Immagini, libri e documenti della Riforma protestante 1517 - 2017. Una mostra alla Biblioteca Nazionale a Torino. In lingua italiana.
Dove e quando?
Da martedì, 31 ottobre 2017 a giovedì, 30 novembre 2017
Biblioteca Nazionale Universitaria
Piazza Carlo Alberto, 3
Torino
Orario apertura: lunedì - venerdí 10.00 - 18.00, sabato 10.00 - 13.00
Ingresso libero
Ai margini della mostra è previsto un ciclo di conferenze presso
l'Auditorium Vivaldi
Piazza Carlo Alberto, 5
Torino
Lunedì, 6 novembre 2017 ore 17:
La crisi dell'istituzione ecclesiastica fra Quattro e Cinquecento (Massimo Firpo)
Martedì, 14 novembre 2017 ore 17:
Il giovane Lutero (Massimo Firpo)
Martedì, 21 novembre 2017 ore 17:
La Riforma al cinema e nelle serie televisive (Eleonora Belligni)
Martedì, 28 novembre 2017 ore 17:
Gli eretici piemontesi nell'Europa del Cinquecento (Luca Addante)
La mostra
A mezzo millennio da un evento destinato a lasciare un segno indelebile nella storia europea, la pubblicazione delle celebri 95 tesi di Lutero a Wittenberg il 31 ottobre 1517, la mostra ripercorre la prima fase della Riforma protestante, quella luterana appunto, e ne delinea alcuni echi e riflessi nella storia italiana al traumatico passaggio tra Rinascimento e Controriforma. Un'occasione per ripensare le travagliate origini di quel pluralismo religioso dal quale, nonostante la strenua opposizione dei teologi di tutte le confessioni, sarebbero infine scaturite alcune delle più rilevanti conquiste della cività europea: la tolleranza, la libertà religiosa e poi quella politica, la laicità delle istituzioni pubbliche, i diritti dell'uomo.
Si deve insegnare ai cristiani che colui che dona al povero o fa un prestito al bisognoso,
fa meglio che se acquistasse indulgenze.
Martin Lutero
Nato nel 1483 a Eisleben, in Sassonia, e destinato agli studi giuridici, Lutero decise di farsi frate agostiniamo nel 1505 in osseguio a un voto pronunciato in un momento di panico durante una tempesta. Angosciato dal dubbio sulla salvezza eterna della sua anima, egli condusse un'esemplare vita di penitenza e di studio, ma la strada della perfezione monastica lo lasciò sempre più insoddisfatto, finché l'incontro con le lettere di San Paolo, come egli stesso ricoderà, gli spalancò le «porte del paradiso».
La Riforma in Germania
Travolta da una profonda crisi religiosa e priva di credibilità pastorale, sorda alle istanze di rinnovamento che da decenni esigevano vigorose riforme in capite et in membris, come quelle rivendicate da Erasmo da Rotterdam, la Chiesa di Roma tardò a reagire con qualche efficacia alla sfida della Riforma protestante. Nonostante la condanna subita a Worms nel 1521, invece, Lutero poté contare sull'appoggio di numerosi principi territoriali, senza il quale l'affermazione della Riforma sarebbe stata impensabile.
La Riforma e l’Italia
Già all'indomani della pubblicazione delle tesi di Lutero, le eresie d'Oltralpe iniziarono a circolare in Italia. Canali privilegiati furono i libri a stampa e la predicazione dai pulpiti cittadini, dai quali venivano affrontati i temi della grazia, della giustificazione per fede, della teologia della croce, talora avvalendosi di caute allusioni, di parole «mascherate in gergo», come dirà uno di loro, per sottrarsi a provvedimenti repressivi. Le tipografie, in particolare quelle veneziane, diffusero numerosi testi dei riformatori, dapprima in latino e poi in traduzione italiana.
Il giusto vivrà per la fede
Eresie italiane ed esiti radicali
In Italia il messagio luterano potè trovare fertile terreno in una tradizione anticlericale che si intrecciava con il pensiero umanistico, la cultura erasmiana, le istanze di un cristianesimo più aderente al messaggio evangelico. Gruppi e movimenti riformati si diffusero a tutti i livelli sociali nel mondo urbano. Grande successo ebbero libri e libretti che alla vigilia del concilio di Treno parevano in grado di promuovere la riforma della Chiesa e di agevolare una ricomposizione della frattura religiosa.
Controversisti cattolici e riflessi figurativi
Le polemiche di parte cattolica contro Lutero furono rivolte anzitutto a trattegiarne la figura di ribelle e temerario eversore dell'autorità della Chiesa. Dopo le risposte a caldo alle sue dottrine affidate al maestro del Sacro Palazzo, il domenicano Silvestro Mazzolini da Prierio, tra le prime opere controversistische si annoverano quella di Ambrogio Catarino Politi del 1521 e quella di Cristoforo Marcello del '22, che si scagliavano contro l'empia teologia del frate agostiniano e ribadivano il primato papale da lui messo in discussione.
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