehen stets auf den Herrn;

denn er wird meinen Fuß aus dem Netze ziehen.



Preghiera

A Te, o Dio, vanno i miei pensieri; 

a Te mi rivolgo in preghiera.

Così tante cose sono diverse, in questi giorni;

così tante cose sono insolite e alcune mi spaventano. O Dio, è per questo che mi rivolgo a Te e che cerco la Tua Parola in mezzo a tutte le altre parole, cerco la Tua quiete in mezzo a tutta l'inquietudine. Apri i miei occhi per vedere ciò che non riconosco subito e sii al mio fianco, qualunque cosa accada in questi giorni.

Amen.


Gebet

Zu dir, Gott, gehen meine Gedanken,

an Dich wende ich mich mit meinem Gebet.

So vieles ist anders in diesen Tagen, so vieles ist ungewohnt und manches macht mir Angst. 

Gott, darum wende ich mich an Dich,

suche nach Deinem Wort in all den anderen Worten, nach Deiner Ruhe in all der Unruhe. 

Öffne mir die Augen für das, was ich nicht gleich erkenne. Und sei an meiner Seite, was auch kommen mag in diesen Tagen.

Amen.



Brano musicale o inno

Per esempio, Dio ci dà l'aria


Musikstück oder Lied 

Zum Beispiel Gott gab uns Atem



Lettura del Vangelo (che è anche testo della predicazione) Luca 9, 57-62

Mentre camminavano per la via, qualcuno gli disse: «Io ti seguirò dovunque andrai». 

E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo dei nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo». 

A un altro disse: «Seguimi». Ed egli rispose: «Permettimi di andare prima a seppellire mio padre». 

Ma Gesù gli disse: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; ma tu va' ad annunciare il regno di Dio». 

Un altro ancora gli disse: «Ti seguirò, Signore, ma lasciami prima salutare quelli di casa mia». 

Ma Gesù gli disse: «Nessuno che abbia messo la mano all'aratro e poi volga lo sguardo indietro, è adatto per il regno di Dio».


Lesung des Evangeliums (zugleich der Predigttext) Lukas 9, 57-62

Und als sie auf dem Wege waren, sprach einer zu ihm: Ich will dir folgen, wohin du gehst.

Und Jesus sprach zu ihm: Die Füchse haben Gruben und die Vögel unter dem Himmel haben Nester; aber der Menschensohn hat nichts, wo er sein Haupt hinlege.

Und er sprach zu einem andern: Folge mir nach! Der sprach aber: Herr, erlaube mir, dass ich zuvor hingehe und meinen Vater begrabe.

Er aber sprach zu ihm: Lass die Toten ihre Toten begraben; du aber geh hin und verkündige das Reich Gottes!

Und ein andrer sprach: Herr, ich will dir nachfolgen; aber erlaube mir zuvor, dass ich Abschied nehme von denen, die in meinem Hause sind.

Jesus aber sprach zu ihm: Wer die Hand an den Pflug legt und sieht zurück, der ist nicht geschickt für das Reich Gottes.



Credo


Glaubensbekenntnis



Inno: Oculi


Lied: Oculi



Predica

Cara Comunità, cari Lettori che siete davanti allo schermo!

Oculi, (i miei) occhi: questo vuol dire il nome latino della domenica di oggi. I miei occhi vedono, da giorni e settimane, cose che non vorrei proprio vedere. Numeri e statistiche su persone che, in conseguenza dell'infezione da virus, si sono ammalate o sono morte. Piazze vuote, negozi chiusi, manifestazioni disdette. Vedo persone che mantengono la distanza tra loro e io stesso non mi avvicino a coloro che, di tanto in tanto, incontro. I miei occhi guardano ipnotizzati le immagini alla televisione e in Internet. Danno di continuo informazioni nuove, angoscianti su ciò che avviene qui e altrove e trasportano queste immagini nella mia mente, nel mio cuore e nella mia anima. "Angst essen Seele au", "La paura divora l'anima", è il titolo di un film degli anni '70, che descrive, per me in modo pregnante, questo sviluppo. Ciò che percepiamo con gli occhi continua a vivere nel nostro intimo, influisce su di noi, ci si annida come sentimento e come umore. Di nuovo un picco di numeri! Un altro decreto, ancora più aspro! Lo smartphone lampeggia e vuol essere attivato; il laptop pigola e mostra la ricezione di un nuovo messaggio e il mio dito salta di continuo per accendere il televisore. Voglio informarmi; i miei occhi vogliono vedere qual è la situazione. E, al tempo stesso, avverto che soffro di tutto ciò che vedo e che mi viene posto davanti agli occhi.

Guardare da un'altra parte non è la soluzione; ma noto che mi fa bene guardare qualcosa di bello, quando indirizzo consapevolmente i miei occhi verso qualcosa di non contagiato. Nel nostro giardino, proprio adesso si aprono i fiori della magnolia e della camelia, gli uni bianco-violetti e gli altri rosa chiaro. Calici lunghi, appuntiti oppure piattini larghi, rotondi con innumerevoli singoli petali. E se non sono i fiori, sono i momenti con i nostri figli, con i nostri partner. È un giro in bicicletta. Un caffè bevuto al sole. Un libro letto in poltrona. Un verso della Bibbia. Un pezzo musicale. La luce di una candela. Può esserci anche tutto questo, anche questo avviene, in questi giorni. Devo solo costringermi a guardare in quella direzione, a prenderne coscienza, a contribuire con l'azione, senza farmi vincere dalle altre immagini. Perché è da queste immagini e momenti che attingo forza; è di essi che si nutre la mia anima, invece di essere divorata, e con energia nuova posso dedicarmi a ciò che la giornata richiede da me.

E così alzo i miei occhi al testo per la predicazione di Domenica Oculi. Si trova nel Vangelo di Luca, capitolo 9, versetti da 57 a 62.

 

Mentre camminavano per la via, qualcuno gli disse: «Io ti seguirò dovunque andrai». 

E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo dei nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo». 

A un altro disse: «Seguimi». Ed egli rispose: «Permettimi di andare prima a seppellire mio padre». 

Ma Gesù gli disse: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; ma tu va' ad annunciare il regno di Dio». 

Un altro ancora gli disse: «Ti seguirò, Signore, ma lasciami prima salutare quelli di casa mia». 

62 Ma Gesù gli disse: «Nessuno che abbia messo la mano all'aratro e poi volga lo sguardo indietro, è adatto per il regno di Dio».

 

Tre persone si trovano al medesimo punto della loro vita. Vogliono seguire Gesù. Hanno già soppesato il pro e il contro e hanno deciso: è lui la via, la loro via. Si trovano quasi ai blocchi di partenza. C'è solo una faccenda che ancora li trattiene dal cominciare a correre e seguirlo. Ciò che li trattiene è per ognuno un motivo diverso. Per uno la questione di dove abiteranno; un altro desidera prima seppellire suo padre e il terzo vuole congedarsi dai suoi cari. Tutti e tre hanno motivi comprensibili, giustificati. Chi mai obietterebbe? Voglio obiettare: che cosa c'è di male se uno desidera prima regolare ancora le proprie faccende? È un tempo breve, quello che occorre per seppellire un padre o per congedarsi. E perfino se ci volesse un po' di tempo, ciò è comunque, ai miei occhi, un comportamento buono e giusto. Sparire, così, semplicemente, dalla vita con gli altri: non si fa. Io la vedo così.

Ma Gesù la vede in modo differente. Quel che uno, uomo o donna, ha riconosciuto giusto fare, deve anche farlo. Senza soffermarsi, senza volgere lo sguardo indietro fare quel che adesso va fatto. Non: prima festeggiare il compleanno, domani, e poi tenersi lontano dagli altri. Non: godersi la giornata di sole oggi e andare a bere il caffè al bar con gli amici (al tavolo e non al banco, ok) e poi evitarli. Nei primi giorni del decreto, anch'io ho cercato ammorbidimenti, maglie larghe per una gestione del caso individuale, ferme restando le linee generali. Da giovedì è chiaro: si fa così e, da adesso, è l'unica via percorribile! Comincio a capire.

Gesù è convinto della sua via. E chi vuole andare insieme con lui è cordialmente invitato a mettersi per via. E questo vuol dire non volgere più indietro i propri occhi, ma volgerli in avanti, a ciò che viene. Ciò, naturalmente, richiede tutta la nostra attenzione. Il contadino con la mano sull'aratro deve tenere d'occhio la meta, affinché i solchi che traccia non siano pieni di curve. Dobbiamo tenere d'occhio, con attenzione, le persone intorno a noi: di che cosa hanno bisogno? Che cosa fa loro bene? Dove posso soccorrere? Dov'è richiesto il mio aiuto?

Chi vuole andare con Gesù non trova ad attenderlo, alla fine di ogni tappa, una stanza d'albergo prenotata. La sequela non è una passeggiata. Né Gesù ci ha promesso che lo sia. Ma la sua presenza, il suo accompagnamento al nostro fianco, in ogni tempo e fino alla fine del mondo, che non sarà causata dal Covid-19: in questo possiamo riporre fiducia. Se alziamo i nostri occhi, indirizzandoli verso l'altro, scopriamo magari una notte sotto un magnifico cielo stellato. Se volgiamo i nostri occhi a Dio, scopriamo molti momenti che, altrimenti, ci sfuggirebbero.

In questi giorni, sperimentiamo una concentrarsi della nostra vita, un restringersi alle persone che sono immediatamente intorno a noi, la nostra casa (forse con giardino). Non possiamo fare molte cose che, altrimenti, consideriamo irrinunciabili per la nostra vita. Questo è doloroso, è una perdita, non è bello! Ma in compenso, ora possiamo volgere i nostri occhi a ciò che, altrimenti, non compare o è rimosso. E qui ci sono più cose da scoprire di quanto riusciamo a immaginare.

Basta solo che guardiate nella loro direzione.

 

Amen.

Foto: Sabine Wolters
Foto: Sabine Wolters

Predigt

Liebe Gemeinde, liebe Lesende vor einem Bildschirm!

Okuli, (meine) Augen so lautet der lateinische Name dieses Sonntages. Meine Augen sehen – seit Tagen und Wochen Dinge, die ich überhaupt nicht sehen möchte. Zahlen und Statistiken über Menschen, die in Folge des Virus infiziert, erkrankt oder gestorben sind. Leere Plätze, geschlossene Geschäfte, abgesagte Veranstaltungen. Ich sehe Menschen, die Abstand voneinander halten, und ich selber trete auch nicht näher an die wenigen heran, denen ich ab und an begegne. Meine Augen schauen gebannt auf die Bilder im Fernsehen und im Internet. Immer wieder neue, bedrängende Informationen nehmen sie auf über das, was hier und anderswo geschieht und transportieren diese Bilder in meinen Kopf, mein Herz und meine Seele. „Angst essen Seele auf“ – der Titel eines Films aus den 70er Jahren beschreibt diesen Vorgang für mich in treffender Weise. Das, was wir mit unseren Augen aufnehmen, lebt in unserem Innern fort, beeinflusst uns, nistet sich ein als Gefühl, als Stimmung. Wieder eine neue Höchstzahl! Noch ein schärferes Dekret! Das Smartphone blinkt und will aktiviert werden, der Laptop piept und zeigt den Eingang einer neuen Nachricht an und immer wieder zuckt mein Finger, um den Fernseher einzuschalten. Ich möchte mich informieren, meine Augen wollen sehen, wie die Lage ist – und gleichzeitig spüre ich, wie sehr ich darunter leide, was ich alles sehe und vor Auge geführt bekomme. 

Wegschauen ist keine Lösung, aber ich merke, dass es mir guttut, wenn ich auf etwas Schönes schaue, wenn ich meine Augen bewusst auf etwas richte, was nicht infiziert ist. In unserem Garten öffnen sich gerade die Blüten der Magnolie und der Kamelien. Weiß/Violett die einen und zartrosa die anderen. Lange, spitze Kelche oder breite, runde Teller mit unzähligen einzelnen Blättern. Und sind es nicht die Blumen, dann Momente mit unseren Kindern, Partnern. Eine Tour mit dem Fahrrad. Ein Kaffee in der Sonne. Ein Buch im Sessel. Ein Vers aus der Bibel. Ein Musikstück. Das Licht einer Kerze. Auch all das kann es geben, geschieht, ist Wirklichkeit in diesen Tagen. Ich muss mich nur dazu zwingen, auch hinzuschauen, wahrzunehmen, mitzumachen und mich nicht von den anderen Bildern überwältigen lassen. Denn aus diesen Bildern und Momenten gewinne ich Kraft, nährt sich meine Seele, statt aufgefressen zu werden und mit neuer Energie kann ich mich dem widmen, was der Tag jetzt von mir fordert. 

So hebe ich meine Augen auf zu dem Predigttext für den Sonntag Okuli. Er steht im Evangelium des Lukas, im 9. Kapitel in den Versen 57-62. 

 

Und als sie auf dem Wege waren, sprach einer zu ihm: Ich will dir folgen, wohin du gehst.

Und Jesus sprach zu ihm: Die Füchse haben Gruben und die Vögel unter dem Himmel haben Nester; aber der Menschensohn hat nichts, wo er sein Haupt hinlege.

Und er sprach zu einem andern: Folge mir nach! Der sprach aber: Herr, erlaube mir, dass ich zuvor hingehe und meinen Vater begrabe.

Er aber sprach zu ihm: Lass die Toten ihre Toten begraben; du aber geh hin und verkündige das Reich Gottes!

Und ein andrer sprach: Herr, ich will dir nachfolgen; aber erlaube mir zuvor, dass ich Abschied nehme von denen, die in meinem Hause sind.

Jesus aber sprach zu ihm: Wer die Hand an den Pflug legt und sieht zurück, der ist nicht geschickt für das Reich Gottes.

 

Drei Menschen stehen an demselben Punkt in ihrem Leben. Sie wollen Jesus nachfolgen. Sie haben das Für-und-Wieder für sich bereits entschieden. Er ist der Weg, ihr Weg. Sie stehen quasi in den Startlöchern. Da ist nur noch eine Sache, die sie abhält, loszulaufen und ihm zu folgen. Das, was sie zurückhält, ist jeweils unterschiedlich. Bei dem einen ist es die Frage, wo sie wohnen werden, der andere möchte zuvor noch seinen Vater begraben und der dritte Abschied nehmen von seinen Liebsten. Alles drei verständlich, berechtigt. Wer wollte hier widersprechen? 

Jesus! Mit der Radikalität, die er auch in anderen Situationen zeigt. Ich möchte dagegenreden: Was ist denn dabei, wenn einer nur noch kurz seine Sachen regeln möchte? Es braucht doch nur kurze Zeit, wenn jemand seinen Vater begraben möchte oder sich verabschieden will. Und selbst wenn es auch etwas Zeit kostet, so ist das in meinen Augen doch ein gutes und richtiges Verhalten. Einfach so aus dem Leben mit anderen zu verschwinden. Das macht man nicht. So sehe ich das.

Aber Jesus sieht es anders. Was einer oder eine als richtig erkannt hat, das sollen er und sie dann auch tun. Ohne Innehalten, ohne Blick nach hinten, das tun, was jetzt dran ist. Nicht noch den Geburtstag morgen feiern und sich dann von anderen fernhalten. Nicht noch den sonnigen Tag heute mitnehmen und in der Bar mit anderen einen Kaffee trinken (a tavola e non al banco, ok) und dann diese meiden. In den ersten Tagen des Dekretes habe auch ich nach Aufweichungen, Lockerungen gesucht, nach individueller Gestaltung unter Einhaltung der groben Linie. Seit Donnerstag ist klar: So und ab jetzt ist der einzige Weg! Ich beginne, zu verstehen. 

Jesus ist von seinem Weg überzeugt. Und wer mit ihm gehen möchte, ist herzlich eingeladen, sich auf den Weg zu machen. Und das bedeutet, seine Augen nicht mehr nach hinten zu richten, sondern nach vorne auf das, was kommt. Das fordert nämlich unsere ganze Aufmerksamkeit. Der Bauer mit dem Pflug in der Hand muss das Ziel im Auge behalten, damit die Furchen, die er zieht, nicht krumm geraten. Wir müssen die Menschen, die um uns sind, achtsam im Auge behalten: Was brauchen sie, was tut ihnen gut? Wo kann ich helfen? Wo werde ich gebraucht?

Wer mit Jesus ziehen möchte, auf den wartet nicht am Ende jeder Etappe das vorgebuchte Hotelzimmer. Nachfolge ist kein Ponyhof. Das hat er uns nicht versprochen. Aber seine Gegenwart, seine Begleitung an unserer Seite für alle Zeiten und bis an das Ende der Welt, welches nicht durch covid-19 herbeigeführt wird, darauf dürfen wir uns verlassen. Wenn wir unsere Augen nach oben heben, entdecken wir vielleicht eine Nacht unter einem herrlichen Sternenhimmel. Wenn wir unsere Augen auf Gott richten, entdecken wir so viele Momente, die uns sonst entgehen. 

In diesen Tagen erleben wir eine Konzentration unseres Lebens, eine Einengung auf die Menschen, die unmittelbar um uns herum sind, unsere Wohnung (vielleicht mit Garten). Vieles, was wir sonst für unverzichtbar halten in unserem Leben, können wir nicht machen. Das schmerzt, ist ein Verlust, ist nicht schön! Aber dafür können wir unsere Augen jetzt auf anderes richten, was sonst nicht vorkommt oder verdrängt ist. Und da gibt es so viel mehr zu entdecken als wir uns vorstellen können. 

Schauen Sie nur genau hin.

 

Amen.

 



Momento di silenzio

 

Preghiera d'intercessione

O Dio del Futuro, Ti preghiamo:

guarda a noi e a tutti coloro che Ti pregano.

Guarda alle persone sole e ai malati della nostra comunità.

Guarda a coloro che non partecipano del benessere e che nascondono la loro povertà.

Apri i nostri occhi, affinché vediamo dove c'è bisogno di noi.

Oculi nostri O Dio del Futuro,

guarda a noi e a tutti coloro che sono già stati contagiati dal virus.

Guarda alle persone in terapia intensiva e in quarantena domiciliare,

affinché arrivino sulla via della guarigione.

Infondi forza ai medici, al personale di cura, ai volontari della protezione civile, agli analisti di laboratorio che svolgono il loro servizio per gli altri ventiquattr'ore al giorno.

Sii accanto a coloro che devono prendere decisioni di grande portata per gli altri.

     Oculi nostri O Dio del Futuro,

guarda a noi, che vogliamo seguirti.

Toglici la paura di fallire,

apri i nostri occhi per vedere il nostro prossimo;

dacci ali per fare il nostro cammino e

rendi ampia la nostra visuale, in modo da vedere il Tuo regno che viene.


Moment der Stille

 

Fürbittgebet

Du, Gott der Zukunft, wir bitten dich;

schau auf uns und auf alle, für die wir bitten.

Schau auf die Einsamen und Kranken in unserer Gemeinde.

Schau auf die, die am Wohlstand nicht teilhaben und ihre Armut verstecken.

Öffne unsere Augen, damit wir sehen, wo wir gebraucht werden.

  Oculi nostri Du, Gott der Zukunft,

schau auf uns und auf die, die bereits vom Virus angesteckt sind.

Auf die Menschen in den Intensivstationen und in häuslicher Quarantäne,

dass sie auf den Weg der Besserung gelangen.

Stärke Du Ärzte, Pflegende, Freiwillige im Zivilschutz, die Angestellten in den Laboren, die rund um die Uhr für andere ihren Dienst tun. 

Sei Du bei denen, die Entscheidungen zu treffen haben mit großer Tragweite für andere. 

      Oculi nostri Du, Gott, der Zukunft,

schau auf uns, die wir dir nachfolgen wollen.

Nimm uns die Angst zu scheitern,

öffne unsere Augen für unseren Nächsten,

beflügele uns auf unserem Weg

und mach unseren Blick weit für dein kommendes Reich.



Padrenostro


Vaterunser



Benedizione

io vi protegga e custodisca.

Dio faccia risplendere il suo volto su di voi e vi sia propizio.

Dio alzi il suo volto su di voi e vi doni la sua pace. Amen

 


Segen

Gott segne Euch und er behüte Euch.

Gott lasse leuchten sein Angesicht über euch und sei euch gnädig.

Gott erhebe sein Angesicht auf Euch und schenke Euch seinen Frieden. Amen