08.09.2024 Testo della Predica - Predigttext


Dove e quando?


Domenica 8 settembre 2024

ore 11:00


Chiesa San Francesco d'Assisi Via San Francesco d'Assisi 11 Torino


15a domenica dopo la Trinità, culto con Santa Cena e Battesimo

Predica su Matteo 6,25-34

Foto: Wodicka
Foto: Wodicka

Wo und Wann?


Sonntag, 8. September 2024

11:00 Uhr

Chiesa San Francesco d'Assisi Via San Francesco d'Assisi 11 Torino


15. Sonntag nach Trinitatis, Gottesdienst mit Taufe und Abendmahl

Predigt über Matthäus 6,25-34



Predica


Gesù insegno ai suoi discepoli: 25 Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? 26 Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? 27 E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? 28 E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. 29 Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 30 Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? 31 Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? 32 Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. 33 Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. 34 Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena. 

Cara Comunità, care sorelle e cari fratelli!

La pausa estiva volge al termine, la scuola ricomincia e noi volgiamo il nostro sguardo verso le settimane e i mesi che ci attendono. Non ci sembrerà certo strano se ci poniamo domande del tipo: Come ce la caveremo con l’inizio della scuola? Come sarà l’anno scolastico? Sarò in grado di affrontare le sfide della vita quotidiana? Come sarà la comunicazione con i collegi e i superiori sul mio posto di lavoro? Starò bene ed in salute? Le mie risorse economiche saranno sufficienti? E altri pensieri e preoccupazioni personali che ciascuno di noi porta dentro di sé.

 

Con questo sguardo rivolto verso le settimane a venire e anche verso le nostre preoccupazioni, oggi sentiamo le parole di Gesù che ci insegnano come tutti coloro che si affidano a Dio dovrebbero affrontare le sfide della vita. Nel discorso della montagna, Gesù rivolge queste parole ai suoi discepoli: «Non affannatevi!» Semplicemente: «Non affannatevi!» Vi pare che Gesù ci dia un buon consiglio? Parole del genere si sentono pronunciare raramente nei nostri tempi difficili e nella nostra società così complessa. Non sono esse parole molto belle, consolanti, proprio in questi giorni in cui la pausa estiva sta per finire? Parole che ci incoraggiano ad affrontare con fiducia l’autunno che sta per iniziare? «Non affannatevi!», dice Gesù.

 

Ma che cosa intende esprimere Gesù con queste parole? Vuole dirci di pensare al nostro futuro semplicemente in un modo un po’ più positivo? Alla stregua del motto: Ce la faremo in qualche modo ad affrontare l’inizio del nuovo anno scolastico e quel che porteranno le settimane a venire? No, il significato delle parole di Gesù è: «Non affannatevi perché il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno.» Quindi non vi preoccupate, dice Gesù, perché non vivete soli in questo mondo ma avete Dio, il vostro Padre Celeste, che guarda alla vostra vita come fosse in alto, nel cielo, vede tutti i vostri bisogni e vi dà tutto ciò che vi occorre. Ecco perché il Padre premuroso vi dice «Non affannatevi!» 

 

Ma questo corrisponde alla realtà? Dio davvero provvede per noi? Come si manifesta questa provvidenza del Padre celeste in concreto? Gesù cita degli esempi dalla natura: «Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro?» oppure «Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede?»

 

Gesù indica le piante e gli animali come esempio. Guardateli, dice, non si preoccupano, ma vivono lo stesso perché Dio si prende cura di loro. Gli uccelli aprono il becco e i fiori affondano le loro radici nel terreno. In silenzio e con fiducia aspettano di ricevere da Dio tutto ciò di cui hanno bisogno. Pensate che Dio non voglia fare molto di più per voi umani che per Lui siete molto più preziosi degli animali e delle piante?

 

Non sarebbe meraviglioso e di grande sollievo per la nostra esistenza se riuscissimo a comportarci come gli animali e le piante? Se potessimo rimanere silenziosamente in attesa, fiduciosi di ricevere da Dio tutto ciò che ci occorre? Sarebbe un enorme sollievo per ciò che concerne la scuola, l’educazione dei figli, il lavoro, gli impegni che a volte ci sommergono, le malattie e le ristrettezze economiche! Se è vero quel che dice Gesù, che le persone sono per Dio ancora più preziose degli animali e delle piante, come potrebbe Dio essere indifferente rispetto alle cose concrete della nostra quotidianità? Infatti, Dio vuole essere premurosamente a nostro fianco, o no?

Ultimamente ho avuto un buon motivo per preoccuparmi. Qualche giorno fa, viaggiando a bassa velocità, ho bucato la gomma anteriore sinistra della mia macchina. Ero passato sopra un gancio di ferro ancorato a terra e Pfffff!!! sentivo uscire l’aria dal pneumatico. Subito ho pensato: Come faccio a portare la mia macchina dalla strada all’officina? Si potrà riparare la gomma? Dovrò forse comprare quattro gomme nuove? Quanto mi costerà tutto questo? Come sarà la mia giornata e come potrò gestire tutte le cose che avrei dovuto fare? Nella mia testa cominciavano subito a frullare le domande e le preoccupazioni! Alcune ore dopo, nel pomeriggio e con l’aiuto di numerose persone disponibili ad aiutarmi, ho potuto cambiare la gomma bucata direttamente in strada e raggiungere poi l’officina dove, il giorno successivo, mi hanno fatto il cambio con le gomme invernali ed è emerso chiaramente: mi servono urgentemente quattro nuove gomme estive perché quelle vecchie sono davvero molto usurate! Quindi, la mia gomma a terra forse era una fortuna perché mi sono accorto dell’urgenza di acquistare le gomme nuove.  

 

Immagino più o meno così la provvidenza di Dio: Noi uomini e donne ci preoccupiamo, ci spremiamo il cervello e disperdiamo molta energia a causa dei nostri affanni, come avevo fatto io con la mia gomma bucata. Quante volte queste preoccupazioni non sarebbero necessarie perché infondate! Molte volte si trova una soluzione, spesso anche con l’aiuto di altre persone. Forse è Dio che opera in segreto e si prende cura di noi? Avremmo forse motivo di mantenere la calma e di avere fiducia nell’aiuto di Dio, al pari degli animali e delle piante? Quanta più leggerezza e libertà potremmo far entrare nei nostri cuori!

 

Devo ammettere: non c’è nessuna garanzia che la mano di Dio sia sempre così presente come noi la immaginiamo. La nostra vita può presentarci anche questioni dolorose che rimangono aperte e sofferenze che non trovano soluzione. Ma anche in tali circostanze, anzi, proprio in circostanze del genere è importante che ci affidiamo completamente alle parole di Gesù: «Non affannatevi!», senza disperarci ma rimanendo saldi nella fiducia in Dio. Perché è così: se abbiamo Dio abbiamo tutto! Se invece perdiamo Dio, perdiamo alla fine tutto! Non è forse tutto custodito nelle mani di Dio? Non è proprio nei momenti del bisogno che si manifesta ciò che alla fine è davvero importante: il nostro benessere personale oppure Dio stesso e la Sua gloria? Proprio per mettere Dio al centro e per non perderlo, il discorso della montagna di Gesù culmina nelle parole: «Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.» Gesù voleva dire ai suoi discepoli: La vostra preoccupazione più importante dovrebbe essere quella di avere Dio e il regno di Dio e di essere giusti e puri dinnanzi a Dio. Tutto il resto passa in secondo piano. Se avete Dio «tutte queste cose vi saranno date in aggiunta», quindi nella vita avrete tutto ciò che Vi serve.

 

Questo è il mio augurio per tutti noi, e oggi in special modo per la nostra battezzanda Nina: che il nostro cuore rimanga saldo in Dio! Un augurio speciale va a Nina, perché il cuore saldo è il motto battesimale di Nina, dal Libro dei Proverbi 4,23: «Custodisci il tuo cuore più di ogni altra cosa, poiché da esso provengono le sorgenti della vita.» (Proverbi 4,23). Cara Nina, questo proverbio significa: Il tuo cuore è il posto più importante della tua vita intera poiché è nel tuo cuore che ha origine la tua vita. Se il tuo cuore è pieno di preoccupazioni per te stessa, ne proviene acqua torbida che renderà la tua vita a poco a poco grigia e triste. Se il tuo cuore è invece pieno di fiducia in Dio e nella Sua benevolenza, dal tuo cuore sorgerà acqua fresca e pura e riempirà la tua vita di pace e gioia. Oggi, con l’atto del battesimo, Dio dice un grande SÌ alla tua vita, Egli dice: «Cara Nina, tu sei la mia bambina, ti conosco e ti amo; abbi fiducia in me!» Quindi, cara Nina, tieni queste parole strette nel tuo cuore per tutta la vita. Sì, «custodisci il tuo cuore più di ogni altra cosa, poiché da esso provengono le sorgenti della vita.»

 

Preghiamo: «Signore Gesù Cristo, ti ringraziamo per le tue parole pronunciate nel discorso sulla montagna, che ci indicano molto chiaramente il modo in cui dobbiamo condurre la nostra vita. Solo da te udiamo tali parole preziose! Aiutaci ad imparare sempre di più a non affannarci, ma a rimettere le nostre preoccupazioni in Dio e a fidarci della provvidenza di Dio. Sollevaci da tutti gli affanni specialmente ora, in vista dell’autunno che ci aspetta. Pieni di fiducia e con animo sereno vogliamo affrontare le prossime settimane. In tempi difficili dacci un cuore ancora più saldo, consolidato in Dio, per poterlo custodire più di ogni altra cosa. Dona questo cuore saldo anche alla nostra battezzanda Nina. Da Dio proviene la nostra vita, a Lui appartiene il nostro cuore anche in tempi tempestosi. Con la nostra vita rendiamo gloria a Dio! Amen.»

"E la pace di Dio, che supera di gran lunga ogni comprensione umana, mantenga la vostra mente e la vostra volontà nella bontà, sicuri nella comunione di Gesù Cristo". (Filippesi 4:7)

Pastore Tobias Brendel

Foto: Lotz
Foto: Lotz

Predigt


25 Jesus lehrte seine Jünger und sprach: Sorgt euch nicht um euer Leben, was ihr essen und trinken werdet; auch nicht um euren Leib, was ihr anziehen werdet. Ist nicht das Leben mehr als die Nahrung und der Leib mehr als die Kleidung? 26 Seht die Vögel unter dem Himmel an: Sie säen nicht, sie ernten nicht, sie sammeln nicht in die Scheunen; und euer himmlischer Vater ernährt sie doch. Seid ihr denn nicht viel kostbarer als sie? 27 Wer ist aber unter euch, der seiner Länge eine Elle zusetzen könnte, wie sehr er sich auch darum sorgt? 28 Und warum sorgt ihr euch um die Kleidung? Schaut die Lilien auf dem Feld an, wie sie wachsen: Sie arbeiten nicht, auch spinnen sie nicht. 29 Ich sage euch, dass auch Salomo in aller seiner Herrlichkeit nicht gekleidet gewesen ist wie eine von ihnen. 30 Wenn nun Gott das Gras auf dem Feld so kleidet, das doch heute steht und morgen in den Ofen geworfen wird: Sollte er das nicht viel mehr für euch tun, ihr Kleingläubigen? 31 Darum sollt ihr nicht sorgen und sagen: Was werden wir essen? Was werden wir trinken? Womit werden wir uns kleiden? 32 Nach dem allen trachten die Heiden. Denn euer himmlischer Vater weiß, dass ihr all dessen bedürft. 33 Trachtet zuerst nach dem Reich Gottes und nach seiner Gerechtigkeit, so wird euch das alles zufallen. 34 Darum sorgt nicht für morgen, denn der morgige Tag wird für das Seine sorgen. Es ist genug, dass jeder Tag seine eigene Plage hat. 

Liebe Gemeinde, liebe Schwestern und Brüder!

Die Sommerpause geht zu Ende, die Schule fängt wieder an, wir richten unseren Blick auf die kommenden Wochen und Monate. Keinem von uns werden in dieser Zeit Fragen fremd sein wie: Wie gelingt uns der Schuleinstieg? Wie wird das Schuljahr? Werde ich den Anforderungen des Alltags gewachsen sein? Wie wird die Kommunikation mit Kollegen und Chefs auf meinem Arbeitsplatz? Bleibe ich gesund? Reicht mir mein Geld? Und was darüber hinaus an besonderen, persönlichen Gedanken und Sorgen jeder einzelne von uns in sich trägt.

 

In diesen Blick auf die kommenden Wochen, vielleicht auch in unsere Sorgen hinein, hören wir heute Worte Jesu, wie diejenigen, die Gott vertrauen, mit den Herausforderungen des Lebens umgehen sollen. Jesus richtet diese Worte in der Bergpredigt an seine Jünger und Jüngerinnen, und sie lauten: „Sorgt nicht!“ Einfach: „Sorgt nicht!“ Ist das ein guter Rat von Jesus an uns? Solche Worte hört man in unserer sorgenvollen Zeit und Gesellschaft selten. Sind das nicht sehr schöne, tröstliche Worte, gerade in diesen Tagen der zu Ende gehenden Sommerpause, Worte, die uns Mut machen, zuversichtlich in den beginnenden Herbst zu gehen? „Sorgt nicht!“, sagt Jesus.

 

Aber wie meint Jesus diese Worte? Meint er, wir sollen einfach nur etwas positiver in die Zukunft denken? Nach dem Motto: Das mit dem Beginn des neuen Schuljahres und was in den nächsten Wochen kommen wird, das wird schon irgendwie werden? Nein, sondern Jesus meint seine Worte so: „Sorgt nicht, denn euer himmlischer Vater weiß, dass ihr all dessen bedürft.“ Sorgt euch also darum nicht, sagt Jesus, weil ihr mit eurem Leben in dieser Welt nicht alleine seid. Sondern ihr habt Gott als euren himmlischen Vater, der wie von oben, wie vom Himmel her auf euer Leben blickt, alle eure Bedürfnisse sieht und Euch gibt, was ihr braucht. Darum, wegen dieses fürsorglichen Vaters: „Sorgt nicht!“

 

Aber stimmt denn das? Sorgt Gott wirklich für uns? Wie sieht diese Sorge des himmlischen Vaters konkret aus? Jesus gibt uns Beispiele aus der Natur. „Seht die Vögel unter dem Himmel an: Sie säen nicht, sie ernten nicht, sie sammeln nicht in die Scheunen; und euer himmlischer Vater ernährt sie doch. Seid ihr denn nicht viel kostbarer als sie?“ Oder „Schaut die Lilien auf dem Feld an, wie sie wachsen: Sie arbeiten nicht, auch spinnen sie nicht. Ich sage euch, dass auch Salomo in aller seiner Herrlichkeit nicht gekleidet gewesen ist wie eine von ihnen. Wenn nun Gott das Gras auf dem Feld so kleidet, das doch heute steht und morgen in den Ofen geworfen wird: Sollte er das nicht viel mehr für euch tun, ihr Kleingläubigen?“

 

Jesus setzt uns Pflanzen und Tiere zum Vorbild. Seht sie euch an, sagt Jesus, sie sorgen sich nicht und doch leben sie, denn von Gott werden sie versorgt. Die Vögel öffnen ihre Schnäbel und die Blumen strecken ihre Wurzeln in den Boden. Still, vertrauensvoll und frohgemut warten sie, bis sie von Gott empfangen, was sie brauchen. Sollte Gott dasselbe nicht viel mehr für euch Menschenkinder tun, die ihr für Gott viel kostbarer seid als Tiere und Pflanzen?

 

Wäre es nicht wunderbar, eine ganz große Erleichterung für unser Leben, wenn wir es schaffen, es Tieren und Pflanzen gleichzutun? Wenn wir wie Tiere und Pflanzen vertrauensvoll stillhalten, bis wir von Gott empfangen, was wir brauchen? Wäre das nicht für uns eine ganz große Entlastung im Blick auf die Schule, die Kindererziehung, den Arbeitsplatz, in terminlicher Überforderung, bei Krankheit, in finanziellen Nöten? Wenn es stimmt, was Jesus sagt, dass wir Menschen für Gott noch viel kostbarer sind als Tiere und Pflanzen, können dann Gott die ganz konkreten Dinge unseres Alltags tatsächlich egal sein? Nein, sondern dann muss, dann will doch Gott uns darin unbedingt fürsorglich zur Seite stehen, oder nicht? 

 

Kürzlich hatte ich Grund zur Sorge. Vor ein paar Tagen habe ich mir bei geringer Geschwindigkeit an meinem Auto einen platten Reifen zugezogen, vorne links. Ich war über einen Eisenhaken gefahren, der im Boden verankert war. Pfffff!!! Ich hörte, wie die Luft aus dem Reifen entwich. Sofort stiegen Sorgen in mir auf: Wie bringe ich mein Auto von der Straße in die Werkstatt? Kann der Reifen repariert werden? Muss ich vielleicht gleich vier neue Reifen kaufen? Was wird mich das alles kosten? Was wird aus meinem Tag und aus allem, was ich mir vorgenommen habe? Plötzlich war mein Kopf voller Fragen und Sorgen! Ein paar Stunden später, am Nachmittag, war es dann aber so, dass mit Hilfe von zahlreichen lieben, hilfsbereiten Menschen der kaputte Reifen noch direkt auf der Straße gewechselt werden und ich in die Werkstatt fahren konnte, am nächsten Tag die Winterreifen aufgezogen wurden und dabei klar wurde: Ich brauche dringend vier neue Sommerreifen, alle vier sind sehr abgefahren! War meine Reifenpanne vielleicht sogar mein Glück? Durch die Reifenpanne hatte ich den wichtigen Hinweis bekommen, unbedingt neue Reifen zu kaufen.

 

So in etwa stelle ich mir Gottes Fürsorge vor: Wir Menschen sorgen uns, zerbrechen uns den Kopf und verlieren in der ganzen Sorge viel Kraft, wie ich in meinen Sorgen wegen der Reifenpanne. Wie oft sind aber solche Sorgen unnötig, weil unbegründet! Oft stellt sich eine Lösung ein, häufig auch über die Hilfe durch andere Menschen. Ist da nicht Gott heimlich am Werk und sorgt für uns? Haben wir nicht wie Tiere und Pflanzen allen Grund, die Ruhe zu bewahren und auf Gottes Hilfe zu vertrauen? Wieviel leichter und freier ums Herz wird es uns dann!

 

Zugegeben: Es gibt keine Garantie darauf, dass sich Gottes Fürsorge immer so einstellt, wie wir uns das vorstellen. Es kann in unserem Leben auch schmerzhafte Fragen und Nöte geben, die offen bleiben und nicht gelöst werden. Aber auch in solchen Zeiten, ja gerade in solchen Zeiten ist es entscheidend, dass wir uns ganz und gar an diese Worte Jesu hängen: „Sorgt nicht!“, dass wir also nicht zweifeln, sondern in festem Vertrauen an Gott festhalten. Denn ist es nicht so: wenn wir Gott haben, dann haben wir letztlich alles? Wenn wir hingegen Gott verlieren, dann verlieren wir letztlich alles? Ist nicht alles in Gott aufgehoben? Zeigt es sich dann nicht in solchen Zeiten der Not, worum es uns im Letzten geht: um unser eigenes, persönliches Wohlergehen oder um Gott selbst und seine Ehre? Genau damit es uns um Gott geht und wir Gott nicht verlieren, darum lässt Jesus seine Worte in der Bergpredigt in dem Satz gipfeln: „Trachtet zuerst nach dem Reich Gottes und nach seiner Gerechtigkeit, so wird euch das alles zufallen.“ Euch, meinen Jüngern, sagt Jesus, soll es eure allererste Sorge sein, dass ihr Gott habt und Gottes Reich habt und vor Gott gerecht und rein dasteht. Alles andere ist zweitrangig. Denn wenn ihr Gott habt, „so wird euch das alles zufallen“, so werdet ihr im Leben alles haben, was ihr braucht.

 

Genau das wünsche ich uns allen, aber am heutigen Tag ganz besonders unserem Täufling Nina, dass unser Herz in Gott festbleibt! Nina besonders wünsche ich das, denn genau über dieses feste Herz geht Ninas Taufspruch aus dem Buch der Sprüche: „Behüte dein Herz mit allem Fleiß, dann daraus quillt das Leben“ (Sprüche 4,23). Liebe Nina, dieser Spruch heißt: Dein Herz ist der wichtigste Platz deines ganzen Lebens, denn aus deinem Herzen entspringt dein Leben. Ist dein Herz voller Sorge um dich selbst, so quillt daraus trübes Wasser und dein Leben wird allmählich grau und trist davon. Ist dein Herz hingegen voll Vertrauen auf Gott und seine Fürsorge, wird klares, frisches Wasser aus deinem Herzen quillen und dein Leben mit Frieden und Freude füllen. Heute in der Taufe spricht Gott sein großes Ja über deinem Leben, er sagt: „Liebe Nina, du bist mein Kind, ich kenne und liebe dich; vertraue mir!“ So halte, liebe Nina, diese Worte fest in deinem Herzen dein ganzes Leben lang. Ja, „behüte dein Herz mit allem Fleiß, dann daraus quillt das Leben.“

 

Lasst uns beten: „Herr Jesus Christus, wir danken Dir für Deine Worte in der Bergpredigt, die uns so gut und klar den Weg weisen, wie wir leben sollen. Wo sonst als bei Dir hören wir solche wertvollen Worte! Hilf uns, dass wir immer mehr lernen, nicht zu sorgen, sondern unsere Sorgen an Gott abzugeben und uns seiner Fürsorge anzuvertrauen. Nimm gerade jetzt alle Sorgen im Blick auf den kommenden Herbst von uns. Vertrauensvoll und frohgemut wollen wir in die nächsten Wochen gehen. In den schweren Zeiten gib uns ein umso festeres Herz, fest gegründet in Gott, so dass wir unser Herz behüten mit allem Fleiß. Gib dieses feste Herz ganz besonders auch unserem Täufling Nina. Von Gott kommt unser Leben, ihm soll es auch in allen Stürmen des Lebens gehören. Durch unser Leben sei Gott die Ehre! Amen.“

„Und der Friede Gottes, der alles menschliche Begreifen weit übersteigt, bewahre euer Denken und Wollen im Guten, geborgen in der Gemeinschaft mit Jesus Christus.“ (Philipper 4,7)

Pfarrer Tobias Brendel